Il 27 gennaio ricorre la Giornata Mondiale della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto, e in questa occasione la Edizioni San Paolo pubblica Il partigiano di Dio (2023, Presentazione dell’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, Presentazione di Giorgio Sacerdoti, pp. 187, 18,00 euro) di Gerardo Severino e Vincenzo Grienti, in cui gli autori rievocano la storia di Don Gilberto Pozzi, lo Schindler di Clivio, come recita il sottotitolo del testo.
La Seconda guerra mondiale e soprattutto la follia di un dittatore nazista ha inghiottito sei milioni di ebrei, vittime innocenti, ma in tutta questa insensatezza vi sono stati uomini e donne valorosi ed eroici che si sono prodigati per strappare da morte certa chi era solo colpevole di appartenere alla razza ebraica. Alcuni di loro sono noti, come Oskar Schindler, l’imprenditore di nazionalità tedesca e religione cattolica, che salvò più di 1000 ebrei dallo sterminio della Shoah. Altri meno noti, anzi quasi sconosciuti, come don Gilberto Pozzi, il quale, nella confusione seguita all’8 settembre 1943, insieme al maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Cortile e alla signora Nella Molinari, fondò a Clivio, al confine tra Varesotto e Canton Ticino, una cellula partigiana dedita all’aiuto degli ebrei, dei profughi e dei perseguitati dal nazifascismo.
Don Gilberto non esitò un attimo, decise di aiutare centinaia di vite umane strappandole dalla prigionia, dalla deportazione e da morte certa. Il sacerdote trovò la collaborazione di altri preti e di persone generose, sviluppando in tal modo una rete, che lavorava nell’ombra anche per passare informazioni agli Alleati e produrre documenti di identità falsi pur di salvare gli ebrei.
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Don Gilberto, prete in Clivio dal 1901 al 1963, venne imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano e liberato grazie all’intervento del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, mentre il maresciallo Cortile morì nel campo di Mauthausen-Melk. Nella Molinari morì nel 1987 ma grazie alla sua testimonianza e a un attento lavoro di ricerca storica e archivistica, gli autori, il colonnello e per lunghi anni direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza Gerardo Severino e il giornalista Vincenzo Grienti, in queste pagine riportano alla luce una storia che assomiglia a una pellicola cinematografica, e invece non solo è straordinariamente vera ma ha molto da insegnare alle giovani generazioni.
Il volume svela tutte quelle vicende di generosità ed eroismo che avvennero a favore dei perseguitati durante l’occupazione nazista del Nord Italia nel 1943-45, vicende che altrimenti sarebbero cadute nel più completo e ingiusto oblio. Invece gli autori ricostruiscono con perizia e passione la vicenda di don Gilberto Pozzi che era parroco di Clivio negli anni più bui del nostro Paese, il quale, in stretta collaborazione col maresciallo Cortile fece parte, anzi di fatto diresse una rete di protezione per ebrei, resistenti, antifascisti, che in quei luoghi di confine fuggivano dalle persecuzioni dei nazisti e dei militi della Repubblica sociale italiana. Attorno a loro un vasto gruppo di cliviesi, che non sopportavano le angherie degli occupanti e dei loro accoliti, sensibili invece all’incitazione alla solidarietà nel momento del pericolo che proveniva da quelle due guide, benvolute e autorevoli, della loro comunità. Non dimentichiamoci infatti che nei paesi di confine i finanzieri erano di casa e la Guardia di Finanza mantenne per quanto possibile una sua autonomia, fino a renderla invisa agli occupanti, che appena possibile rimossero i finanzieri, considerati poco fidati, dal servizio attivo sulla linea del confine.
Nella Presentazione del testo, Giorgio Sacerdoti, Presidente Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, ricorda:
Bambino ebreo di pochi mesi, potei espatriare in Svizzera coi miei genitori nel novembre 1943 proprio a Clivio, grazie al sostegno dei finanzieri del maresciallo Cortile e degli abitanti che con loro aiutavano chi doveva fuggire per sottrarsi alla persecuzione e alla morte.
Luigi Cortile e la sua collaboratrice a Clivio, Nellina Molinari, sono stati onorati di recente dallo Yad Vashem di Gerusalemme con il titolo di “Giusti tra le Nazioni” per avere salvato ebrei perseguitati a rischio della propria vita. Per la sua opera umanitaria, don Gilberto Pozzi ricevette l’encomio del cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano.
Il libro non solo è una testimonianza, ma un monito e un esempio:
In ogni tempo sono necessari altri Cortile, altre Molinari, altri don Pozzi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il partigiano di Dio. Lo Schindler di Clivo”: la vera storia di Don Gilberto Pozzi
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