Alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma va in mostra dal 25 ottobre 2013 fino al 31 gennaio 2014 la passione per la cultura di un grande letterato del Novecento: Italo Calvino.
“Raccolgo in questo volume tre storie che ho scritto nel decennio ’50 – 60 e che hanno in comune il fatto di essere inverosimili e di svolgersi in epoche lontane e in paesi immaginari”.
Così Italo Giovanni Calvino Mameli, noto come Italo Calvino, scriveva nella Prefazione del volume I nostri antenati (Einaudi 1960) che raccoglie tre suoi celebri romanzi
Lo scrittore e partigiano, nato a Santiago de Las Vegas de La Habana il 15 ottobre 1923 e morto a Siena il 19 settembre 1985, avrebbe compiuto in questi giorni 90 anni. Per celebrare questa importante ricorrenza la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma presenta “I libri degli altri”. Il lavoro editoriale di Italo Calvino, una mostra iconografica e documentaria che raccoglie libri, riviste, prime edizioni, lettere, autografi, articoli e sopraccoperte illustrate del nostro autore più tradotto all’estero dopo Dante Alighieri. L’esposizione dedicata a un intellettuale di grande respiro morale, civile e politico, che partecipa al progetto itinerante In viaggio con Calvino promosso da IXCO (Istituto Italiano per la Cooperazione e da Casa dell’Architettura di Roma), sarà inaugurata venerdì 25 ottobre alle ore 17.
La rassegna, costituita in gran parte da documenti provenienti dai Fondi Falqui e Macchia della Biblioteca Nazionale, a cura di Giuliana Zagra con la collaborazione di Eleonora Cardinale, privilegia dello scrittore gli aspetti legati al suo ruolo di critico militante, di mediatore culturale svolto nell’Italia del secondo Novecento, di lettore curioso e attento alla letteratura emergente, di ideatore e promotore di iniziative editoriali innovative. La mostra ripercorre le tappe fondamentali del suo lavoro presso la casa editrice Einaudi, la direzione del Notiziario Einaudi, delle collane Piccola Biblioteca Scientifico-letteraria e Centopagine, l’esperienza condivisa con Elio Vittorini per i Gettoni nella direzione del Menabò, avvalendosi anche di un inconsueto corredo fotografico grazie alla gentile concessione della biblioteca comunale Italo Calvino di Castiglione della Pescaia.
“Lavorando in una casa editrice, ho dedicato più tempo ai libri degli altri che ai miei. Non lo rimpiango: tutto ciò che serve all’insieme di una convivenza civile è energia ben spesa”.
La passione di Calvino per il lavoro editoriale lo portò a seguire il libro in tutte le sue fasi, non solo selezionando i testi da pubblicare, a volte con accese discussioni sulle scelte da compiere, ma seguendo da vicino anche tutto ciò che aveva a che fare con la costruzione del volume: dall’elaborazione dei paratesti, scritti spesso personalmente per le bandelle e i risvolti della sopraccoperta, alla scelta delle immagini di copertina fino alla promozione e l’invito alla lettura attraverso le prefazioni e le recensioni.
L’esposizione è suddivisa in nove sezioni. Si parte dalla prima collana diretta da Calvino, Piccola Biblioteca Scientifico-letteraria, per proseguire con il notiziario Einaudi, la cui direzione impegna lo scrittore per tutti gli anni ’50. La terza sezione è dedicata al rapporto di Calvino con la Morante, attraverso l’esposizione di sue lettere a Elsa, testimonianza di una lunga amicizia e sintonia verso la scrittura morantiana. La quarta e la quinta sezione legano il nome di Calvino a quello di Vittorini prima attraverso l’esperienza della collana I gettoni, arricchita anche dall’esposizione di una lettera di Calvino ad Anna Maria Ortese, poi attraverso la direzione condivisa della rivista Il menabò; ritroviamo Calvino nelle vesti di direttore con la collana Centopagine, cui è dedicata la sesta sezione. Il lavoro ininterrotto che egli compie sui libri degli altri e al tempo stesso sui propri è documentato invece dalle sezioni settima e ottava: curatele, prefazioni, quarte di copertina e la traduzione de I fiori blu di Queneau. Infine, a riprova di quanto Calvino in tutto il suo percorso sia mosso dalla volontà di partecipare attivamente alla vita culturale italiana, la mostra si conclude con una sezione dedicata ai rapporti dello scrittore con il Premio Strega attraverso l’esposizione di documenti autografi e due lettere di Pietro Citati e Alberto Moravia. Non mancano alcuni documenti e fotografie private tra le quali una lettera/autografo dello scrittore alla figlia Giovanna, un bellissimo scatto di Italo con la figlia adolescente a Roma. Ecco il padre di Calvino, l’agronomo Mario (colui che ha importato in Italia l’avocado e il pompelmo) nel 1928 immortalato durante un safari in Africa, il bambino Italo con la madre Eva Mameli, docente di Botanica (la prima donna in Italia), insieme a Cuba e Giovanna con i genitori Italo e Chichita a Parigi.
