I protagonisti nelle storie di Roald Dahl sono spesso bambini di famiglie monoparentali attorniati da tanti personaggi diversi, particolari, spesso unici. Nei racconti di Dahl, il bambino simboleggia, tranne che nel libro “La magica medicina”, l’innocenza, la bontà magari mista a una certa monelleria e sempre contrapposta al mondo adulto che incarna le forze negative del male, o semplicemente, la poca intelligenza. Pare un po’ crudele Dahl a descrivere così il mondo dei grandi, ma forse, in tutto questo, c’è un po’ di lui bambino, cresciuto in collegio, lontano dagli affetti familiari.
Tra i pochi adulti “buoni” ricordiamo i nonni di Charlie Bucket e Willy Wonka ne “La fabbrica di cioccolato” e il GGG, il grande gigante gentile che tesse un’amicizia tutta particolare con la piccola Sofia.
Le Streghe di Roald Dahl
Il personaggio che, invece, spicca per malvagità è “la strega suprema” descritto nel libro “Le Streghe”. Il protagonista è un bambino di sette anni che perde i genitori in un incidente stradale e rimane a vivere con la nonna che gli racconta spesso storie divertenti su quelle creature misteriose. Arrivano le vacanze estive e l’anziana donna, reduce da una malattia, decide di trascorrere questo periodo con il nipotino in un hotel della cittadina balneare di Bournemouth. In questo albergo soggiornano molte signore un po’ particolari che catturano l’attenzione del bambino. Celano la reale identità del gruppo cui appartengono sotto il falso nome di R.S.P.M.: Reale Società per la Protezione dell’infanzia Maltrattata. Il bambino, per curiosità, si intrufola nella sala delle loro riunioni e, cosa sente? Le signore non difendono i bambini, anzi li vogliono distruggere perché sono le vere streghe! Durante il congresso arriva il capo di tutte loro, la strega suprema, che vuol spiegare con la massima chiarezza come liberarsi di tutti i bambini.
Quanto sono brutte le streghe! Nascondono la loro calvizie sotto una parrucca che le costringe, a grattarsi in continuazione la testa, hanno le mani come artigli e per questo indossano sempre guanti, non hanno le dita dei piedi e, per nascondere ciò, calzano scarpe a punta ma soprattutto, hanno la lingua blu! La strega suprema, poi, parla in maniera particolare, in una lingua simile al tedesco, dove molte consonanti si induriscono così da dare alla signora un aspetto oltremodo malvagio. Eppure questo personaggio cattura l’attenzione dei bambini. Chi scrive lo ha sperimentato molte volte in classe. A ogni frase letta con voce imperiosa, a ogni gesto simile a quello delle streghe i bambini delle prime classi un po’ ridevano, un po’ indietreggiavano timorosi, ma il momento più bello è stato quello in cui, dopo aver succhiato di nascosto un lecca lecca con coloranti blu, ho mostrato la mia lingua! Ero diventata la strega suprema ma in classe era avvenuta quella magia che rende impossibile non ascoltare, che fa venire voglia di leggere.
Grazie a Dahl, alla sua fantasia, alla sua genialità e grazie anche a tutti quei bambini che mi hanno ascoltato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I personaggi indimenticabili nelle storie di Roald Dahl
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