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![Intervista Lorena Lusetti Intervista a Lorena Lusetti in libreria con “Un morto di troppo”](local/cache-gd2/02/ad3b6b4799cbf613b222fe4dbbee62.jpg?1737697275)
Lorena Lusetti è nata e vive a Bologna. Da sempre esperta di gialli e noir, prende spunto dall’attualità criminosa non solo di Bologna. Nel 2006 crea il personaggio di Rosa Moretti, una commercialista investigatrice, che torna come protagonista nel libro FerieFobia, (Giraldi editore, 2008).
Per Damster edizioni scrive il primo libro con l’investigatrice privata Stella Spada, nel 2012, col titolo L’ombra della Stella, cui seguirà Terra alla Terra (Damster edizioni, 2013) romanzo noir e grazie al personaggio di Stella Spada, vince un premio nella cittadina di Cattolica. Altri attestati di merito e premi sempre per Stella Spada, fino a quest’ultimo libro Un morto di troppo (Damster edizioni, 2023) cui è dedicata l’intervista che segue.
- Come è nato il personaggio di Stella Spada e come si è evoluto?
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La prima indagine di Stella Spada è stata pubblicata nel 2013, ma il libro era stato scritto un paio di anni prima.
Nel 2013 c’è stato il felice incontro con la casa editrice Damster, che ha apprezzato il mio scritto e che continua a pubblicarmi tuttora. Il personaggio è nato dalla mia passione per il genere thriller in generale, dal giallo al noir in tutte le sfumature. Inoltre, mi affeziono ai personaggi, mi piace ritrovarli da un’indagine all’altra, per questo quando mi sono messa a scrivere ho subito puntato su protagonisti che potessero rimanere anche per altre avventure.
Nel 2006 ho scritto il mio primo romanzo, un thriller dal titolo Una serata tranquilla auto-pubblicato sul sito www.ilmiolibro.it che ha per protagonista una commercialista di nome Rosa Moretti. Nel 2008 ho scritto il sequel, Feriefobia, sempre con la Rosa Moretti, questa volta pubblicato con una casa editrice di Bologna: Giraldi.
Dopo di questo ho pensato che avevo bisogno di un personaggio che per motivi professionali potesse incontrare diversi crimini su cui indagare, e in quel momento è nata la Stella Spada, investigatrice privata bolognese, che ha il suo ufficio in via dell’Inferno, nel Ghetto ebraico, cuore antico di Bologna proprio sotto le due torri. La vita personale
di Stella ha avuto una evoluzione piuttosto complessa nel corso degli anni.
- Non è che da adolescente le piacque Quo vadis? di Gabriele Salvatores ispirato al libro omonimo della bolognese Grazia Verasani. La protagonista Giorgia Cantini è la zia di Stella Spada? Oppure non ritiene ci siano concordanze tra le due?
Nei miei scritti sono sicuramente stata in vario modo influenzata dai libri che ho letto e dai film che ho visto sullo schermo. Alcuni mi hanno ispirata più di altri.
Nella scelta del nome ho attinto dalla protagonista dei romanzi di Alicia Gimenez-Bartlett: Petra Delicado. Mi piaceva che nel nome ci fosse già un indizio del carattere del personaggio.
Stella Spada, quindi, è un indizio su cosa ci si debba aspettare da lei: a volte è una Stella ma più spesso è una Spada.
Il personaggio di Giorgia Cantini di Grazia Verasani mi ha ispirata moltissimo. Immagino la mia investigatrice un po’ come lei: solitaria, rude, non particolarmente simpatica, una donna che non cura il suo aspetto. Per il resto credo di avere elaborato un personaggio piuttosto originale.
- Sicuramente nel corso di nove romanzi l’investigatrice privata Spada qualche errore grave lo ha fatto. Perché la perdona sempre?
