Kerouac, viaggio in Italia. Un giorno a Milano
- Autore: Non disponibile
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
Libro a cura di Alessandro Manca
È il 1966, l’anno di “Big Sur”. La Mondadori sceglie il nuovo romanzo di Jack Kerouac come numero 500 della collana “Medusa”. E l’editore intende festeggiare invitando in Italia proprio il profeta della Beat Generation. Che, in cambio di 1.000 dollari, dovrà affrontare un mini tour di tre date, durante il quale presenterà la sua opera più recente, toccando le città di Milano, Roma e Napoli.
Non sembrano esserci problemi, le due parti trovano l’accordo, anche se la questione non tarda a complicarsi: la mamma dello scrittore di Lowell si ammala gravemente, Keruoac chiede un rinvio dell’iniziativa, ma alla Mondadori non ne vogliono sapere: la macchina organizzativa è partita, chi c’è c’è, chi non c’è non c’è. E lui, sia pur controvoglia, ci sarà.
Il 28 settembre, l’autore di “Sulla strada” atterra all’aeroporto di Linate. È completamente sbronzo, del tutto fuori di sé. Il funzionario della Mondadori incaricato di portarlo in albergo non può che prendere atto della situazione. Tanto più che Kerouac sta male e vuole tornarsene negli Stati Uniti al più presto. Un ginecologo (!) di fiducia dell’editore gli somministra dei farmaci. Inutilmente. Sarà l’intervento di Fernanda Pivano a restituire allo scrittore una parvenza di lucidità.
È solo l’inizio di una giornata non facile, convulsa, che Alessandro Manca, nel suo Kerouac, viaggio in Italia. Un giorno a Milano (Le Strade Bianche di Stampa Alternativa, 2019), descrive andando a spulciare tra le cronache dell’epoca, cercando i testimoni che, in un modo o nell’altro, hanno avuto l’occasione di incrociare l’autore nordamericano. Kerouac, nella sua ventiquattrore milanese, si comporta come un leone in gabbia. Si vede da come stenta a sopportare chi, per un motivo o per l’altro, passa il proprio tempo a ronzargli attorno, da come risponde, senza il minimo di interesse e di convinzione, alle domande dei giornalisti convocati dalla Mondadori alla conferenza stampa di rito, convocata alla libreria Cavour.
È chiaro che il buon Jack non vuole avere nulla a che fare con un establishment intenzionato a metterlo in riga, a ridurlo alla stregua di un fenomeno da baraccone, a una macchietta. E ce la mette tutta per recapitare il messaggio ai suoi interlocutori. Che non possono far altro che arrendersi.
Manca, uno dei maggiori esperti italiani di Beat Generation, prende le difese di Kerouac: “E se dunque Kerouac – scrive – quella sera non puntasse verso l’abisso della perdizione delle droghe e del nichilismo, e invece mirasse verso l’alto, verso una forma di conoscenza, in qualche modo affine a un personale rifiuto della modernità consumistica?”. Una tesi condivisibile, che trova conferma dalle due successive giornate italiane dello scrittore, quelle di Roma e Napoli, che lo studioso lombardo prenderà presto in esame con altrettanti libri in fase di preparazione. Già. Kerouac, viaggio in Italia. Un giorno a Milano , c’est pas che un début…
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Kerouac, viaggio in Italia. Un giorno a Milano
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