Immagine di copertina credits: Thesupermat, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Addio a Kenzaburō Ōe, lo scrittore giapponese premio Nobel per la Letteratura nel 1994. L’autore, secondo quanto riporta l’editore Kōdansha, si sarebbe spento lo scorso 3 marzo all’età di 88 anni per cause naturali. La vecchiaia è la motivazione che la casa editrice storica di Ōe pone come causa determinante del suo decesso nel comunicato ufficiale in cui, inoltre, viene riportato che i funerali di Ōe si sono già svolti in forma privata in presenza della famiglia.
Kenzaburō Ōe è stato uno degli scrittori più progressisti e anticonformisti della sua epoca: non aveva mai avuto timore di opporsi al governo e alla politica giapponese, ha sempre scritto la verità nero su bianco senza preoccuparsi di essere indigesto al regime.
Nei suoi scritti Oe ha trattato anche i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki dedicandosi in particolare alle testimonianze dei sopravvissuti, i cosiddetti Hibakusha. In seguito al clamore suscitato dalle sue opere lo scrittore è stato coinvolto in numerose campagne pacifiste, ecologiste e antinucleari.
Scopriamo la sua vita e le sue opere. I suoi libri sono editi in Italia da Garzanti, l’ultima pubblicazione della sua opera Note su Hiroshima risale al 2021.
Kenzaburō Ōe: la vita
Kenzaburo Oe fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1994 con la seguente motivazione:
Con forza poetica crea un mondo immaginario in cui vita e mito si condensano per formare uno sconcertante ritratto dell’attuale condizione umana
Era il secondo autore giapponese a ottenerlo, dopo Yasunari Kawabata. Nel discorso ufficiale pronunciato in occasione della cerimonia del Nobel, Oe pronunciò un’orazione intitolata Il Giappone, l’ambiguità ed io in cui sottolineava la sua visione controcorrente, anticonformista e contraddittoria della modernità che si poneva in netto contrasto con la tradizione giapponese.
Nelle sue opere, Kenzaburo Oe poneva sotto esame la storia recente del Paese del Sol Levante spesso lanciando accuse senza possibilità di appello. Sempre per questa ragione l’autore rifiutò, dopo l’assegnazione del Nobel, l’onorificenza dell’Ordine della Cultura Giapponese. Accettò, invece, nel 2002 la Legion d’Onore della Repubblica Francese.
Nacque il 31 gennaio 1935 a Ōse, un piccolo villaggio situato sull’isola di Shikoku. Visse un’infanzia serena accudito dalla nonna materna che per prima lo indirizzò allo studio dell’arte e dell’oratoria. Dopo la morte della nonna fu la madre a insegnare a Kenzaburo la bellezza della letteratura comprandogli libri occidentali. Lui in seguito decise di proseguire gli studi e di trasferirsi a Tokyo per studiare letteratura francese: si laureò nel 1959 con una tesi si Jean Paul Sartre. Aveva già da tempo iniziato a scrivere, nel 1958 il suo racconto Animale d’allevamento vinse il Premio Akutagawa. Al principio tuttavia la sua carriera letteraria stentò a decollare.
Il successo venne nel 1963, dopo la nascita del suo primo figlio Hikari, affetto da una grave lesione cerebrale. Kenzaburo reagì al dolore scrivendo Un’esperienza personale in cui narrava la difficile situazione di un padre che deve fare i conti con la malattia del figlio. Nella vita reale Hikari è poi divenuto un importante compositore, amato e onorato in tutto il Giappone: ha trovato nella musica la capacità di comunicare che gli era stata preclusa dalla malattia. Fu quel libro dedicato al figlio quando era solo un infante ad aprire a Kenzaburo la strada per il successo: aveva trovato la chiave della sua narrativa nella sincerità più struggente.
Tre anni dopo, nel 1967, Kenzaburo Ōe vinse il Premio Tanizaki con Il grido silenzioso, un libro in cui recuperava la realtà rurale giapponese raccontando il ritorno alle origini dei suoi protagonisti.
Uno dei suoi romanzi più importanti tuttavia risale al 1965, Note su Hiroshima. Per scriverlo Oe si recò di persona sui luoghi dell’olocausto nucleare. Incontrò i sopravvissuti e trascrisse le loro storie scrivendo un grande romanzo corale della storia contemporanea. Nelle pagine del libro-testimonianza Ōe poneva l’accento sulle conseguenze morali e politiche dei bombardamenti atomici e lanciava un potente appello al disarmo nucleare. Un grido che ancora oggi risuona in tutta la sua attualità e urgenza.
