Nel corso del Festival delle letterature migranti, appuntamento periodico con scadenza annuale che si tiene a Palermo nel mese di ottobre, si è avuto un incontro con Maria Attanasio che ha rivelato alcuni particolari inediti del suo ultimo lavoro “La ragazza di Marsiglia” (Sellerio Editore Palermo, 2018).
Il romanzo di Maria Attanasio racconta le vicissitudini di quella che fu l’unica donna che partecipò alla Spedizione dei Mille di cui l’autrice dopo attente e minuziose ricerche ripercorre l’impegno politico e gli affetti. La vicenda narrata vede i protagonisti spostarsi di continuo da una città all’altra e Rosalia come una straniera in patria, una patria che vuole costruire, una cosmopolita che insegue un sogno.
Rosalia Montmasson (Saint Joroz, 1823, Roma 1904) è uno splendido personaggio storico con una storia di resistenza, di lotta e di utopia politica. Era stata amica di Mazzini e Garibaldi di cui condivideva gli ideali di cui si fece messaggera in giro per l’Europa.
Un’eroina il cui nome è stato quasi completamente cancellato dai libri di Storia e dalla memoria collettiva mettendosi in atto una sorte di censura politica e di genere. La sua storia d’amore con Francesco Crispi, cui rimase legata per tutta la vita e con il quale condivise la sua iniziale passione politica, è poco conosciuta ai più. La svolta politica attuata dal siciliano di Ribera, da rivoluzionario e repubblicano a politico di rilievo del Regno d’Italia, mutò i rapporti con la giovane rivoluzionaria. Nel 1878 Francesco Crispi si invaghì di una donna molto più giovane di lui e decise di sposarla e grazie alle sue influenze di uomo di potere, ottenne l’annullamento del pur valido matrimonio che aveva prima contratto a Malta con la Montmasson e procedette per la sua brillante carriera politica.
Nell’incontro con l’autrice è stato ripercorso l’iter che l’ha portata a interessarsi di questa figura femminile; una casuale ricerca l’ha condotta dapprima a venire a conoscere di una targa apposta in una casa di Firenze che riporta la dicitura riferita al soggiorno di Francesco Crispi con la moglie Rosalia Montmasson. Crispi era allora un rivoluzionario al limite del terrorismo come Rosalia, una persona molto conosciuta ma ecco che ad un tratto la sua figura femminile sparisce dalla Storia.
Vi è una sorta di magia nella scrittura che ha spinto Maria Attanasio a scegliere la città nativa Caltagirone come luogo dove si svolgono le sue storie. Storie di persone vere che divengono poi personaggi in ragione della diversità espressiva, uomini e donne che sono esistiti in qualche parte nel tempo. Rosalia Montapasson però non aveva alcun contatto per l’autrice con Caltagirone fino a quando non venne a sapere delle circostanze che non conosceva. Volendo partire da un dato reale per poi dare amore, sentimenti ed emozioni, all’autrice le si svela che proprio a Caltagirone vi è un busto dedicato alla Montmasson fatto scolpire non negli anni ruggenti del Risorgimento, ma alla fine degli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento. E andando alla ricerca di chi era stato l’ideatore di quest’opera, l’autrice scopre un fatto ancor più sorprendente cioè che proprio Francesco Crispi aveva dato l’incarico di quest’opera a Salvatore Grita (Caltagirone 1828, Roma 1912). Ciò avveniva quando come Presidente del Consiglio, Francesco Crispi era al culmine della sua carriera politica ormai lontano anni luce dai suoi ideali rivoluzionari.
L’opera si trova a Caltagirone perché lo scultore che lo ha fatto dapprima in gesso, era un artista maledetto, stravagante, che dopo aver peregrinato per l’Italia, era ritornato nella sua terra di origine a Caltagirone, centro rinomato per le sue ceramiche, dove aveva appreso i rudimenti della sua arte.
Questo ha accertato Maria Attanasio indagando tra le pieghe della biografia crispina venendo a conoscere che un’altra copia del monumento in marmo la si trova a Pisa.
Un singolare, curioso e intrigante episodio della vita del Presidente del Consiglio siciliano che a quell’epoca era già risposato con figli, ma che affida alla sua antica compagna il testimone di tramandare ai posteri la memoria di questo antico legame forse mai completamente sciolto e di una passione forse mai completamente sopita.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Incontro con Maria Attanasio, autrice de “La ragazza di Marsiglia”
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