“Govindo. Il dono di Madre Teresa” (Edizioni San Paolo 2016, pagine 160, euro 14,50) di Marina Ricci, pugliese di nascita e romana d’adozione, viene pubblicato con la premessa di Enrico Mentana e la presentazione di Padre Brian Kolodiejchuk. L’autrice, ex vaticanista del Tg5, racconta la storia dell’adozione di Govindo, bambino con una grave forma di disabilità conosciuto nell’orfanotrofio di Calcutta durante una trasferta giornalistica in occasione della malattia di Madre Teresa, la quale proclamata beata da San Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003, oggi 4 settembre sul sagrato di Piazza San Pietro viene innalzata alla gloria degli altari da Papa Francesco. Per la canonizzazione della religiosa albanese, uno degli eventi clou del Giubileo della Misericordia, giungono a Roma centomila fedeli e 13 capi di Stato e di governo, tra cui il Premier indiano.
Il libro - Nel 1996 Marina Ricci, all’epoca vaticanista del Tg5, viene mandata a Calcutta dal direttore Enrico Mentana mentre Madre Teresa all’anagrafe Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (Skopje, 26 agosto 1910 – Calcutta, 5 settembre 1997), sta affrontando una grave malattia e molti pensano che sia prossima la sua morte. La giornalista, che non incontrerà mai la fondatrice delle Missionarie della Carità, visita le realtà in cui le suore di Madre Teresa aiutano i bambini in difficoltà. Marina Ricci, sposata con Tommaso, giornalista anche lui, quattro figli, durante la visita a Shishu Bavan, l’orfanotrofio delle suore di Madre Teresa a Calcutta, conosce Govindo, un bambino gravemente malato (affetto dalla sindrome di Cockayne), che nessuna famiglia intende adottare. Marina Ricci sceglie invece di accoglierlo insieme a tutta la sua famiglia: inizia un percorso che cambierà la sua vita, quella di suo marito e dei suoi figli. Gogo, come tutti lo chiamano, soffre di una malattia degenerativa; non cammina e non cresce, ma questo non gli impedisce di amare ed essere amato dalla sua nuova famiglia e di andare oltre lo scetticismo dei medici che gli avevano dato pochi anni di vita. Gogo circondato dagli affetti, riempie di gioia mamma Marina, papà Tommaso e i suoi fratelli e nipoti fino al 5 novembre 2010 quando, a 18 anni appena compiuti, si spegne.
“Madre Teresa di Calcutta diceva sempre: la povertà peggiore è l’essere non amati, l’essere rifiutati e abbandonati. Con Govindo ho imparato proprio questo, che abbiamo una struttura bisognosa di amore per muoverci e vivere”
ha recentemente dichiarato Marina Ricci la quale ha precisato che ha scritto il testo
“per dire semplicemente che nella vita di ciascuno possono accadere fatti che ti allargano il cuore, che ti cambiano lo sguardo. Ecco, attenti, che magari può sfuggire l’occasione che può darvi la felicità. Govindo ci ha unito, ci ha tenuti insieme con una tenerezza e una bellezza indescrivibili”.
Il libro è una testimonianza del dono prezioso che è stato Govindo per la sua famiglia, e per chi, attraverso genitori fratelli e amici, l’ha conosciuto, magari anche per pochi minuti. Se è vero che ogni vita vale, come sosteneva il Premio Nobel per la Pace 1979, l’esistenza fragile ma intensa di Govindo che nessuno voleva, resta il simbolo della vita e del lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta, che ha reso la religiosa albanese una delle persone più famose e allo stesso tempo, più semplici, al mondo. “Datelo a me” ripeteva la suora missionaria a tutte quelle donne che non intendevano portare a termine la gravidanza.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Govindo. Il dono di Madre Teresa: un libro per ricordare la Beata di Calcutta che oggi diventa Santa
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