Joan Baez. La vita, le canzoni, le battaglie
- Autore: Guido Santato
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2023
Quando succede, Joan Baez sta cantando A song for David. Nel filmato in bianco e nero della Rai è fasciata in un vestitino a strisce orizzontali che le lascia scoperte le gambe. L’Arena Civica di Milano è piena come un uovo di un pubblico politicizzato: ha già cominciato a scaldarsi al grido di “Nixon boia!”. Come dargli torto, del resto?
Corre l’anno 1970, e sotto l’egida palese e occulta americana nel mondo ne succedono di tutti i colori (Italia compresa), a cominciare dalla guerra senza quartiere combattuta nel Vietnam. È dunque la sera del 24 luglio, e quando Joan Baez comincia a intonare A song for David la situazione volge al peggio: la folla adesso se la prende col bordone di carabinieri schierato sul prato.
È a questo punto che la cantautrice si interrompe, che la sua voce d’angelo riscende dall’empireo per concentrarsi sul qui e ora dell’Arena Civica in tensione: no carabinieri, per piacere, dice con l’accento che hanno gli americani quando parlano italiano. La voce come al solito non trema, a dispetto degli insistiti “fuori, fuori” dei contestatori.
I minuti passano nell’incertezza ma finisce poi che non succede niente: Joan Baez riprende a cantare come sa, e completa la canzone. Prima che un violento temporale si scateni su Milano, quella sera ne canterà altre tredici.
Quel concerto italiano del 1970 risulta indicativo: nel video si vede ancora la Baez che prima di attaccare le strofe di Farewell, Angelina, zittisce con un “ssshhhh” le frange di spettatori più rumorose. Gli episodi ripresi nel saggio firmato da Guido Santato, Joan Baez. La vita, le canzoni, le battaglie (Mimesis edizioni, 2023) la dicono lunga sulla tempra della folksinger diventata icona politica, e musicale.
Un mito vivente, sopravvissuto al progressivo spegnimento ideale seguito al tramonto degli anni Sessanta-Settanta. All’epoca del “diluvio” all’Arena di Milano è giovanissima, ma per le sue battaglie civili ha già conosciuto il carcere, e assegnato alla musica folk i connotati di lotta che gli sono propri. Le sue interpretazioni sono incise nella storia come dei must - Farewell, Angelina, Diamond & Rust, Love Is Just a Four-Letter Word, Blowin in the wind, There But for Fortune, la morandiana C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones -, rivisitate da autori di peso specifico: Bob Dylan, Woody Guthrie, Peter Seeger, Paul Simon, Jackson Browne.
Il copioso, appassionato - e appassionante - saggio biografico scritto da Guido Santato affronta come meglio non si potrebbe la mitologia baeziana, attraverso un canale pubblico-privato, spesso coincidente. Numerose e puntualissime anche le fonti di riferimento (l’autore è stato professore ordinario di Letteratura italiana), prima fra tutte E una voce per cantare, la sincera autobiografia firmata dalla stessa Baez, da cui discendono (presumo) le rivelazioni intime dei complessi estetici e sugli “oscuri demoni del mattino” che ne hanno condizionato psicologicamente infanzia e adolescenza.
La precoce vocazione attivista, unitamente alla predisposizione musicale, costituiranno la svolta funzionale della sua vita.
Il tratto ulteriore a quello biografico-analitico del volume è restituito dall’aneddotica personale dell’autore – ricordi, dischi, concerti, impressioni, divagazioni baeziane –, contraltare intimo (dunque ulteriormente empatizzabile) alla narrazione di fatti realmente accaduti. A partire dall’incipit in cui lo stesso Santato mette le carte in tavola sul suo rapporto con il mito:
Con lei è stato subito amore. Dura tutt’ora dopo che ha superato con magica leggerezza la soglia degli ottantun anni. Ben cinquantasei anni sono trascorsi dal primo ascolto della sua voce ma il tempo non è passato. Quella voce si è impressa nella memoria ogni qual volta un ascolto, un’emozione o misteriose corrispondenze l’avessero riportata in quella dimensione labile e indefinita del vissuto che è il tempo presente.
Quasi di rimando al personaggio di cui racconta le "gesta", Joan Baez. La vita, le canzoni, le battaglie è capace di stra-ordinario coinvolgimento emotivo, al punto che chi legge resta incollato alla sedia: l’affresco più esaustivo che su Joan Baez possa capitarvi di leggere in italiano.
Il romanzo musicale e civile di un’ex ragazzina complessata passata dritta alla storia per l’impegno speso per la libertà, e le ballate che di volta in volta ha vissuto-sentito-interpretato. Il resto è valore aggiunto alla sua leggenda artistica e civile.
Nel corso degli anni Sessanta la musica era diventata una fondamentale colonna sonora della nostra vita: era il linguaggio universale della protesta giovanile e aveva trovato la sua manifestazione più eclatante nell’agosto del 1969 con il Festival di Woodstock, che ebbe un’eco enorme. Joan vi tenne la sua memorabile esibizione.
Joan Baez. La vita, le canzoni, le battaglie
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