

«Il cuore di rincalzo». Il rinato Esercito Italiano nella guerra di Liberazione 1943-1945
- Autore: Italo Cati
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
8 settembre 1943 - 2 maggio 1945, un periodo tragico della storia nazionale, nel quale gli italiani si sono divisi, convinti però in molti che soltanto combattendo per il proprio Paese, e magari morendo, non si tradiva l’Italia. Tra questi, decine di migliaia di ex militari del Regio Esercito, incolpevolmente sbandati per i mancati ordini all’armistizio e poi riuniti nei reparti cobelligeranti nella penisola, a fianco degli Alleati. Sono le conclusioni dell’esperto di storia del 1900 Italo Cati, autore di un intenso saggio, «Il cuore di rincalzo». Il rinato Esercito Italiano nella guerra di Liberazione 1943-1945, per Tralerighe Libri, dell’editore lucchese Andrea Giannasi (ottobre 2023, 546 pagine, con numerose foto in bianco e nero, documenti e cartine nel testo).
Il titolo nasce dalla coraggiosa risposta del comandante del Gruppo di Combattimento Folgore, il generale Morigi, all’ordine di un superiore britannico di aprire “a tutti i costi” la strada verso Bologna da Case Grizzano. Dove non erano riusciti gli Alleati, toccava farcela agli italiani. Non avevano altro rincalzo che il cuore, ma ce la fecero, a modo loro, portandolo oltre l’ostacolo formidabile (le mitragliatrici tedesche). Con un atteggiamento sprezzante e sospettoso, Londra e Washington non concessero mai agli italiani il riconoscimento di alleati, ma di semplici cobelligeranti. Eppure, qualche bravo generale seppe organizzare una forza combattente generosa con poche decine di migliaia di militari pressoché senza uniformi e ufficiali, a parte l’abbondanza di tenenti di complemento inesperti.
Dopo l’8 settembre 1943 venne costituito a San Pietro Vernotico, centro agricolo del brindisino, il Primo Raggruppamento Motorizzato, forte di 3 mila uomini, inquadrato nella 5a Armata americana. Ebbe il battesimo del fuoco l’8 dicembre, a Monte Lungo, un’aspra ascesa rocciosa montana tra Mignano e Cassino. Il cattivo coordinamento con gli Americani causò il fallimento e le perdite. Il reparto replicò l’assalto con successo una settimana dopo. Da quel nucleo nacque il Corpo Italiano di Liberazione, inquadrato nella 8a Armata britannica. I nostri avanzarono nel settore adriatico, battendosi con determinazione nell’autunno-inverno 1943-45. Prima dell’offensiva di primavera, l’Esercito Italiano allestì sei Gruppi di Combattimento, composti ciascuno da 10 mila uomini. Nel complesso, le perdite si stimano in oltre 12 mila caduti, ma il computo esatto è tuttora difficile.
Se ai soldati italiani cobelligeranti, che pure avevano sparso sangue a Monte Lungo e sulle Mainarde, non venne consentito dagli Alleati di sfilare in Roma liberata nel 4 giugno 1944, invece i militari dei Gruppi di combattimento entrarono il 21 aprile 1945 in una Bologna impazzita di felicità alla vista di soldati con il tricolore sulla manica sinistra dell’uniforme alleata. In dieci mesi, i nostri avevano riscattato l’onore del Paese e riscosso l’apprezzamento dei comandi anglo-americani, che li usavano come carne da macello, sacrificando i soldati italiani insieme ai polacchi nei settori più contesi dai tedeschi, nei rilievi marchigiani e nell’Appennino emiliano romagnolo.
La ricostruzione storica di Cati è ricca di sentimento ed esaltante. Quegli italiani, scrive, impartirono a tutti sonore lezioni di coraggio offensivo e di sacrificio (ne sono testimoni gli episodi di Monte Marrone, Filottrano e tanti altri). Non si dimentichi quello che seppero fare i paracadutisti delle centurie del Nembo e dello Squadrone "F", nell’operazione Herring oltre il Po, mentre inglesi, americani e alleati vari segnavano il passo davanti ai tedeschi in ritirata. Furono le migliori truppe germaniche a subire lo spirito di rivalsa dei caparbi fanti italiani, abituati a soffrire e l’urto determinato dei nostri “Reggimenti di granitici Granatieri corazzati”. Gli invitti diavoli verdi di Cassino cedettero ai pugnali del Nembo a Grizzano e vennero caricati con foga a Poggio Scanno dai Bersaglieri. Non vanno trascurate le truppe da montagna: gli equipaggiatissimi reparti speciali americani scoprirono con stupore le capacità degli Alpini, ma non riuscirono mai a uguagliarle, anche dopo i corsi di addestramento curati per loro dai rudi istruttori delle fiamme verdi.
Anche i generali e i comandanti, tanto mal considerati, si dimostrarono abili e dotati di carisma. Riuscirono a infondere forza e convinzione nei loro soldati, oltre a imporsi in certi casi ai superiori comandi alleati.
Il lavoro dello studioso friulano è basato sull’attenta ricerca storica e su numerose testimonianze di ex combattenti, raccolte nel corso degli anni e mai pubblicate in precedenza. Nato a Sacile nel 1952, figlio di un sottufficiale della Divisione Sforzesca reduce dalla Campagna di Russia, ha intrapreso la carriera militare come sottufficiale presso vari reparti della Folgore, concludendola presso il Sacrario di Redipuglia, dove ha curato il museo della III Armata. Italo Cati ha partecipato attivamente alla riesumazione delle salme dei soldati italiani nell’ex Unione Sovietica e collabora con l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Vive a Cervignano del Friuli (UD), si occupa di ricerche e studi sulla Grande Guerra, ha scritto numerosi saggi e curato molte esposizioni storiche. È vicepresidente dell’Associazione Military Historical Center di Udine. Testi precedenti pubblicati con Tralerighe Libri, nel 2022: Soldati nella steppa. L’esercito dell’Armata Rossa contrapposto ai soldati italiani nei cruenti combattimenti della Campagna di Russia (1941-1943) e Onore di soldato! L’epopea dei fanti del 54° reggimento fanteria Sforzesca nella prima battaglia difensiva del Don.

«Il cuore di rincalzo». Il rinato Esercito Italiano nella guerra di Liberazione 1943-1945
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