Il 21 aprile scorso, presso la Biblioteca Centrale di Cambridge, si è tenuto un evento dedicato a James Runcie, autore della serie di romanzi gialli con protagonista il prete detective Sidney Chambers, tra cui ’’Sidney Chambers e L’Ombra della Morte’’. Nel corso della serata, lo scrittore e regista inglese ha parlato della sua vita e dei suoi libri, accogliendo le domande del pubblico.
Partendo dai romanzi ambientati a Grantchester, villaggio alle porte di Cambridge, che gli hanno recentemente regalato molta popolarità anche grazie ad una trasposizione televisiva di successo, Runcie ha detto di aver voluto provare con questa sua creatura letteraria ad analizzare la storia sociale dell’Inghilterra dal 1953 al 1977, riflettendo i profondi cambiamenti nella cultura e nello stile di vita avvenuti in quest’arco temporale. A tale intenzione si è aggiunta quella di forgiare un universo fittizio in cui i personaggi venissero messi alla prova moralmente e per farlo nulla gli è sembrato più adeguato del genere giallo, che ruota intorno alla capacità del detective di interpretare le parole dei sospetti e rivelare se in quello che affermano risieda la verità.
Figlio di Robert Runcie, Arcivescovo di Canterbury dal 1980 al 1991, lo scrittore non ha tralasciato di rimarcare l’influenza del padre nella creazione del personaggio di Sidney e del suo mondo, spiegando come il filo conduttore della serie sia il tentativo del protagonista di abbracciare la natura umana in tutte le sue espressioni e riuscire ad amare il peccatore pur condannando il peccato.
Disseminando la conversazione di divertenti annedoti e dimostrando una grande disponibilità a condividere i suoi pensieri col pubblico, Runcie ha poi spiegato quale sia per lui il fascino della letteratura e al contempo il principale motivo di attrazione verso l’attività di scrittore. La lettura e la scrittura, ha dichiarato l’autore, hanno in comune la stessa magia, quella di poter vivere altre vite, perdersi in altri mondi e diventare altre persone.
’’Non si può essere scrittori se non si è prima lettori’’.
Sulla natura del suo processo creativo, Runcie ha detto di trovare ispirazione in vari modi: alle volte una frase sentita o riportata accende la fantasia, altre volte si parte da un episodio raccontato o vissuto in prima persona o dal desiderio di parlare di un determinato argomento o descrivere un certo periodo storico. Quanto alla sua ’’routine’’ di scrittore, è generalmente metodico e sostiene che il trucco sia di mettere su carta una prima bozza, di far uscire, in un certo senso, la materia grezza a cui dedicare poi molto tempo con un lavoro di rielaborazione e riscrittura, perché è in quest’ultimo processo che sta l’essenza del lavoro di romanziere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: James Runcie incontra i lettori. Per lui lettura e scrittura hanno in comune la stessa magia
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