Ricordo che da adolescente, nei primi anni Sessanta, ebbi in regalo una confezione di Eau de Cologne Jean Marie Farina; è con grande curiosità dunque che ho letto con passione il romanzo di Eleonora Recalcati Aqua mirabilis. La straordinaria storia dell’invenzione del profumo (Rizzoli, 2024, 320 pagine), che sin dalla bella copertina mantiene la promessa di una lettura interessante e piacevolissima.
Negli ultimi anni del Seicento, in una valle alpina poco vive la famiglia Farina, anzi sopravvive con i pochi mezzi che la valle poteva offrire, formaggi e cavoli come unica produzione. Giovanni, il più piccolo di casa, è affascinato dal cugino maggiore Paolo, che ha imparato a distillare con un piccolo alambicco una bibita profumata che ha chiamato aqua mirabilis, un liquido che possiede qualità terapeutiche in un tempo di superstizioni e di stregoneria.
Paolo capisce che il piccolo Giovanni è intelligente e curioso e, nel lasciare il villaggio per raggiungere in Alemagna la città di Colonia, gli lascia in eredità la passione per i distillati e un libro di Galileo Galilei su cui il ragazzo farà i primi esperimenti di lettura e analisi scientifica dei fenomeni.
Le vicende familiari sempre più drammatiche costringono anche Giovanni a lasciare casa e famiglia per raggiungere a Venezia sua nonna Caterina, che ha messo su una bottega dove vende guanti profumati e altri belletti che le dame veneziane consumano soprattutto durante il Carnevale. Tra i fornitori della dama elegante e profumata c’è la famiglia Carriera, composta da Alba e dalle tre figlie, tra le quali emerge la pittrice Rosalba, di cui subito, e per sempre, Giovanni si innamora e che resterà la croce e la delizia dell’intera esistenza del ragazzo.
Vicino a Rosalba, tanto più grande di lui, che emette un profumo unico che solo lui percepisce, il semplice garzone diventerà presto un uomo capace di mettere a frutto la sua passione; seguendo le orme della nonna, memore dell’insegnamento del maestro e sotto la guida della più grande e raffinata pittrice del tempo, Giovanni sarà capace di creare un profumo raffinato, mescolando sapientemente dopo infiniti tentativi gli odori che lui annusa nelle persone che più ammira, partendo da Rosalba che resta il suo unico modello.
Lei lo introdurrà presso il nobile Grimani, che gli apre le porte del suo giardino odoroso. Quando poi anche Venezia diventa troppo stretta per le ambizioni di Giovanni, alla morte della nonna che gli ha lasciato la sua bottega, mentre anche Rosalba ha lasciato la laguna, Giovanni decide di raggiungere Paolo, che ha fatto fortuna a Colonia ed è diventato famoso per la sua aqua.
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Lunga la vicenda che Eleonora Recalcati ricostruisce nel romanzo, inseguendo il suo personaggio in tutta Europa; fra le numerose avventure, eccolo incontrare Diderot, appena rientrato dall’esilio, che lo invita a Parigi. Lì lo presenterà a Luigi XV, il tredicenne appena salito al trono, e nell’imminenza delle nozze del giovanissimo monarca propone a lui e alla sua sfarzosa corte il nuovo profumo, diverso dalle fiorite essenze francesi.
A Parigi avviene un nuovo, insperato incontro di Giovanni con la sua amata Rosalba, incontro decisivo ma forse l’ultimo. Poi, tornato a Colonia, sempre più lanciato nella sperimentazione di nuovi ingredienti per i suoi oli essenziali e per le acque dall’odore leggero ma persistente, mentre cresce il suo rapporto con Birgit Weber, la figlia di un farmacista con cui intrattiene una relazione affettiva profonda, viene chiamato alla corte di Vienna, dove l’imperatore Carlo VI, incapace di generare un erede maschio, sta per decretare che il trono vada alla primogenita Maria Teresa. L’incontro con la futura imperatrice è una delle parti più riuscite di questo romanzo, che mescola storia europea e vicende private, mentre al centro resta la genialità di un valligiano italiano che dal nulla è riuscito a creare la prima e più famosa Eau de Cologne, quella appunto che porta ancor oggi il nome di Jean Marie Farina, uno dei discendenti del nostro Giovanni.
Ecco allora che i lettori possono entrare a Versailles, alla Hofburg di Vienna, nella cattedrale gotica di Colonia, nei palazzi nobiliari veneziani, incontrare Denis Diderot e Rosalba Carriera, viaggiare nell’Europa del Settecento con gli occhi di un ambizioso e curioso profumiere che ha lasciato la giacca di lana grezza per indossare raffinate parrucche e camicie di seta, sotto cui nasconde un tulipano rosso, simbolo dell’amore per Rosalba, con abilità che gli consentono di proporsi come l’artigiano che viene dall’Italia, la terra di profumi, di agrumi, di bergamotti calabresi capaci di battere i profumi francesi di Grasse e di ottenere un’esclusiva insperata. Un successo duraturo, un visione originale e “mirabilis”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’invenzione del profumo Eau de Cologne raccontata nel libro di Eleonora Recalcati
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