Il Signore degli anelli di J.R.R. Tolkien è stato per anni un romanzo controverso. Quando è uscito non si riusciva a inquadrarlo in un genere letterario: il genere fantasy è nato dopo, qualcuno parlava di fantascienza.
Negli anni Settanta almeno in Italia se ne è parlato come di un romanzo che piaceva ai giovani di destra.
Nel romanzo che sicuramente tiene presente la Seconda guerra mondiale - che si era da poco conclusa - in verità non c’è nulla che sia politicamente schierato.
Sono trascorsi cinquant’anni dalla morte di J.R.R. Tolkien, l’autore de Il Signore degli anelli . Non solo il romanzo è ancora letto - e il film viene trasmesso - ma lo si può ormai considerare un classico.
Di recente è stato riedito dalla casa editrice Bompiani, a gennaio 2023, in una nuova traduzione a cura di Ottavio Fatica.
Scopriamo tutti i segreti del capolavoro di Tolkien.
“Il Signore degli anelli” di J.R.R. Tolkien: le ragioni di un successo senza tempo
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Il Signore degli anelli è ambientato in un mondo immaginario che ha il nome di “Terra di mezzo”.
Rifacendosi a tradizioni celtiche e a saghe nordiche costruisce un mondo dove oltre agli uomini vivono elfi, nani, orchi e i simpatici personaggi inventati dall’autore: gli Hobbit. Vivono in un’area della Terra di mezzo chiamata Contea dove gli altri non hanno motivo di andare. Si dedicano all’agricoltura e all’allevamento, parlano di pettegolezzi, amano le proprie famiglie, si divertono a ritrovarsi insieme davanti a un boccale di birra.
Forse Tolkien nel crearli si è ispirato al mondo contadino inglese della prima metà del secolo scorso.
Il mondo descritto temporalmente potrebbe essere ambientato nel medioevo: per le armi che si adoperano, i mezzi di trasporto, gli abiti, i castelli in cui vivono i sovrani.
Ma ci vivono creature proprie dei racconti medievali o dell’antichità e esistono oggetti che hanno poteri magici, nonché dei veri e propri stregoni, del genere rappresentato in altre saghe da Merlino.
Nella Contea vive Bilbo Baggins che è l’unico Hobbit ad aver viaggiato.
Dai viaggi è tornato ricco e non ha più bisogno di lavorare. Inoltre sembra non invecchiare. È affezionato a un suo giovane nipote, Frodo.
Ogni tanto lo va a trovare lo stregone Gandalf, che gli chiede se ha ancora con sé un misterioso anello. Ma Gandalf dagli Hobbit è conosciuto soprattutto per i fuochi di artificio che riesce a fare e che fanno divertire tutti.
Nessuno fra gli Hobbit sa che molto tempo prima era stata combattuta una battaglia in cui tutte le specie si erano alleate per combattere il signore del male.
Lo avevamo sconfitto ma non erano riusciti a distruggere l’anello del potere. E questo anello era finito nelle mani di Bilbo. E Gandalf aveva scoperto che l’anello il cui possesso trasformava tutti in servi del male sugli Hobbit non aveva molto effetto.
Frodo sarà quindi incaricato di portarlo nell’unico posto dove può essere distrutto: proprio dove vive il “Signore degli anelli”.
“Il Signore degli anelli”: le caratteristiche del romanzo di Tolkien
Oltre a rifarsi alle saghe celtiche e nordiche presenta anche diverse figure femminili: donne amazzoni, principesse con poteri magici che con i loro doni aiutano il portatore dell’anello, donne innamorate che per amore sono disposte a rinunciare al dono dell’immortalità degli elfi, donne hobbit, semplici, che anelano a sposarsi in modo normale.
I personaggi sono nettamente divisi tra buoni e cattivi. Ma anche i buoni vivono in una condizione che li può fare diventare cattivi. Rappresentano una visione escatologica? Forse. Il romanzo è di tutti e ognuno è libero di leggervi quello che vuole.
Lo svedese Stieg Larsson lo ha citato nel suo romanzo Uomini che odiano le donne. O meglio: ha citato il film. Al protagonista fa dire che gli orchi in fondo appaiono molto più semplici degli uomini che lui incontra.
Il romanzo è suddiviso in tre parti, ma in realtà è un unicum. Riporta una cartina della Terra di Mezzo sulla quale chi vuole può seguire gli spostamenti dei protagonisti.
Oltre all’amore i valori espressi sono quelli dell’amicizia, dell’amor di patria, della necessità di allearsi - anche fra persone in cui prevale la diffidenza - per combattere il nemico comune.
Molti inoltre gli archetipi adoperati dallo scrittore: “il saggio”, “il forte”, “il generoso”, valori assoluti dell’esperienza umana che, proprio come il capolavoro di Tolkien, non muoiono mai.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il Signore degli anelli”: i segreti del successo del libro di Tolkien, a cinquant’anni dalla morte
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