Il romanzo I Tre Moschettieri di Alexandre Dumas fu pubblicato in Francia nel 1844. Nel 2024 ricorrono centottanta anni dalla sua pubblicazione. Seguirono altri due libri Venti anni dopo e Il Visconte di Bragelonne.
Si tratta dunque del primo romanzo di una trilogia, tutta di successo.
Nel primo dei romanzi lo scrittore, Alexandre Dumas padre, afferma di aver trovato un documento del diciassettesimo secolo in cui si narra la vicenda che lui trasforma in romanzo. Lo stratagemma, ricordiamo, venne usato anche da Manzoni nei Promessi Sposi, ed era già stato utilizzato nel Don Chisciotte da Miguel de Cervantes.
Tuttavia in questo caso, a differenza degli altri, il documento esisteva realmente, la figura di D’Artagnan è realmente esistita così come le figure dei tre moschettieri.
I “Tre Moschiettieri” sono esistiti davvero?
Nel diciassettesimo secolo, quello che sarà dominato dalla figura di Luigi quattordici, il Re Sole, due primi ministri che lo precedettero e in parte lo accompagnarono, Richelieu e Mazzarino rivestirono un delicato ruolo tutto interno alla nobiltà, e il suo potere, e il sovrano che intendeva imporsi sempre più con un potere assoluto.
La strategia era quella di invitare la nobiltà a Parigi a fare parte da un lato di quel complesso di festeggiamenti che la regia di Versailles consentirà e dall’altro di avere una funzione nell’apparato statale, supportando una politica estera che voleva essere di grande potenza, e che necessitava di somme ingenti da ottenere con le tasse.
Il Parlamento si riuniva per approvare imposizioni fiscali che potevano ricadere sulla borghesia, che ergeva le barricate, o sulla nobiltà proprietaria terriera, che non le voleva.
La fronda, di cui si parla nel romanzo, era costituita dalla nobiltà che si opponeva.
In questo contesto i due Primi ministri avevano creato questo corpo speciale, quello dei moschettieri, imbattibili in fatto di armi, composto da centinaia di adepti spesso di origine nobile che facevano da guardia reale o, se era necessario, andavano a combattere.
In questo corpo combatterono nel diciassettesimo secolo i Tre moschettieri e D’Artagnan, che era di famiglia nobile decaduta, e lo faceva per professione. Di questi fatti venne pubblicata una cronaca che Dumas trasformò in romanzo, anzi in una trilogia.
Recensione del libro
I tre moschettieri
di Alexandre Dumas
I “Tre Moschiettieri”: un romanzo d’avventura o storico?
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Si tratta di un genere che potremmo definire romanzo di avventura che in prosa si rifà ai poemi epici o d’amore sulla cavalleria medioevale che si erano affermati con poemi in versi nel Medioevo in Francia, Inghilterra, Germania e Spagna. In Italia si affermarono con Tasso e Ariosto, che ripresero le gesta dei cavalieri impegnati nelle crociate, che ormai nel Cinquecento si erano esaurite.
Mentre Cervantes con il Don Chisciotte in forma di prosa ne proclama la fine.
I moschettieri rappresentano una nuova forma di cavalleria con dei soldati che oltre alla forza militare sono portatori di valori di fedeltà al sovrano, che deve sempre combattere contro intrighi che lo vogliono spodestare o mettere in difficoltà, e che comprendono un entourage di nobili anche di altri paesi, nel caso specifico la nobiltà inglese.
La borghesia rappresentata per lo più da proprietari di alberghi o di osterie viene derisa, come viene deriso Mazzarino, datore di lavoro dei moschettieri, ritenuto piuttosto avaro. La borghesia viene rispettata nel momento in cui si arma e combatte.
Privilegiati sono invece gli amori con belle e intriganti nobildonne o con le loro ancelle. E anche i duelli, formalmente vietati, ma che di fatto servivano a risolvere i contenziosi pubblici e privati in cui i moschettieri erano maestri.
Nel romanzo, Dumas si concede una licenza creando dei moschettieri del cardinale e dei moschettieri del re, pagati dal cardinale ma ai quali anche i sovrani ricorrono ricompensandoli con regali in gioielli che non sempre finiscono nelle giuste mani.
Non manca poi il sentimento nazionale che non vuole gli inglesi nelle roccaforti francesi e non gradisce gli stranieri alla corte di Francia. E straniero è Mazzarino, italiano di nascita, e la regina Anna d’Austria. Ma la regina è gradita anche quando impone tasse - ma lascia sempre a Mazzarino il compito di occuparsi delle finanze.
La Francia, nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, fu impegnata in guerre da finanziare per consolidare il potere statale. Ricordiamo il difficile rapporto interno con gli ugonotti, i protestanti, alla fine espulsi. Il complesso rapporto con la corona inglese che nel Quattrocento occupava parte del territorio francese. Il difficile rapporto con la Spagna la cui corona controllava diversi paesi europei.
I “Tre Moschiettieri”: genere, ambientazione e valori
Il romanzo è dunque un romanzo storico a tutti gli effetti, oltre che di avventura. I personaggi sono ben costruiti: sia i protagonisti, sia gli antagonisti. Gli ambienti sono ben descritti, sia quelli reali sia quelli più modesti delle osterie o degli alberghi. I viaggi necessari a portare a termine le missioni sono occasioni per descrivere e portare alla ribalta tante località della Francia.
I lettori infatti erano parigini e della provincia.
Vengono esaltati i valori di amicizia che vengono stretti fra i moschettieri e la loro disponibilità a compiere missioni pericolose e impegnative per difendere l’onore dei sovrani.
Una scala di valori che disprezza le spie e gli intrighi, anche se poi questi ultimi accrescono il valore delle loro gesta, spesso eroiche, ma di un eroismo che non assume mai contorni epici, bensì camerateschi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: 180 anni dalla pubblicazione dei “Tre Moschiettieri” di Dumas: trama e curiosità
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