Dire che Stella ha fatto qualche errore è certamente un eufemismo. La sua vita è piena di errori e passi falsi. Le sue scelte sono dettate da princìpi tutti suoi, la legge per lei è un optional: esiste solo la sua, di legge. È un personaggio negativo, che si ama proprio per questo, perché porta la sua giustizia laddove, senza di lei, di giustizia non ce ne sarebbe affatto. A volte eccede, è vero. Non è compito mio perdonarla né giudicarla. Lei è così, io descrivo le sue azioni e le sue avventure.
Bisogna sempre tenere presente che è comunque un personaggio di fantasia, quello che fa rimane sulla carta, dove è giusto che resti.
- Proprio sul discorso del perdono. Secondo lei una scrittrice di gialli noir deve dare conto della morale della o del protagonista principale?
Questo è un discorso che si ricollega al precedente. Io non credo di dover dare conto della morale di Stella Spada. Le sue storie vanno lette come una specie di fumetto, dobbiamo quindi condannare Willy Coyote perché fa crollare una montagna in testa a Beep Beep? O disprezzare Bud Spencer perché prende a pugni tutti senza trattenersi? Sono racconti di fantasia, la violenza rimane esclusivamente su carta, e chi legge lo sa.
- Come spiega la fortuna della letteratura di genere? Mentre i libri di narrativa non crescono se non c’è un dramma in atto, una malattia importante, a volte persino un pettegolezzo, i libri di genere devono solo avere un protagonista credibile?
La letteratura di genere ha sempre incuriosito e appassionato i lettori, anche se è sempre stata relegata in un ruolo di letteratura di serie B. Certi critici arricciano il naso quando si parla di thriller, come fossero unicamente storielle da ombrellone, ma fatto sta che il thriller e il mistero sono gli argomenti più seguiti, sia in letteratura che sullo schermo.
Il mistero piace, l’avventura intriga, soprattutto quando puoi viverla senza nessun rischio comodamente seduto in poltrona.
La protagonista credibile è fondamentale, perché chi legge deve in qualche modo potersi identificare, viaggiare con la fantasia, trovare qualche corrispondenza con il carattere del personaggio. Altrettanto fondamentale però è una trama credibile, con storie che siano logiche, realistiche, e riportino tutti i dati per poter arrivare alla soluzione del mistero.
- Si assiste al fiorire di commissari di polizia, di carabinieri, che spesso sono donne. Secondo lei perché la gente premia chi trova un assassino, un serial killer?
Fino a qualche anno fa purtroppo la letteratura di genere aveva come protagonisti esclusivamente uomini. Forse perché l’ambiente della polizia, o dei carabinieri, era prettamente maschile. Le donne nei noir erano relegate a ruoli marginali, ad alcuni stereotipi fissi, ad esempio la femme fatale, la vedova nera, e niente di più.
Quando ho cominciato a scrivere il mio primo romanzo noir ho fortemente voluto mettere una protagonista femminile d’azione, che scendesse in campo contro il crimine, ed ho sempre mantenuto questa mia linea. Oggi per fortuna sono uscite molte protagoniste femminili nel genere giallo o noir, molto interessanti e ben delineate, che hanno avuto successo e le cui storie sono anche state portate sullo schermo. Questo mi rende molto felice.
Non credo che a premiare sia la scoperta dell’assassino, o non solo quello. Sono convinta che l’interesse maggiore sia sulla storia e sul protagonista. Il crimine può anche rimanere impunito a volte (vedi la Stella Spada), l’importante che si sappia chi è e perché ha agito.
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- La sua è una scrittura misurata, che spesso ha dei picchi nei momenti finali. Dunque, chi legge le avventure di Stella Spada cerca anche un libro scritto bene?
Spero proprio di sì. Mi rendo conto di avere ancora molto da imparare, qualcuno diceva che nella vita non si finisce mai, e credo sia vero. Rileggendo le prime storie che ho scritto mi sono accorta che il mio stile si è modificato con il tempo, è migliorato e spero migliorerà ancora.
