Le storie che amiamo a volte passano dalla carta stampata alla pellicola cinematografica. Il pianista racconta una storia autobiografica. L’autore del libro è appunto il pianista ebreo polacco Władysław Szpilman, che in questo romanzo racconta, tramite la sua storia, gli orrori e le persecuzioni a opera dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Il romanzo autobiografico di Władysław Szpilman venne pubblicato per la prima volta in Polonia nel 1946, ma soltanto nel 1998 venne ristampato e portato al grande pubblico. Nel 2002 infine, il regista polacco Roman Polanski ne ha tratto un film omonimo che ha ottenuto un grandissimo successo in tutto il mondo. L’attore statunitense Adrien Brody, che ha ottenuto per questo ruolo l’Oscar come miglior attore, ha interpretato il protagonista, ovvero proprio lo scrittore Władysław Szpilman.
Il pianista, dal libro al film: la trama
Il romanzo di Władysław Szpilman affronta l’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, l’occupazione di Varsavia, la creazione e costruzione del ghetto. L’autore racconta di come ha dovuto vivere, o meglio sopravvivere, nel ghetto in quei terribili anni, a partire dal 1939 fino alla liberazione della città da parte dell’Armata Rossa.
Il lettore attraversa dettagliatamente tutti i ricordi dell’autore: l’estromissione degli ebrei dal lavoro, il divieto di accesso ai locali pubblici, nonché l’obbligo di indossare la stella di David sugli indumenti.
Incubi e ricordi si mescolano alle immagini dei bombardamenti e ai brutali omicidi degli innocenti a opera dei nazisti.
Władysław Szpilman, come molti altri ebrei, perde amici e famiglia, e si riduce a vivere nascondendosi di rifugio in rifugio, stremato dalla fame. Un ufficiale tedesco, sentendolo suonare il piano, decide di aiutarlo e gli salva la vita.
In questa storia di devastazione, orrore e morte, la musica sembra proteggere il segreto della vita.
Il pianista, dal libro al film: un dettaglio notevole
Il capitano tedesco Wilm Hosenfeld servì nella Wehrmacht durante il secondo conflitto mondiale. Nel libro e nel film, però, questo personaggio realmente esistito, viene rappresentato in maniera diversa. Se nel film infatti viene raffigurato come il capitano freddo e distaccato che salvò la vita del pianista soltanto perché appassionato anch’egli di musica e impressionato dal suo talento, nel libro la storia è ben diversa e prevale l’aspetto umano del capitano, che insiste nel voler salvare la vita a Szpilman indipendentemente dal suo talento legato alla musica, e anche dopo aver appreso delle sue origini ebree.
A seguito di alcune indagini sulla sua vita venne fuori che Hosenfeld aveva salvato diverse persone perseguitate dai nazisti. Dai suoi diari e documenti è stato pubblicato un libro, disponibile solo in lingua tedesca a oggi, nel quale viene descritto il suo lodevole operato durante quegli anni.
Ecco il trailer del film:
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il pianista: dal libro al film
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