

La schiera del diavolo. Caccia selvaggia, esercito furioso e mitologia dell’oltretomba
- Autore: Massimo Centini
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Apparizioni di spiriti e demoni, per lo più circondati dalle tenebre notturne. Manifestazioni di esseri soprannaturali, anche celesti ma in prevalenza provenienti agli Inferi, dall’aldilà o da un altrove. Miti, leggende, dicerie. Nascono dalle credenze di popoli antichi e sono materia di quell’antropologia culturale di cui il professor Massimo Centini è un esperto. Ha riversato le sue conoscenze in un libro ammirevole e mirabile, La schiera del diavolo. Caccia selvaggia, esercito furioso e mitologia dell’oltretomba, pubblicato con una grafica pregevole e qualche illustrazione in bicromia da Yume Editore (Torino, maggio 2024, collana Hystoria, 192 pagine), con la prefazione di Riccardo Scotti.
La casa editrice torinese (“più libri più liberi”), produce all’insegna del “libri gustosi per lettori curiosi” lavori di saggistica, divulgazione, storia della criminologia e qualche buon titolo di narrativa, anche noir. Centini, nato a Torino nel 1955 e laureato in antropologia culturale nella facoltà di lettere dell’Università torinese, si è rivolto in più occasioni alla tradizione popolare, dedicando ricerche e studi, per numerosi editori italiani (Yume, Mondadori, Rusconi, Newton & Compton, San Paolo e altri). Ha insegnato storia della criminologia a Bolzano ed è docente di antropologia culturale nella Fondazione Università Popolare di Torino.
Anche Scotti è uno studioso di tradizioni locali, attento ad altre realtà storiche ed etniche. Nel presentare il contenuto di questo libro sulle orde terribili e il mondo delle ombre, pone l’accento sulla narrazione delle visioni ambigue, molto più spesso angoscianti che rassicuranti, prodotte da culture millenarie e tuttora capaci di appassionare i contemporanei, dopo avere affascinato i predecessori. Fa presente che questo studio dettagliato mette a fuoco e confronta le diverse definizioni che distinguono le apparizioni, soffermandosi sulle analogie e differenze. Non cerca di spiegare i fenomeni in sé, piuttosto offre risorse a chi volesse analizzare alla radice i diversi connessi con le apparizioni e l’ascendente su elementi del folclore popolare, tuttora esistenti.
Un’opera considerevole, sia pure nella sua accessibilità; non è un trattato accademico, ma un libro per tutti. Vi si fanno strada le leggende sulla Caccia selvaggia, l’Esercito furioso, il Corteo delle anime, l’Esercito di fantasmi e i miti connessi. Fin dall’antichità ricorrono racconti di cavalcate di fantasmi sui campi di battaglia, con personaggi spaventosi, mitici o leggendari alla guida di questi terrificanti cortei, da Odino (Wotan) a Teodorico (Dietrich), Herlechinus, Frau Hölle ed altri. Quasi sempre le apparizioni hanno per spettatori persone singole, raramente gruppi più o meno consistenti, come nel caso singolare di Verdello (BG): secondo le testimonianze di fine 1517, in centinaia assistettero ai combattimenti di due eserciti fantasma. Sempre in tema militare, è del 1914 la leggenda degli Angeli di Mons che, volando sulle teste dei soldati tedeschi, avrebbero scongiurato l’aggiramento dei britannici in ritirata nelle Fiandre.
Le apparizioni sono accompagnate da rumori, suoni, scalpitare di cavalli, ululati di cani, versi inquietanti di animali. Anche lamenti e grida disumane, oltre a rulli di tamburi, squilli di trombe, fragore di lame e spari, nel caso delle battaglie spettrali. I luoghi dove avvengono le manifestazioni soprannaturali sono per lo più isolati, spesso difficilmente accessibili, propri di quella “Natura selvaggia” che domina ancestralmente l’animo umano, lo soggioga, lo strega.
La mitopoietica è soprattutto europea. Nel mondo occidentale sono numerose le fonti, fabulae, mirabilia, superstitiones e sortilegia, in cui risaltano figli della notte e del buio, di origine quasi sempre demoniaca. Il folklore, soprattutto nel passato, non era esclusivo della cultura rurale o limitato alle classi sociali inferiori, ma comune a tutti i ceti, senza esclusione dell’ecclesiastico. La cultura cristiana ha fatto proprie infatti eredità di società precedenti: greco-romane e celtico-germaniche, ad esempio.
La Caccia selvaggia è una sorta di massa magmatica di vari personaggi, impegnati in azioni stereotipate, sempre contrassegnate da negatività per l’osservatore. Animali reali o fantastici, ibridi, esseri demoniaci e spettri si fondono travolgendo ogni cosa sul cammino, guidati da un’entità diversa nelle varie tradizioni (una dea pagana al comando delle streghe; il comandante di un esercito fantasma...). Da non dimenticare il ruolo antropologico dell’oscurità nei tempi in cui la Caccia selvaggia e simili trovarono spazio: la notte voleva dire oscurità, un buio totale che non possiamo neppure lontanamente immaginare (oggi l’inquinamento luminoso lo ha praticamente cancellato). Ai tempi, com’è facile comprendere, la notte corrispondeva alle tenebre, a loro volta popolate dal mistero, dal male, dal demoniaco. La Caccia selvaggia si scatenava quindi in un momento critico,
perché gli uomini sono animali diurni e nel buio rischiano di perdere la via e forse anche l’anima.
Gli argomenti e gli esempi della materia affrontata sono tantissimi, in un libro indubbiamente da leggere con passione. Sarebbe comunque insufficiente accennare solo ad alcuni, si badi semmai al minimo comune denominatore di tutte le narrazioni della caccia notturna e dintorni. All’origine dei cortei spettrali si pone un tema trasversale a tante antiche culture: il ritorno dei morti. Le superstizioni intorno a questo mito derivano dopotutto dall’incapacità umana di accettare che i defunti debbano essere persi, allontanati per l’eternità dai vivi, con i quali avevano condiviso l’esistenza fino al momento di spirare.

La schiera del diavolo. Caccia selvaggia, esercito furioso e mitologia dell'oltretomba
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