Cosa accomuna Simonide, Virgilio, San Girolamo, Orazio, Seneca, Dante, Petrarca, Boccaccio, Poliziano, Ariosto, Tasso, Goldoni, Tennyson, Hugo e Verdi? Il topos della volubilità del carattere femminile che cambia, senza un perché, opinione, condotta, disposizione d’animo. In questa lista non può mancare Luigi Groto, autore di un sonetto dal titolo La donna sua è mobile che vi proponiamo in lettura per la Festa della Donna.
Il sonetto sorprende per la fitta trama di espedienti stilistici con cui il poeta definisce l’indole della donna amata, lasciando intuire la condizione di incertezza in cui l’innamorato versa a causa di tanta volubilità. A conferire leggerezza non manca l’ironia.
Vediamo insieme il testo, parafrasi, analisi e spiegazione.
La donna sua è mobile: testo della poesia di Luigi Groto
Hor sta, or corre, or getami, or ricolge,
Hor m’ancide, or m’avviva, or m’odia, or mi ama,
or mi frena, or mi sferza, or caccia, or chiama,
or m’assolve, or mi danna, or lega or sciolge.Or m’alza, or preme, or sdegnami, or m’accolge,
or m’affida, or dispera, or spreza, or brama,
or mi unge, or punge, or lodami, or m’infama,
or mi promette, or nega, or dona, or tolge.Or mi ange, or molce, or m’ammorza, or mi accende,
or fugge, or torna, or mostrasi, or s’asconde,
or m’impiaga, or mi sana, or lascia, or prende.Or arde, or gela, or tace, or risponde,
Or m’indubbia, or mi accerta, or fura, or rende,
Questa donna più mobil, che le fronde.
Parafrasi della poesia
Ora la donna che amo sta ferma, corre, mi allontana, mi rivuole vicino a sé, mi uccide, mi dà la vita, mi ama, mi trattiene presso di lei, mi tratta male, mi caccia via, mi chiama ancora, mi perdona, mi maledice, mi vuole, non mi vuole.
Ora mi fa sentire importante, mi schiaccia, mi disprezza, mi accoglie, mi dà affidamento, mi fa perdere le speranze; mi denigra, mi desidera, mi accarezza, provoca, loda, calunnia; ora promette e nega, dona e toglie.
Ora mi punge come il morso di un serpente, ora è dolce come il miele, ora mi spegne, ora mi accende; fugge, torna, si palesa, si nasconde, mi ferisce e guarisce, mi lascia e prende.
Ora è piena di passione, fredda come il ghiaccio; tace o risponde, mi riempie di dubbi, mi rassicura, ruba, restituisce questa donna più volubile di una fronda al vento.
Chi è Luigi Groto
Luigi Groto (1541-1585) è noto come il “cieco d’Adria” a causa della cecità che lo colpì a 8 anni. Grazie a precettori, doti mnemoniche, intelligenza, abilità versificatoria e oratoria divenne una figura di spicco dal furor scribendi leggendario, tanto che il Tintoretto lo omaggiò con un ritratto:
Luigi Groto è stato uno dei massimi esponenti del Manierismo italiano e precursore del Barocco, molto apprezzato e imitato in Europa tra la fine del ‘500 e il ‘600 per la sua produzione poetica e drammaturgica. Scrisse più di 1300 poesie, raccolte nelle Rime nel 1577, la cui edizione completa uscì postuma nel 1610. A caratterizzarle è una ricerca formale esasperata, in cui l’artificio retorico diventa oggetto poetico.
Di primo acchito, a causa del titolo, La donna sua è mobile si potrebbe confondere con l’aria operistica più popolare di Verdi, tratta dal Rigoletto su libretto di Francesco Maria Piave. Eppure (che io sappia) non vi è un legame diretto tra Verdi e Groto. Invece è caduta nell’oblio la commedia goldoniana "La donna volubile", messa in scena per il Carnevale del 1751.
Analisi della poesia
La donna sua è mobile è un sonetto formato da 14 endecasillabi piani che conferiscono una certa cantabilità.
Tema del sonetto è la fenomenologia della volubilità femminile. La donna sembra prendersi gioco dell’innamorato con il suo comportamento contraddittorio. Attenzione! Il tema diventa forma perché ogni verso, per rispecchiare l’incostanza muliebre, è sia costruito sull’antitesi, sia introdotto dall’anafora dell’avverbio temporale “or” a sottolineare la repentinità del cambiamento.
Dal punto di vista morfosintattico, le due quartine e le due terzine formano ciascuna un periodo a sé. Ciononostante il ritmo complessivo è franto, a singhiozzo, spezzato dalla punteggiatura. Infatti ogni verso è composto da 2 coppie oppositive di verbi separati dalla virgola, cioè ogni verso contiene due antitesi. Cinquanta virgole in 14 versi endecasillabi vi sembrano poche? Le azioni, proiettate in un presente acronico, mostrano gli effetti sull’io lirico del comportamento contraddittorio della donna amata. Il ritmo spezzato fa da cassa di risonanza al cuore dell’innamorato: diviso, sospeso e soprattutto spaesato. Un motivo questo di ascendenza petrarchesca, ricordate Pace non trovo, et non ò da far guerra (Canzoniere CXXXIV)?
Dal punto di vista retorico, il sonetto si basa sull’antitesi – traslitterazione della volubilità – e sull’iterazione di ‘ora’ a sostegno della velocità del cambio di disposizione d’animo e comportamento. A titolo esemplificativo osserviamo il verso 2:
"hor m’ancide, or m’avviva, or m’odia, or mi ama"
È diviso dalla cesura in due emistichi, ciascuno dei quali contiene una coppia oppositiva: mi uccide/mi dà la vita e mi odia/mi ama.
Qual è il fulmen in clausola?
È l’ultimo verso che rivela il soggetto della lirica: una donna più volubile delle fronde di un albero. Tecnicamente il fulmen in clausola è la battuta finale inaspettata, già dell’epigramma ellenistico, che Marziale trasformò nel marchio di fabbrica degli epigrammi. Lo spostamento in sede conclusiva dell’oggetto della poesia fa in modo che il vero protagonista del sonetto non sia la donna, ma l’innamorato vittima di tanta volubilità.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La donna sua è mobile”: l’ironica poesia di Luigi Groto sulla volubilità delle donne
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