In occasione dell’anniversario della morte dello scrittore e pittore Henry Miller, avvenuta il 7 giugno 1980, ripercorriamo le particolarità uniche che caratterizzano l’autore. Tra tecniche letterarie inusuali, interpretazioni mistiche della realtà e contenuti scandalosi, approfondiamo il mondo di colui che ha preceduto la Beat Generation e ne ha spianato la strada.
A chi è capitato di imbattersi e poi di perdersi nelle trame ipnotiche degli autori della beat generation, sarà familiare la sensazione di aver scoperto qualcosa di rivoluzionario. Raramente gli occhi dei contemporanei riescono a percepire il peso delle grandi innovazioni, avendole oramai introiettate e percepite come scontate. Il caso della beat generation è quindi un unicum, per l’immediatezza con cui esprime il proprio distacco dalle convenzioni. Ancora più sorprendente è quindi realizzare che esista un autore che anticipa i tempi di queste innovazioni, ispirando gli scrittori Beat che lo seguiranno.
Henry Miller è il teorico delle idee provocatorie alla base di questo microcosmo letterario. Nato a Yorkville, un quartiere di Manhattan, il 26 dicembre del 1891, figlio di Heinrich Miller e di Louise Marie Neiting, ambedue immigrati tedeschi. Miller sarà caratterizzato dal suo scontro costante con la letteratura convenzionale. Laddove le forme classiche di narrazione cercano nessi logici di continuità, Miller scardina le sovrastrutture imposte e adotta alcune tecniche letterarie che possano rappresentare al meglio la sua visione della vita.
Non è casuale che il nome di Miller venga subito accostato alla tecnica letteraria del “flusso di coscienza”, la narrazione che rappresenta i pensieri nel loro stato grezzo prima di essere riordinati in un linguaggio letterario. Questo approccio alla scrittura Miller lo applica ad un genere ibrido tra romanzo tradizionale, diaristica e narrativa memorialistica.
Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno: come nascono i romanzi di Miller
Le opere cardine della sua bibliografia, come Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno vengono scritte nel suo periodo a Parigi. Trasferitosi dagli Stati Uniti, Miller trova in Francia un ambiente fertile per la sua attività di scrittore, lontano dalla società oppressiva americana, riesce a portare avanti il progetto letterario che da tempo cerca di realizzare. Racconta lo stesso Miller:
"Nell’anno 1927, mentre ero ancora in America, e mi immaginavo di avere, come Abelardo, sofferto più dolorosamente di qualsiasi altro comune mortale, stesi il piano per un grosso libro della mia vita che mi proponevo di scrivere un giorno. Ma fu solo nel 1938, a Parigi, che il primo frammento di quell’opera - l’inizio di una serie di romanzi autobiografici - apparve".
È indubbio quindi che Parigi giochi un ruolo importante nella stesura di queste opere, è noto infatti che nella villa dove alloggia Miller, Villa Seurat, si formerà una vera e propria rete culturale, un ritrovo per gli intellettuali dell’epoca, centro nevralgico della cultura francese.
Fra le innumerevoli figure di spessore che incontra il nostro autore, quelle appartenenti al surrealismo saranno le più influenti sulla sua forma mentis, sarà proprio il contatto con il surrealismo che genererà in Miller l’interesse per la scrittura automatica, il processo di scrittura che consiste in frasi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore ma che avvengono in stato di trance. I libri di questo periodo, Tropico del Cancro (1934) e Tropico del Capricorno (1939) si distinguono proprio per la loro natura fuori dall’ordinario.
Recensione del libro
Tropico del cancro
di Henry Miller
In questi, gli aneddoti di vita autobiografici si mischiano a riflessioni saggistiche filosofiche, che dipingono un quadro della personalità anticonformista e disinibita di Miller, continuando poi in virtuosismi letterari conditi da psichedelia, stati onirici ed erotismo.
Recensione del libro
Tropico del Capricorno
di Henry Miller
Nel raccontare gli episodi della propria vita, lo scrittore non omette mai le avventure più scabrose che li caratterizzano, ma sembra che l’obiettivo sia proprio quel momento di confronto con gli aspetti più intimi dell’esistenza, come se fossero quelle situazioni, erotiche o immorali, a scatenare i pensieri più stimolanti. Tutto ciò viene narrato con una capacità espressiva straordinaria, libera da ogni inibizione despotica. Nei romanzi, la trama si stende cavalcando senza sosta e disegna scenografie sporche, vere, così forti da palesarsi di fronte al lettore.
Henry Miller riesce nella fatica titanica di sbarazzarsi degli eccessi di pudore, per raggiungere un contenuto viscerale, capace di interrogarsi sulle questioni della vita con cruda sincerità, riuscendo a destare nel lettore sensazioni e considerazioni che pochi altri scrittori riescono a trasmettere.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Henry Miller: perché è lo scrittore anticipatore della beat generation
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Henry Miller Feltrinelli Storia della letteratura
Lascia il tuo commento