I mei romanzi li scrivo di getto, poi comincia l’opera di rilettura e correzione che a volte devo forzarmi di concludere, perché continuerei a rileggerli e a correggerli all’infinito. La parte finale di un romanzo noir è di certo quella più concitata ma anche la più difficile, perché bisogna tirare tutti i fili e i conti devono tornare senza sbavature.
- In Un morto di troppo rivela addirittura una competenza da archeologa per narrare la Bologna sotterranea. Come si è preparata?
Le indagini dell’investigatrice privata Stella Spada sono tutte ambientate a Bologna e nelle zone non lontane dalla città. Oltre ai riferimenti territoriali mi diverto a inserire nella storia qualche accenno a misteri più o meno conosciuti della mia città. Nell’ottava indagine dal titolo Nemmeno le ossa ho fatto riferimento alla “Pietra di Bologna”, un mistero che affascina e intriga non solo i bolognesi ma anche tutta l’Europa dotta fin dal 1500.
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Recensione del libro
Nemmeno le ossa
di Lorena Lusetti
In questo ultimo libro Un morto di troppo ho inserito un’altra leggenda bolognese, quella di un tunnel di costruzione etrusca che collega il punto in cui è stata fondata la città, nel centro di Bologna, con l’attuale cimitero della Certosa, già luogo di sepoltura anche per gli etruschi.
In questo caso posso dire che è la leggenda che ha cercato me, visto che sono stata contattata da una persona, che ho citato anche nei ringraziamenti del libro, che mi ha parlato assai diffusamente di questo tunnel, portando a riprova della sua esistenza molti documenti e foto che ha raccolto in un blog. Un mistero così affascinante non potevo che metterlo in una indagine di Stella Spada.
- Spesso anche nelle serie in streaming il poliziotto donna o l’investigatrice hanno problemi a trovare un uomo che sia anche un compagno o un marito, ma lo stesso accade anche chi ha un orientamento sessuale diverso. Secondo lei perché?
Bisogna considerare che investigatori privati, commissari, poliziotti, fanno un mestiere difficile da sostenere per un compagno/compagna che stia loro accanto.
Faticano a parlare del loro lavoro, vedono cose terribili, a volte non possono proprio parlarne. Di solito non hanno orari, rientrano a casa tardi e in uno stato d’animo terribile. Per non parlare dei rischi che corrono, ogni volta che escono di casa non si sa se ritorneranno interi. Insomma, penso che sia davvero difficile stare accanto ad una persona che fa questo tipo di mestiere, uomo o donna che sia.
- Non trova che ultimamente si esageri col bilancino, un po’ di gente immigrata, alcune poliziotte di colore, un personaggio collaterale del mondo queer. Bisogna accontentare tutti o lei va di slancio e non fa calcoli politicamente corretti?
Questa esagerazione forse fa più parte della filmografia americana, non tanto della letteratura, e di certo non di quella italiana.
Questo problema non riguarda i miei romanzi, non ho creato l’investigatrice Stella Spada per essere politicamente corretta, e leggendo le mie storie si capisce che non scrivo per accontentare tutti. Anzi, forse qualcuno può inorridire della impunità dei crimini della mia protagonista. Ma, come dicevo, non si può piacere a tutti.
- È già pronto un altro romanzo con protagonista Stella Spada o per ora si gode il successo meritato con Un morto di troppo?
Un morto di troppo è uscito poco più di un mese fa, mostrato per la prima vota al Salone del Libro di Torino, pertanto adesso sto organizzando incontri e presentazioni per parlare di questo libro.
Di storie ne ho tante nel cassetto, appena avrò tempo manderò la Stella Spada incontro a un’altra affascinante avventura piena di mistero.
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Recensione del libro
Un morto di troppo
di Lorena Lusetti
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Lorena Lusetti in libreria con “Un morto di troppo”
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