Facendo seguito alla cerimonia di traslazione dei resti dello scrittore nella Chiesa di San Domenico a Palermo, pantheon degli illustri di Sicilia, si è tenuto nei giorni scorsi un partecipato convegno sulla figura e le opere di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Nella monumentale sacrestia della chiesa, ha introdotto i lavori, Padre Sergio Catalano, Rettore della Chiesa, seguito dai Past governatori del Rotary International, Ferdinando Testoni Blasco e Gaetano De Bernardis promotori dell’iniziativa che hanno posto in rilievo come sia dovuto il riconoscimento riservato allo scrittore per la chiara attualità del suo celebre romanzo, Il Gattopardo, che riflette ed esalta i sentimenti di riscatto sempre presente dei siciliani.
Hanno fatto seguito gli interventi di docenti universitari in primis quello curato dal professor Salvatore Ferlita.
Un convegno per Giuseppe Tomasi di Lampedusa, uno scrittore “fuori tempo massimo”
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“Uno scrittore fuori tempo massimo”, in riferimento al successo postumo del suo massimo lavoro. Lettore curioso e onnivoro, Tomasi ha prima dedicato ampio spazio alla lettura di autori anche insospettabili che ritroviamo nella sua vasta e assortita biblioteca. Ma aveva avuto contatti con l’intellighenzia dell’isola incrociando e intercettando scrittori di valore quali Francesco Orlando, Antonio Pasqualino.
Un uomo che scriveva nell’ombra e che aveva, dice Ferlita, setacciato la letteratura inglese e francese e che a un certo punto decide di compiere il grande passo, muovendosi a scrivere un suo romanzo.
I suoi biografi si sono molto interrogati sulle motivazioni di questa decisione e si ritiene che abbia fatto da stimolo il confronto continuo con il cugino, l’allora più famoso poeta Lucio Piccolo.
Un’esistenza affascinante, i suoi primi cinquant’anni, ma Tomasi entra in scena negli ultimi cinque-sei anni della sua vita e il suo esordio tardivo è forse voluto, per lasciare il tempo alla sedimentazione dei ricordi e delle conoscenze e dopo una vita dedicata alla lettura e all’arricchimento culturale, inizia a scrivere il suo romanzo.
Ma scriverà anche dei racconti di cui uno è particolarmente famoso, “la Sirena” noto anche come Lighea, uno dei migliori, ma scrive anche delle Lezioni di Letteratura una sorta di “conversazioni letterarie”.
Queste opere appartengono a un genere letterario specifico, scritte in forma dialogica esprimono giudizi e critiche, in una forma particolare e con uno stile particolarmente duttile, esprimendo pareri anche poco favorevoli.
“Il Gattopardo”, un esordio tardivo ma non improvvisato
Si è polemizzato sterilmente sulle sue presunte simpatie per il Fascismo e sulla sua fascinazione per il “magistero” di Mussolini, ma appaiono discorsi e giudizi senza fondamento che nulla tolgono alla valenza dell’autore che anzi manifestò in diverse occasioni tutt’altra opinione.
Con la scrittura del “suo” romanzo, Tomasi ruppe la monotonia di un’esistenza ordinaria impiegata nell’acquisto di libri che si trascinava dietro in una pesante borsa che portava con sé, contenente anche dolci, una debolezza cui non sapeva sottrarsi mettendo insieme cucina e letteratura.
Ma quello di Tomasi di Lampedusa non è un romanzo improvvisato in quanto ha una cadenza stilistica e la struttura che ne fanno un unicuum che si distingue e differenzia dagli altri.
È di certo qualcosa di più di un romanzo storico, un opera che nessuno si aspettava e i lettori rimasero impreparati e si ebbero giudizi di diverso tenore da parte dei scrittori, critici e intellettuali dell’epoca che Ferlita ha menzionato.
Insospettati, poi, alcuni temi in parte sottesi non ultimo il senso della morte e della decadenza che traspare non solo nelle ultime pagine.
Recensione del libro
Il Gattopardo
di Tomasi di Lampedusa
Giuseppe Tomasi di Lampedusa: gli interventi del convegno
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Il prof. Salvatore Silvano Nigro (autore di un saggio che è insieme un racconto su Lampedusa titolato Il Principe Fulvo, di recente rieditato da Sellerio), ha poi svolto sapientemente il tema “Rileggere il Gattopardo” puntualizzando tra l’altro come lo stemma della famiglia invero rappresenti un leone rampante.
Nigro si è soffermato sulla disamina di alcuni aspetti meno approfonditi, sia di contenuto che esteriori, come l’aspetto del Principe di Salina come pure i luoghi in cui è ambientato il romanzo pregni anch’essi di significato.
Ha ricordato pure la “Sirena” il racconto i cui temi in parte si ritrovano nel Gattopardo, per il senso di distacco dalle cose terrene presente anche nel manoscritto del Principe.
Ha concluso i lavori, prima dei saluti finali, il prof. Alessandro Cutrona, docente presso l’Università Kore di Enna, con “Il Gattopardo tra inchiostro e celluloide” il quale intrecciando cinema e letteratura, ha compiuto un’accurata analisi dei diversi aspetti del film di Luchino Visconti, riferendo dei diversi commenti e delle critiche, non sempre di segno positivo di esponenti di rilievo della cultura come Leonardo Sciascia e Alberto Moravia.
Pur nondimeno l’“Operazione Gattopardo” si concluse con un Luchino Visconti che si manifestò ed eccelse nella sua più rinomata opera cinematografica.
A conclusione del convegno, al numeroso pubblico presente, è stato omaggiato un piccolo volumetto edito dal Distretto 2110 del Rotary International che con un vasto corredo fotografico curato da Andrea Ardizzone, documenta le diverse fasi che hanno portato, in ultimo, allo svelamento del monumento funerario, realizzato grazie all’impegno dei due past governatori, Ferdinando Testoni Blasco e Gaetano De Bernardis.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giuseppe Tomasi di Lampedusa: il convegno a Palermo dedicato allo scrittore
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