Il Vascello di Ishtar
- Autore: Abraham Merritt
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fanucci
- Anno di pubblicazione: 2021
Circondato da onde vertiginose, Il Vascello di Ishtar di Abraham Merritt (Fanucci, 2021, trad. Francesco Vitellini) continuava imperturbabile a solcare il mare irreale al quale era stato condannato, incurante del tempo che trascorreva e di ciò che accadeva al suo singolare carico.
Kenton riuscì ad aprire gli occhi soltanto con grande sforzo. La sua mente continuava a elaborare freneticamente lo stesso pensiero, senza poter interrompere quel processo di ripetizione o trovare un senso: non può esserci acqua di mare nel mio studio; non può esserci acqua di mare nel mio studio.
Eppure, sapeva di essere completamente bagnato e che l’acqua che gli scorreva sul viso era salata.
Finalmente, riuscì a guardarsi intorno e ciò che vide lo sorprese fino a renderlo sgomento: la stanza in cui pensava di trovarsi, il suo studio, era completamente svanito e, al posto dei confini tracciati dalle austere pareti, il mare sconfinato lo accoglieva nel suo vigoroso abbraccio, fatto di onde impetuose che si susseguivano senza sosta.
Impiegò un altro solo istante per capire di essere su una nave. Seduto in terra, con la schiena appoggiata a una parete di legno, cercò di recuperare tutta la sua lucidità prima di provare a muoversi per contrastare il beccheggio. Nel frattempo, l’acqua continuava ad affermare la propria presenza con energia, inzuppando i suoi vestiti con metodo, quasi a voler fugare ogni possibile dubbio in merito al luogo in cui si trovava.
Tuttavia, a dispetto dell’innegabile realtà che si mostrava ai suoi occhi, Kenton non riusciva a credere a ciò che lo circondava: soltanto pochi attimi prima, stava osservando un reperto di inestimabile valore rinvenuto nei pressi dell’antica Babilonia; era un dono da parte del suo amico e collega archeologo Forsyth, ricevuto alcune ore prima. Ricordava benissimo le iscrizioni presenti su quel blocco di pietra, dedicate a Ishtar, dea babilonese dell’amore e della guerra. Improvvisamente, gli tornò chiaro in mente l’attimo in cui il monolito in pietra era andato in frantumi e, dalla nuvola di polvere in cui si era trasformato, era sorto un piccolo oggetto splendente dalla fattura preziosa: un vascello!
Nonostante la situazione sembrasse diventare sempre più incomprensibile di momento in momento, allo stesso tempo, inspiegabilmente una lucida consapevolezza cresceva inarrestabile dentro di lui.
Da abile combattente qual era diventato nel corso della Grande Guerra, finita da troppo poco tempo, cominciò a studiare il luogo in cui si trovava e fu così che scoprì che il ponte di quella nave era a dir poco straordinario: da una parte, esso era inondato dalla luce più possente che si potesse immaginare, mentre dall’altra sprofondava nell’oscurità più insondabile. Ebano e avorio erano i colori che si contendevano la scena...e il ponte stesso della nave. Come ebbe modo di verificare successivamente, quei due mondi erano fisicamente separati da una barriera invalicabile, ai lati della quale trovavano posto le forze che esprimevano l’uno o l’altro dei due colori; e che erano in lotta perenne, così come il Bene e il Male.
La solida conferma di ciò che stava guardando gli giunse a fil di spada, quando una voce autoritaria gli intimò di alzarsi.
Ma mentre cercava di decifrare la minaccia che incombeva su di lui, Kenton non poteva sapere che la sua vita stava per cambiare: pochi attimi ancora e i suoi occhi si sarebbero posati su Sharane, creatura dalla bellezza inenarrabile. Sacerdotessa di Ishtar, ella navigava su quel vascello da tempo immemorabile, combattendo senza tregua contro il suo nemico Klaneth, sacerdote del dio dei morti Nergal.
