Un matematico prodigio che fu insignito del Nobel per la Letteratura. Sembra un paradosso, ma è la vera storia di José Echegaray y Eizaguirre, scrittore, matematico e Ministro delle Finanze spagnolo che ottenne il Nobel nel 1904 insieme al poeta provenzale Frédéric Mistral. Il riconoscimento gli fu affibbiato per le sue “brillanti composizioni” capaci di far rivivere in maniera originale la “tradizione del dramma spagnolo”.
Eizaguirre, nato a Madrid il 19 aprile del 1832, nell’anno della morte del re Ferdinando VII. Era figlio di un professore di greco e, contro ogni aspettativa familiare, una brillante mente matematica. Era all’apice della propria carriera come economista quando cominciò a dedicarsi al teatro, calcando il palcoscenico che aveva amato in gioventù, e scrivendo opere teatrali che avrebbero riscosso un successo clamoroso.
Scopriamo la sua storia.
José Echegaray y Eizaguirre: la vita di un Nobel imprevedibile
José Echegaray y Eizaguirre era una mente matematica che coltivò sempre segretamente la propria passione per la letteratura. Frequentò la scuola di ingegneria laureandosi a pieni voti a soli vent’anni, iniziando così l’illustre carriera di ingegnere civile. Dal 1854 al 1868 fu insegnante di matematica e fisica presso la Scuola di Ingegneria di Madrid, dove introdusse alcune teorie innovative quali la geometria di Chasles, la teoria di Galois, le funzioni ellittiche e la teoria della matematica dell’universo. Era considerato un pioniere e una delle più geniali menti matematiche del Paese, la pubblicazione del suo saggio sul Calcolo delle variazioni illustrava un argomento all’epoca quasi sconosciuto.
A soli 32 anni entrò a far parte della illustre Real Academia de las Ciencias Exactas, iniziando a ricoprire importanti cariche pubbliche. Nel 1869 fu eletto deputato e iniziò a lavorare come direttore generale delle Opere pubbliche, compiendo numerosi viaggi in tutta Europa per analizzare le opere ingegneristiche in costruzione, quali il tunnel alpino e il progetto di una ferrovia sottomarina. L’anno seguente pubblicò i suoi primi manuali matematici, Problemas de Geometría plana e Problemas de Geometría analítica. Inizialmente si dedicò alle pubblicazioni scientifiche, scrivendo saggi matematici importanti quali il rinomato Memoria sobre la teoría de los Determinantes, la prima opera spagnola dedicata all’argomento.
Era ormai all’apice della carriera come matematico ed economista quando decise di dedicarsi alla sua prima passione: la letteratura. Iniziò così la seconda vita “letteraria” di José Echegaray y Eizaguirre.
José Echegaray y Eizaguirre e la svolta letteraria
Esordì nella letteratura nel 1874, a quarantadue anni, con l’opera drammaturgica El libro talonario, che riscosse un notevole successo. Alcuni anni prima aveva scritto, in sordina, La Hija Natural, la sua prima opera ufficiale, mai pubblicata. Non avrebbe mai più smesso, scrivendo in media due opere l’anno per tutto il corso della sua vita: a quel fortunato esordio avrebbero fatto seguito altre 66 opere in prosa e in versi; tra le più celebri ricordiamo O locura o santidad (1877) e El gran Galeoto (1881). A questa impressionante produzione letteraria e drammaturgica alternò circa una trentina di manuali e saggi matematici. Tra il 1873 e il 1874 ricoprì inoltre, per ben due volte, la carica di Ministro dell’Economia.
La rivoluzione drammaturgica di José Echegaray y Eizaguirre
La drammaturgia di Eizaguirre era ispirata ai capolavori del norvegese Henrik Ibsen e risentiva fortemente della sua influenza romantica; in seguito il drammaturgo spagnolo si orientò verso il dramma a tesi, con il capolavoro di invenzione satirica O pazzo o santo (O locura o santidad, Ndr), in cui dimostrava come l’onestà intellettuale fosse condannata dalla società alla stregua della pazzia.
L’originalità delle sue pièce si univa a una straordinaria immaginazione e alla capacità di architettare innovativi effetti scenici. Grazie ai suoi studi ingegneristici, José Echegaray y Eizaguirre riuscì a eseguire un’esplosione controllata di dinamite sul palcoscenico: era la prima volta che la dinamite veniva portata in scena sul palco di un teatro. E, per fortuna, non ci furono conseguenze.
La sua opera teatrale più celebre, rappresentata ancora oggi, è El gran Galeoto, in cui narrava come l’amore platonico di un uomo per una donna sposata fosse clamorosamente frainteso. Il protagonista è un giovane scrittore di nome Ernesto che si trova, suo malgrado, coinvolto nella relazione tra Don Julián e sua moglie Theodora. Il titolo della pièce fa riferimento al canto dantesco di Paolo e Francesca, il V dell’Inferno, e in particolare al celebre verso: Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse. Il vero tema della pièce è il potere distruttivo del pettegolezzo, capace non solo di demolire la reputazione di persone in apparenza irreprensibili, ma anche di determinare conseguenze ben peggiori.
Grazie al successo ottenuto con quest’opera, José Echegaray y Eizaguirre raggiunse l’autentica gloria letteraria. Nel 1904 fu insignito del Nobel per la Letteratura insieme al poeta francese provenzale Frédéric Mistral. La notizia del Nobel tuttavia non fu ben accolta dagli intellettuali spagnoli: la critica si pronunciò negativamente nei confronti del drammaturgo, forse anche a causa del suo ruolo politico (Eizaguirre era infatti il fondatore del Partito Radicale spagnolo). Dopo la restaurazione della monarchia in Spagna, José Echegaray y Eizaguirre si ritirò a vita privata. Morì a Madrid il 14 settembre 1916: la sua morte coincideva con la fine di un’epoca dell’oro che gli spagnoli, ancora oggi, associano al suo nome.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: José Echegaray y Eizaguirre, il professore di matematica che ottenne il Nobel per la Letteratura
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