Il catalogo “Il sorpasso” (Silvana Editoriale, 2018, pp. 208, n. 160 illustrazioni, 28,00 euro, a cura di Enrico Menduini e Gabriele D’Autilia) accompagna la mostra fotografica “Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre 1945 - 1961”, ospitata al Museo di Roma di Palazzo Braschi dal 12 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019 e dedicata a un preciso momento storico. “Quando l’Italia si mise a correre 1946 – 1961” è il sottotitolo del catalogo e dell’esposizione, perché è un filo sottile, ma resistente che unisce nel nostro Paese le privazioni e le fatiche del dopoguerra, con il boom economico che esploderà negli anni Sessanta.
Il titolo “Il sorpasso” non è solo il richiamo al celebre film di Dino Risi del 1962, con protagonisti Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, entrato a far parte della cultura popolare. Il “fil rouge” della mostra è l’idea di un Paese che accelera, guadagna posizioni e in qualche modo sorpassa se stesso, riesce ad andare avanti nonostante problemi sociali che spesso lascia irrisolti, o che sono generati dalle forme convulse dello sviluppo. Come il cinema, la fotografia è testimone di questi eventi, che descrive talvolta in modo trionfale, più spesso in forma agrodolce o apertamente critica.
L’esposizione intende rappresentare questa pluralità di sguardi, italiani e internazionali, d’autore o di anonimi fotografi di agenzia, accanto alla produzione istituzionale, ma attenta, dell’Istituto Luce.
L’attenzione è concentrata sulle persone comuni e le loro vicende, la routine quotidiana, gli stili di vita. Lasciando spazio alle emozioni, compresa la tenerezza e la nostalgia, con un finale che si colloca all’inizio del nuovo decennio tra le Olimpiadi di Roma e il completamento della rete televisiva (1960), fino all’inaugurazione dell’Autostrada del Sole (04.10.1964).
Dieci sezioni tematiche, centosessanta scatti fotografici, video-installazioni realizzate con filmati dell’Archivio Storico Luce e documentari disegnano il ritratto collettivo degli italiani e dell’Italia della rinascita, dalla dura ricostruzione della II Guerra Mondiale, al clamoroso boom economico degli Anni Sessanta. Le immagini dell’epoca, provenienti da straordinari archivi, rappresentano un ritratto collettivo dell’Italia con le sue speranze, conquiste e progressi senza nascondere i molti problemi irrisolti, ingiustizie e disuguaglianze.
Scatti che hanno i nomi del calibro di Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Pepi Merisio, Wanda Wultz, Tazio Secchiaroli, Ferruccio Leiss, Romano Cagnoni, Walter Mori, Bruno Munari, Italo Insolera, Italo Zannier, e tra gli stranieri i grandi Willian Klein, Alfred Eisenstaedt, Gordon Parks. Momenti che ritraggono la popolazione affamata, stremata dalla guerra, in fila per prendere qualcosa da mangiare, fino a quello scatto che ritrae marito e moglie fin troppo ben pasciuti, simboli ironici e divertenti del boom.
La grande energia che anima l’Italia di quegli anni è connessa anche a fedi granitiche, si crede nel futuro, in Dio e nella Chiesa, nelle virtù della politica. L’Anno Santo 1950 tra i tanti pellegrini vede sfilare in processione a Piazza San Pietro i dipendenti di un ministero romano. Per contrasto, il Partito comunista italiano e il Partito socialista sono “chiese laiche”, con i propri rituali, le cerimonie, i cortei organizzano la vita del militante e della sua famiglia, svolgendo in tal modo un’azione pedagogica.
Struggente vedere l’uscita degli operai Fiat sotto la neve, come osservare la foto di una nostra connazionale che decise di espatriare, sapendo che tornare in patria sarebbe stato difficile quando c’è un oceano di mezzo. Fa riflettere la foto del comizio di Alcide De Gasperi in Calabria, è il 1952. Le famiglie iniziano a raccogliersi davanti alla televisione, scatola magica che porta il mondo in casa, arrivano le gemelle Kessler in tv e i maschi italici restano sedotti da quelle chilometriche doppie gambe inguainate da calze nere spesse, imposte loro dalla bigotta Mamma Rai. L’Italia era rinata, perché allora c’era un anelito e un progetto comune. Era un “Noi credevamo”, anzi i nostri genitori credevano che il domani sarebbe stato migliore. Il visitatore, accompagnato dalle canzoni dell’epoca “Volare”, “Quando vien la sera (Vieni vieni qui”), “Meraviglioso” e “Il tuo bacio è come un rock” si emoziona, provando tenerezza, nostalgia e anche un po’ di scoramento, pensando a quello che accade oggi.
Il Sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre 1945 - 1961 dal 12 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019 presso il Museo di Roma, Palazzo Braschi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Il sorpasso": un catalogo a cura di Menduini e D’Autilia per la mostra a Palazzo Braschi
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