Il giovane Hitler che ho conosciuto
- Autore: August Kubizek
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2025
Uscito in libreria da pochi giorni, Il giovane Hitler che ho conosciuto (Bibliotheka, traduzione di Alessandro Pugliese) è il racconto autobiografico dell’amicizia giovanile di August Kubizek con Adolf Hitler.
August Kubizek, direttore d’orchestra e scrittore austriaco, è stato l’amico fraterno di Hitler durante l’adolescenza. Si conobbero nel 1904 e insieme lasciarono la loro città Linz e si iscrissero al Conservatorio a Vienna, dove solo Kubizek portò a termine gli studi. Si ritroveranno successivamente nel corso della storia quando Hitler divenne Cancelliere, chiedendo all’amico ritrovato di scrivere sulla loro amicizia.
Il giovane Hitler che ho conosciuto è uno dei pochi libri che narra realmente un periodo importante nella formazione politica di Adolf Hitler; le memorie di un giovane cupo, fanatico e ambizioso che si dedicherà alla politica abbandonando i suoi sogni legati all’arte.
Il giovane Kubizek era figlio di un tappezziere che dopo molti sacrifici era riuscito a mettersi in proprio. Amava la musica fin da piccolo, da quando aveva ricevuto in dono per Natale un violino. Per gli studi scolastici non era portato, ma per la musica avrebbe venduto l’anima. Frequentando il teatro dell’Opera della sua città, Linz, scoprendo con meraviglia il piacere della musica dell’orchestra e del bel canto, conobbe il giovanissimo Hitler. Da quel primo incontro incominciarono a frequentarsi divenendo buoni amici. Descriverà Hitler come un giovane privo di pazienza, che aveva abbandonato la scuola “a causa di un odio viscerale verso di essa”, convincendo la madre Klara, alla quale era molto legata, della futilità del sistema scolastico;
si può imparare molto meglio da soli.
Voleva dedicarsi all’arte, all’architettura. Tra gli insegnanti, che manifestavano odio razziale per gli ebrei, ammirava il suo professore di scienze, il più nazionalista tra tutti. Del padre parlava con profondo rispetto, ma il suo autoritarismo indusse il giovane Adolf a una manifesta ribellione.
Smilzo e per niente vigoroso, brusco e nervoso ma dalle buone maniere, aveva gli occhi che mutavano espressione quando parlava e un magnetismo che affascinava. Disegnava, dipingeva e leggeva di storie mitologiche; era un austriaco con un forte senso dell’umorismo e dall’ironia aspra e cruda. Un uomo profondamente serio.
August si descriverà come il suo contrario; tranquillo e sognatore, un buon ascoltatore, rimaneva pazientemente per lunghe ore ad ascoltare Adolf e “le sue eruzioni vulcaniche”. Nonostante i diversi temperamenti, la loro amicizia non venne mai messa in discussione. Non fumavano, non bevevano ed entrambi conoscevano la fame, in una città con profonde differenze di classe.
Dopo gli anni trascorsi a Linz, August si dedicò completamente agli studi di musica mentre Adolf alla politica, nella risplendente città imperiale di Vienna che avrebbe potuto offrirgli mille possibilità. In quel periodo un fronte giovanile di lotta manifestava a favore della popolazione tedesca all’interno della monarchia austroungarica. Una situazione difficile tra le differenti etnie, nazionalità diverse con evidenti ingiustizie sociali, e senza dimenticare che si era sull’orlo di una guerra mondiale. August sentì per la prima volta pronunciare da Hitler la parola Reich, utilizzata per indicare il territorio tedesco nel rifiuto dello straniero. L’ideologia nazionalista era divenuta il suo credo politico anche se non si unì a nessun partito o organizzazione. Le disperate condizioni sociali costrinsero le giovani generazioni “alla critica razziale e all’opposizione violenta”
Tutte le energie dello stato asburgico erano concentrate a Vienna. Trenta nazioni lottavano per la loro esistenza e indipendenza nazionale, e questo generava l’atmosfera di un vulcano.
Ed ecco che una nuova espressione ricorrente di Hitler fu “lo Stato Tedesco Ideale”, che insieme al concetto di Reich divenne in lui un pensiero dominate. L’enorme interesse per la politica ebbe una posizione sempre più importante nella sua scala di valori e incrinò in parte l’amicizia con August.
Il racconto di Kubizek sorprende il lettore per la descrizione diligente e accurata del loro rapporto e della loro vita comune, senza mai lasciarsi andare ad alcun commento sulle idee e sulle azioni politiche di Hitler. L’autore decise di pubblicare le memorie solo nel 1953, dopo aver rifiutato la possibilità di divulgarle durante il Terzo Reich e successivamente ad alcuni storici del Nazismo. Un uomo fondamentalmente apolitico, malato, indebolito dalla prigionia nella Germania Ovest, morirà di lì a pochi anni, ricordando la sua gioventù trascorsa insieme ad Hitler, l’uomo che generò l’Olocausto e altri orrori, come una delle esperienze più belle della sua vita.
Il giovane Hitler che ho conosciuto
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