Nell’analisi del Rapporto AIE 2014 sullo stato di salute dell’editoria italiana abbiamo accennato ad una questione su cui il Presidente AIE Marco Polillo ha posto l’accento, ovvero la necessità di equiparare l’IVA sui libri digitali, gli ebook (22%), a quella sui libri di carta (4%).
In sostegno di questa causa si stanno mobilitando gli editori, ma soprattutto la rete, grazie alla campagna social #unlibroèunlibro.
Gli obiettivi della campagna sono 4:
- dimostrare che una storia è una storia, indipendentemente dal supporto di lettura;
- favorire la diffusione del libro in Italia anche attraverso l’aiuto delle nuove tecnologie, considerando che il nostro Paese è all’ultimo posto in Europa per indice di lettura;
- sensibilizzare gli altri Paesi europei sfruttando la presidenza italiana di turno presso l’UE;
- porre fine alla discriminazione tra libro ed ebook prevedendo lo stesso trattamento fiscale, in Italia e in Europa.
Ma perché questa differenza tra libri cartacei e digitali? La risposta è a livello comunitario. L’UE infatti ha stabilito, in tempi precedenti rispetto alla nascita del mercato degli ebook, che, ai fini IVA, tutti i beni digitali dovessero essere considerati servizi, a cui applicare, quindi, l’aliquota massima dell’imposta.
Come è la situazione negli altri Paesi dell’UE sulla tassazione IVA? Ben 26 paesi su 28 per sostenere la cultura, considerata come un motore di crescita culturale e democratica, applicano l’aliquota IVA agevolata. Alcuni esempi:
- Inghilterra e Irlanda: l’IVA sui libri è pari a 0;
- Spagna (e Italia): IVA al 4%;
- Polonia: IVA al 5%;
- Francia: l’IVA sui libri è pari al 5,5%;
- Belgio 6%.
Libri e Ebook: come equiparare l’IVA?
A fronte della normativa UE, cosa si può fare per equiparare l’IVA di libri cartacei e ebook?
- Una strada lunga, ma da provare, è sicuramente quella che vede i 28 ministri delle finanze UE agire in maniera unanime per richiedere la deroga per gli ebook e l’equiparazione della tassazione;
- Un’azione unilaterale, ma già compiuta da Paesi come Francia e Lussemburgo, è quella di abbassare unilateralmente l’IVA sugli ebook, incorrendo in una procedura di infrazione.
Sul sito dedicato alla campagna #unlibroèunlibro viene sottolineata l’importanza della lettura digitale mediante il ricorso a dati oggettivi:
"In Italia i device per la lettura digitale stanno conoscendo una forte diffusione: nel 2013 gli ereader acquistati sono stati 2,4 milioni (+34,2%), i tablet 6,3 milioni (+65,7%) e gli smartphone 26,2 milioni (+43,0%). A essere in crescita è anche il tempo che gli italiani passano in loro compagnia. In un Paese dove 4 italiani su dieci (il 43% secondo Istat) leggono almeno un libro all’anno, intercettare lettori e non lettori attraverso i device che utilizzano maggiormente è la sfida da vincere per aumentare gli indici di lettura. Già oggi la lettura digitale, che nel 2013 ha registrato un +18%, cresce più di quanto non faccia la lettura dei libri di carta che, al contrario, nell’ultimo anno ha perso il 6,1%".
Gli amanti dei libri combattono questa battaglia affinché venga riconosciuta la pari dignità tra libri digitali e cartacei.
E voi siete d’accordo? #unlibroèunlibro? Partecipate alla campagna sui profili Facebook, Twitter, Instagram e condividete con noi i vostri messaggi!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: IVA sui libri: perché sugli ebook si paga il 22%?
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