Immaginate di entrare in una biblioteca per approfondire un tema che vi sta a cuore, cercare il libro più adatto e girare fra una libreria e l’altra, svoltare l’ennesima parete di libri e trovarvi davanti una persona seduta con un cartello che recita “persona con grave disabilità”. Non state sognando ma probabilmente vi trovate in una cosiddetta Human Library.
La “biblioteca umana” è un’organizzazione e un movimento internazionale nato a Copenaghen, in Danimarca, nel 2000. L’obiettivo è quello di affrontare i pregiudizi delle persone aiutandole a parlare con coloro che normalmente non incontrerebbero. L’organizzazione utilizza l’analogia della biblioteca, prestando persone piuttosto che libri. Queste persone hanno sperimentato il pregiudizio, l’esclusione sociale o lo stigma e i partecipanti possono porre loro delle domande in modo da imparare a conoscere l’altra persona e anche a sfidare i propri pregiudizi.
Com’è nata la Biblioteca umana
L’organizzazione Human Library è attiva in oltre 80 Paesi, nei quali esistono alcune biblioteche umane permanenti, ma la maggior parte di esse si svolge sotto forma di eventi. L’evento originale è stato aperto otto ore al giorno per quattro giorni di fila e presentava oltre cinquanta titoli diversi. L’ampia selezione di libri ha offerto ai lettori un’ampia scelta per sfidare i loro stereotipi e più di mille lettori ne hanno approfittato lasciando bibliotecari, organizzatori e lettori sbalorditi dall’accoglienza e dall’impatto della Human Library.
L’idea di creare un ambiente che invita al dialogo libero da ogni pregiudizio e imbarazzo, spinge le persone ad affrontare temi che nella quotidianità rimangono spesso ignorati. L’immagine iniziale, in cui ci si trova davanti una persona con grave disabilità disposta a condividere la propria storia, riesce a far comprendere le possibilità di una realtà libera ed educativa come la biblioteca umana. Nella conversazione con questi individui marginalizzati, come sottolineato dall’organizzazione, non deve esistere imbarazzo e le domande più scomode sono benvenute. L’obiettivo è quello di porsi di fronte ai propri pregiudizi per scardinarli, e il modo più efficace per fare ciò è entrare nel mondo delle persone in questione, per comprenderne le loro dinamiche, in modo tale da riuscire a vederle come una realtà concreta e non più come un concetto astratto incline allo stereotipo.
Chi sono i libri umani?
In questi oltre vent’anni dalla nascita dell’organizzazione, in ogni parte del mondo si sono “prestate” molte persone per condividere la propria esperienza e rispondere ai quesiti di centinaia di “lettori” incuriositi. Fra i libri umani che è possibile consultare, ci sono storie di tutti i tipi: Disabilità, orientamento sessuale, identità di genere, etnia, ognuno dei quali ha un’esperienza da persona discriminata o marginalizzata.
Nel blog del sito ufficiale Human Library è possibile leggere le testimonianze delle persone disponibili per questa iniziativa.
C’è ad esempio Rachel, 56 anni, è di Glasgow in Scozia, il suo argomento principale è il transgender, ma a volte è disposta a parlare anche dell’essere ebrea.
Trovo estremamente appagante essere un libro aperto. A causa della mia situazione personale e dei miei valori. Voglio fare la differenza. Sto dando alle persone l’opportunità di conoscere la mia esperienza. Non c’è un giusto o uno sbagliato qui e può non piacervi quello che sto dicendo, ma non potete negare la mia esperienza
Racconta della sua esperienza come libro vivente e di come riesca ad apprezzare anche le domande più provocatorie e scettiche sull’identità di genere, perché le dà la possibilità di affrontare il discorso in uno spazio sicuro e cercare di far comprendere a chi la sta ascoltando la propria esperienza, senza filtri ideologici ma con l’espressione più genuina possibile, la propria vita.
C’è poi la coppia Andy e Bernadette, una delle rare coppie di “libri” nella Human Library. Andy è sordo e Bernadette ha una storia di ansia e depressione. Andy è stato sordo per tutta la vita, ma non si considera tale, “è solo qualcosa che ho imparato a gestire”, dice. È un libro su come superare gli ostacoli e raggiungere il successo nella vita pur avendo a che fare con una disabilità uditiva.
Era il più giovane di cinque figli, quindi si può dire che era una casa piena che gli ha fornito preziose competenze di vita: “Ho imparato abbastanza bene il linguaggio, era una casa piena di gente”.
Entrambi concordano sul fatto che la Human Library è uno strumento efficace per sfidare gli stigmi e favorire conversazioni significative
È sorprendente la facilità con cui può abbattere le barriere, perché permette di discutere di qualcosa e di imparare a parlare con le persone. Credo che abbiamo dimenticato come si fa.
Andy dice e Bernadette aggiunge
Dico sempre che le conversazioni che si dovrebbero avere sono quelle che si evitano e ciò che fa la Human Library è creare uno spazio sicuro in cui si può chiedere tutto e si possono commettere errori e questo va bene. Se si riduce la paura, aumenta automaticamente la fiducia in se stessi.
Queste sono solo alcune delle testimonianze dei libri viventi che si possono trovare nella biblioteca umana. Sono tante le voci che compongono questo spazio inclusivo, persone che si prestano per un fine educativo, che permettono a chiunque di entrare, anche per poco, nella propria vita. In questo modo si abbattono quelle barriere che non ci permettono di comprendere a fondo le persone con queste storie.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Human Library: la biblioteca in cui si prestano persone al posto dei libri
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