

Dall’8 al 23 marzo 2025 nuovamente al Teatro Piccolo di Milano torna “Ho paura torero”, trasposizione teatrale del romanzo di Pedro Lemebel del 2001. Nei panni della Loca è l’attore Lino Guanciale, in un’interpretazione magistrale di un personaggio che trasuda potenti le parole, la solitudine e il coraggio dell’autore cileno in piena dittatura di Pinochet. Un’occasione per riscoprire un romanzo che non lascia indifferenti, ma invita a riflettere sulle strutture di potere che cercano di annientare l’individuo, sulla forza dell’amore e dell’identità.
“Ho paura torero” di Pedro Lemebel: trama e personaggi


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“Ho paura torero” (titolo originale: “ Tengo paura torero”) di Pedro Lemebel, pubblicato in Italia da edizioni Marcos Y Marcos nel 2021 con la traduzione di Giuseppe Mainolfi e la prefazione di Marco Belpoliti, è un’opera che va ben oltre il romanzo storico o sociale, trasformandosi in un inno alla resistenza, alla libertà e all’amore, in tutte le sue forme più complesse e contraddittorie.
Pedro Lemebel la scrive nel 2001 e porta il lettore nel Cile degli anni ‘80 sotto il regime dittatoriale di Augusto Pinochet.
Un Cile carico di repressione e violenza, quindi, che diventa palcoscenico ideale a una narrazione che dà voce ai “più vulnerabili”, agli emarginati e di tutti coloro che, pur soffrendo, non smettono di sognare e di resistere.
Protagonista è La Loca Del Frente, un travestito che vive ai margini della società, nell’ombra, tra il desiderio di essere amata e il peso insopportabile di una realtà che la respinge.
La sua vita è conflitto interiore tra l’essere umano che desidera amore (il giovane soldato) e la società (in piena dittatura) che nega questo diritto per la sua identità sessuale e di genere.
La Loca vive e forse accetta la sua emarginazione, ma non si arrende. Vuole vivere con dignità, nell’attesa di qualcosa che possa (la dittatura forse) darle quella felicità che il suo contemporaneo le nega tra pregiudizi e e silenzi.
La storia di Loca è una vera e propria “cronaca di sofferenza” che pone al centro il suo essere “individuo e identità”.
“Persona” che cerca nell’amore affetto, libertà di essere, espressione di esistere. E lo cerca in un amore che è impossibile, unico, non ricambiato e irrimediabile, come sono tutti gli amori che nascono tra mondi “diversi”, mondi dove gli stereotipi creduti e vissuti non fanno altro che difendere l’amore e chi lo prova negandone declinazioni diverse che possano destabilizzare un ordine delle cose stabilito.
La trama, infatti, si concentra sul rapporto tra La Loca e un giovane soldato dell’esercito cileno, che incarna “il regime” del Cile di quegli anni.
L’amore che la Loca nutre per questo soldato la imprigiona, come il regione “imprigiona” il suo essere “diverso” che è identità.
La Loca, consapevole della distanza che esiste tra di loro, ugualmente ne riversa le sue aspettative, il suo amore, la sua solitudine, convinta (forse) di poter trovare soluzione e conforto.
Il giovane soldato, a sua volta, vive una situazione di conflitto interiore tra l’amore per una patria che non riconosce più (o forse ha paura di riconoscere) e il desiderio di una vita più libera, lontano dalla violenza, della guerra e della dittatura e desideroso di amore.
I due in questa ricerca di risposte sembrano trovare rifugio reciproco e riparo inaspettato, dove La Loca è simbolo di lotta contro l’oppressione, non solo politica, ma anche sociale e culturale, capace di risorgere e rinascere.
La Loca, “figura tragicomica”, esprime il dolore della propria condizione con ironia amara ma anche con tenace voglia di resistere e di credere nell’amore. La Loca non si arrende. Mai.
L’abilità narrativa di Lemebel fa di questo personaggio commistione equilibrata di fragilità e forza, capace di resistere alle ingiustizie del mondo e di continuare a credere in una bellezza che è al di là di ciò che la società accetta.
La Loca si fa voce di tutti coloro che, nonostante tutto, non rinunciano a sognare un mondo migliore.
È in questa ruota di simbolismi e rappresentazioni che Lemebel colloca personaggi e luoghi creando un completo e lineare flusso narrativo.
Il giovane soldato è simbolo di un’oppressione e la città di Santiago si fa sfondo, scenario immobile e in movimento, rappresentazione muta e al contingente temporale della storia.
Tra questi due poli si muove La Loca, isola in un mare di indifferenza che appartiene a tutti i mondi per non appartenere a nessuno.
Vaga emotivamente tra desideri non realizzati in una continua ricerca di un senso della vita che si fa solitudine. La sua è la solitudine di chi vive ai margini, di chi è condannato a non appartenere, a non essere riconosciuto. La sua è una solitudine capace di dare forza a chi (alla deriva) cerca con urgenza “la vita”: una vita qualsiasi, purché riconosciuta e ascoltata.
In questa ricerca di vita, che nasconde l’amore, La Loca e il soldato si trovano, si ritrovano, si toccano, in un legame che si fa profondo.
Il giovane soldato è la rappresentazione della dittatura, ma è anche uomo che, pur indossando una divisa, si trova a confrontarsi con la propria umanità, con il proprio desiderio di libertà e con la sua lotta interna. La sua interazione con La Loca non è solo un rapporto di potere, ma anche una riflessione sulla condizione dell’individuo sotto un regime che cerca di annientare la sua umanità.
Con una una lingua poetica e potente, che si fa veicolo di messaggi politici, ma anche di una riflessione profonda sulla condizione umana, il romanzo di Lemebel riesce a creare immagini che sono per il lettore sia carne che invocazione, un atto di denuncia, ma anche una dichiarazione di affetto e di speranza. Lemebel riesce a parlare del Cile degli anni ‘80, ma il suo messaggio è universale: è un invito a riflettere sulla libertà, sulla giustizia, sull’amore e sull’identità, temi che travalicano i confini storici e geografici.
Ho paura, torero: date dello spettacolo
Dopo Milano, lo spettacolo sarà anche a
- Napoli (Teatro Bellini), dal 26 marzo 2025 al 31 marzo 2025 (vedi qui date e biglietti)
- Roma (Teatro Argentina) dal 3 aprile 2025 al 17 aprile 2025 (vedi qui date e biglietti)
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Ho paura torero”: lo spettacolo teatrale con Lino Guanciale dal romanzo di Pedro Lemebel
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