Nel 2013 Kenzaburō Ōe guidò alcune imponenti manifestazioni nel centro di Tokyo in cui chiedeva la fine immediata della produzione di energia nucleare.
Secondo Ōe, il Giappone aveva una precisa responsabilità etica in questo senso e doveva a ogni costo scongiurare un’altra catastrofe: mantenere il nucleare dopo quanto accaduto, affermava lo scrittore, era il “peggior tradimento alla memoria delle vittime di Hiroshima”. Questo stesso appello, ora che Kenzaburo Ōe non c’è, ritorna con struggente determinazione nei suoi libri che rappresentano l’eredità simbolica del suo pensiero.
Kenzaburō Ōe: le opere
- Note su Hiroshima (Garzanti, 2021)
Un libro che rappresenta un vero e proprio atto d’accusa nei confronti delle politiche nucleari. Kenzaburō Ōe racconta le storie delle tante vittime causate da quel terribile 6 agosto 1945. In queste pagine c’è il dolore, l’impotenza, ma anche la narrazione degli incredibili sforzi umani compiuti in quei momenti atroci. Commuove e fa riflettere scoprire questa indomabile umanità che non è stata distrutta neppure dalla più tremenda devastazione.
Note su Hiroshima
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- Un’esperienza personale (Garzanti, 2006)
Fu l’opera che nel 1965 portò Kenzaburo Oe al successo. In questo libro l’autore rifletteva la sua esperienza personale dopo la nascita del figlio Hikari.
Il protagonista si chiama Tori-bird e incarna il dilemma di un padre che non sa come fronteggiare la menomazione del figlio e si trova a formulare il pensiero peggiore: ucciderlo, naturalmente per poi scartare questa terribile possibilità dettata dalla disperazione.
Nella vita reale il figlio di Kenzaburo, Hikari, è diventato un importante pianista amao in tutto il Giappone. In un toccante articolo del 2009, lo scrittore giapponese riportò la sua testimonianza e disse “Mio figlio comunica nel silenzio” e citò un brano musicale che Hikari aveva composto proprio per lui.
Un'esperienza personale
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- Il grido silenzioso (Garzanti, 2021)
Mitsu l’introverso e Taka l’idealista: sono i due fratelli opposti e complementari, come lo yin e lo yang, protagonisti di questo romanzo. Un giorno i due ritornano nel loro villaggio d’origine nel sud del Giappone e devono fare i conti, in maniera diversa, con un senso di sradicamento e il tentativo di ricostruzione di un proprio mondo sociale e psicologico. Un ritorno alle origini che appare al contempo crudele e liberatorio.
Il grido silenzioso
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- La foresta d’acqua (Garzanti, 2019)
Un uomo che cerca di rimettere ordine dentro sé stesso è il protagonista de La foresta d’acqua (2019, traduzione di Gianluca Coci). Choko Kogito è tormentato da un incubo ricorrente da quando suo padre è annegato, anni prima. Da tempo cerca di affidare il suo senso di smarrimento alle pagine di un romanzo, senza riuscirci. Un giorno su invito della sorella Asa deciderà di tornare al proprio villaggio d’origine dove troverà la chiave della sua ispirazione, perché il “vero fiume è quello che scorre dentro di noi.” L’incontro con Unaiko, un’attrice con le sue stesse fragilità, sarà determinante nell’aiutare Choko a fare ordine dentro sé stesso e sconfiggere i suoi demoni.
La foresta d'acqua
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- Il bambino scambiato (Garzanti, 2013)
Kenzaburo Oe ha definito questo romanzo come “il più importante della sua vita”. Narra la storia di un anziano scrittore che si reca in Germania, alla ricerca di una donna enigmatica che custodisce un libro misterioso. Un libro che parla di un’antica leggenda, la storia di un bambino scambiato, e che è legato a un avvenimento di molti anni prima. Ma la verità sul segreto si nasconde tra le foreste del Giappone.
Il bambino scambiato
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- La vergine eterna (Garzanti, 2011)
Una narrazione incentrata sul mistero della fuga femminile. La protagonista è Sakura, diventata una stella del cinema hollywoodiano, che un giorno decide di celebrare la sua terra natale, le cupe foreste dello Shikoku, in un film. Sakura chiamerà proprio Kenzaburo Oe, suo irriducibile ammiratore, come sceneggiatore della pellicola. Sembra l’inizio di una favola, ma sarà una discesa agli inferi: perché tutti i protagonisti impegnati nella realizzazione del film dovranno affrontare i loro demoni, prima tra tutti proprio lei, Sakura.
La vergine eterna
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Kenzaburō Ōe, il Premio Nobel per la letteratura 1994
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