“Mio padre diceva che mia madre era i suoi occhi: lei guardava il mondo e glielo raccontava”
ha precisato Giovanna Calvino, che risiede a New York con marito e figlia, in una recente intervista.
“non ho letto tutti i libri di papà...”.
Di suo padre Giovanna ama ricordare che sempre Calvino
“abbia lavorato al fine di non poter essere ridotto a una sola definizione e ci sia riuscito”.
Proprio questo è l’aspetto che la mostra mette in risalto, l’eterna curiosità di un narratore gentile, forse un po’ timido, spesso silenzioso, ma sempre pronto a cogliere e a intercettare iniziative editoriali innovative.
Eugenio Scalfari, amico e compagno di scuola di Italo Calvino nella classe Prima C del Regio Liceo G. Cassinis di Sanremo in un articolo apparso su Repubblica il 20 settembre 1985, scritto in occasione della morte dello scrittore avvenuta il giorno prima, aveva ricordato con queste parole l’amico:
“Aveva uno strano modo di incedere, camminava muovendo appena le braccia e le muoveva impacciato, quasi non sapesse dove metterle e che cosa farne, aveva occhi dolci, gli occhi di sua madre”.
Spirito anarchico e libertario, quando domandavano a Calvino se fosse simile alla sua creatura letteraria Marcovaldo, l’autore rispondeva:
“Direi di sì, ma il fatto strano è che ho cominciato a sentirmi simile a Marcovaldo dopo aver scritto il libro. Quando lo scrivevo, credevo che fosse un personaggio un po’ buffo un po’ triste ma molto diverso da me. Col passare degli anni invece…”.
La mostra, che si inaugurerà domani, sarà quindi una bella occasione per immergersi nuovamente nell’atmosfera di uno scrittore che seppe narrare descrivendo la realtà e il mondo che ci circonda con lucidità e coerenza, con allegoria e simbolismo.
“Vorrei che queste tre storie potessero essere guardate come un albero genealogico degli antenati dell’uomo contemporaneo, in cui ogni volto cela qualche tratto delle persone che ci sono intorno, di voi, di me stesso”.
- “I libri degli altri”. Il lavoro editoriale di Italo Calvino
- 25 ottobre 2013 – 31 gennaio 2014
- Biblioteca Nazionale Centrale
- Viale del Castro Pretorio, 105
- 00185 Roma
- Orari: lunedì – venerdì 10 – 18, sabato 10 – 13
- Tel. 06/4989344
INFO: All’esposizione si affiancheranno le consuete visite guidate organizzate dalla Biblioteca Nazionale, incontri dedicati (come la presentazione del numero monografico dedicato a Calvino dalla rivista Orlando diretta dallo scrittore Paolo Di Paolo) e un ciclo di proiezioni per le scuole e non, legate alla sua figura o ispirate alle sue opere:
- il poetico documentario autobiografico L’isola di Calvino di Roberto Giannarelli (26 novembre ore 11),
- lo storico Marcovaldo televisivo di Giuseppe Bennati (3 dicembre ore 11),
- Palookaville di Alan Taylor (10 dicembre ore 11) – unico film straniero di atmosfera calviniana da tre racconti di Ultimo viene il corvo –
- Domani accadrà di Daniele Luchetti (14 gennaio 2014, ore 11), esordio del regista de Il portaborse e prima volta sul grande schermo di Margherita Buy.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “I libri degli altri”. Il lavoro editoriale di Italo Calvino in mostra alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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