In un solo istante, Kenton decise del suo futuro: e mentre la sua mente si affannava ad assimilare la nuova realtà nella quale era stato inconsapevolmente catapultato, egli aveva già cominciato a ideare astuti stratagemmi per sconfiggere l’odioso avversario della sua amata, noncurante dei rischi che ciò avrebbe potuto comportare per la sua stessa vita.
Ma al pari di come era stato improvvisamente proiettato in quella dimensione inspiegabile, senza che potesse farci nulla, allo stesso modo, di quando in quando veniva riportato indietro, nel suo studio di New York. Quell’ambiente, un tempo così familiare e confortevole per lui, era diventato ora sempre più insopportabile: era l’assenza di Sharane a renderlo tale, insieme a quella voglia di vita e di avventura che, ormai, bramava con tutte le sue forze.
E poco importava se ciò significava sfidare divinità arcane dai poteri sovrannaturali, rischiando dolore e sofferenza se non addirittura la morte.
Nell’esatto istante in cui si rese conto di essere nuovamente nella sua casa di New York, la disperazione lo assalì e, con tutte le sue forze, si appellò a Ishtar affinché gli concedesse di tornare dalla sua amata e dai suoi amici. Come in un lampo, vide distintamente il sorriso di Sigurd prendere forma nell’aria, quasi come se il suo compagno fosse accanto a lui, mentre poteva quasi sentire le braccia possenti di Gigi sostenerlo mentre lottava contro le onde. Con una fitta dolorosa si rese conto di quanto gli mancasse Zubran.
Non poteva rimanere in quello studio mentre tutti loro avevano bisogno di lui.
Determinato a tornare in quel mondo a cui, ormai, sentiva di appartenere, guardò con attenzione il mucchio di polvere in cui si era trasformato il blocco di pietra che gli era stato consegnato solo poche ore prima: il piccolo vascello era ancora lì, con il suo prezioso carico apparentemente immobile.
Un urlò fu sul punto di dare sfogo a tutta la sua frustrazione, ma rimase strozzato: l’acqua che lo circondava lo travolse con violenza e, istintivamente, concentrò tutte le sue energie per serrare la presa sulla catena a cui era aggrappato e che, attaccata al vascello che navigava rapido, rappresentava l’unica speranza di non perdersi in quel mare di giada che tutto avvolgeva.
Il Vascello di Ishtar di Abraham Merritt è stato definito in molti modi nel tempo, a probabile testimonianza di quanto profonda sia quest’opera e delle molteplici interpretazioni alle quali essa è capace di prestarsi. Uscito per la prima volta a puntate a partire da novembre del 1924, vale la pena di ricordare che, nel 1938, il successo di quest’opera fu tale da risultare più popolare anche delle avventure di Tarzan, il famoso personaggio creato da Edgar Rice Burroughs.
La scrittura risoluta di Abraham Merritt ci trasporta in un mondo nel quale riusciamo a entrare quasi con naturalezza, nonostante la situazione fantastica su cui è imperniato il racconto. I valori su cui ruota l’avventura di John Kenton sono universali e senza tempo ed è difficile non partecipare con trasporto alle vicende del protagonista, gioendo e soffrendo insieme a lui. Ed ecco che la stessa Sharane apparirà ai nostri occhi straordinariamente bella, mentre il sentimento di amicizia che lega i personaggi della storia si porrà al di là di ogni possibile dubbio.
Amore, lealtà, audacia: chi non vorrebbe essere protagonista di un’avventura così, dove si gioca senza sosta tra la vita e la morte?
Il vascello di Ishtar
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Un libro perfetto per...
Il Vascello di Ishtar di Abraham Merritt potrebbe essere apprezzato da tutti gli appassionati del genere fantasy.
Inoltre, essendo stato scritto da circa un secolo, potrebbe incontrare anche l’attenzione degli estimatori della letteratura del tempo.
In generale, è certamente adatto a tutti coloro che sono in grado di godere di un’opera letteraria di qualità.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Vascello di Ishtar
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