La sesta stagione
- Autore: Carlo Pedini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Anno di pubblicazione: 2012
Il cancello in rovina custodito da due querce spoglie ritratto nel dipinto Abtei im Eichwald (L’abbazia nel querceto) del pittore tedesco romantico Caspar David Friedrich, che appare nella copertina del volume, conduce il lettore alla scoperta di uno dei romanzi più belli e intensi apparsi nel panorama della letteratura italiana degli ultimi anni, uno dei dodici candidati al Premio Strega 2012: La sesta stagione (Cavallo di Ferro, 2012)
Il perugino Carlo Pedini, musicista, compositore e direttore d’orchestra compone un’opera che è una grande saga del nostro Paese, protagonista il Novecento, dove viene analizzata la crisi del cattolicesimo “dopo duemila anni di storia”.
Trama
Anno Domini 1934: nella cittadina immaginaria di Civita Turrita, collocata idealmente nell’Appennino Toscano tra Arezzo e Sansepolcro, la comunità si appresta a festeggiare l’inaugurazione del Santuario dell’Immacolata Concezione, voluto dal Vescovo per ringraziare la Vergine della fine della I Guerra Mondiale. In questo clima di festa e di attesa niente lascia presagire la futura decadenza civile e religiosa del paese, specchio della decadenza di una nazione. L’io narrante del romanzo, il giovane seminarista puro di cuore e di anima Piero Menardi in quasi cinquant’anni (1934/1985), assiste impotente alle trasformazioni sociali, politiche, economiche che lo circondano (il fascismo, la II Guerra Mondiale, i Patti Lateranensi, le lotte tra i partiti politici, il Concilio Vaticano II, l’alluvione di Firenze, il Sessantotto, gli Anni di piombo) e la sua non può che essere una muta testimonianza.
Nelle note finali del volume l’autore scrive che l’idea del romanzo è nata con il preciso scopo di:
“tentare un’operazione analoga a quella del compositore che decide di scrivere una sinfonia: ho preso un modello di riferimento I Buddenbrook di Thomas Mann, che sempre ho ritenuto perfetto dal punto di vista formale, nel presentare il tema e ne ho mantenuto quanto più ho potuto la struttura (undici parti con relativi capitoli). Ho sostituito argomento, collocazione temporale, personaggi, conservando ai sostituti più rilevanti il ruolo che avevano nella vicenda narrata da Mann”.
In questa “storia conclusiva di una piccola diocesi” che ha impegnato lo scrittore per otto anni, parabola rivelatrice di un disegno più ampio che coinvolge la Chiesa, sono molti i personaggi immaginari e reali che affollano la sinfonia dell’autore: il filosofo Aldo Capitini, lo storico dell’arte Carlo Ragghianti, il microfono di Dio Padre Riccardo Lombardi e don Lorenzo Milani.
Intervista all’editrice Romana Petri
“Mi piacciono molto gli scrittori che amano gli scrittori, insomma, gli scrittori che sono dei grandi lettori. È impossibile non accorgersi se chi scrive, ama leggere o no. E già il fatto di amare la lettura conferisce un diritto, il diritto di essere letto. Chi non legge, invece, non capirò mai perché desideri tanto essere letto dagli altri. Pedini è stato un esordio di grandissimo livello, è uno scrittore robusto e consapevole che in questo romanzo ha dato prova di saper mescolare i generi e trarne il meglio. Un romanzo, come dire, realista e nello stesso tempo un romanzo nel romanzo, una specie di inseguimento dell’opera di Mann. E il bello è che non sapendolo, il lettore legge La Sesta Stagione godendone molto anche ignorando la ragione per cui è stato scritto. La cultura di Pedini si nasconde dietro la dote del buon narratore”
ci ha rivelato Romana Petri, scrittrice, traduttrice, critica letteraria e editrice del volume.
Quasi 700 pagine che si leggono con attenzione e viva partecipazione quindi il lettore ideale di un volume così impegnativo, come sostiene la stessa Petri, è
“il lettore forte, quello che non si accontenta, quello che non vuole a tutti i costi leggere e dire Questo lo potevo scrivere anch’io. Questo romanzo si rivolge al lettore che ha ancora voglia di fare delle scoperte e di lasciarsi sorprendere”.
Alla stregua di ciò dispiace sapere che i dati presentati quest’anno dall’AIE (Associazione Editori Italiani) alla recente Buchmesse di Francoforte sono preoccupanti: nel 2011 i lettori italiani sono scesi dal 46,8 al 45,3% cioè di 723mila unità.
“È semplice - commenta Romana Petri - i lettori muoiono, muoiono nel senso più reale del termine, non sono più di questo mondo. Ma per un lettore che se ne va, non ce n’è un altro che lo sostituisce, perché oggi non si allenano i giovani alla lettura. Ce ne sono di lettori giovani, certo, ma si vanno riducendo. E questo ha scatenato una rivoluzione nel mondo editoriale, ha creato la necessità di abbassare il livello. Se il livello non fosse stato abbassato i dati sarebbero ancora più disarmanti”.
Solo nell’ultimo capitolo de La sesta stagione viene svelato il titolo del romanzo attraverso la frase profetica di Paolo VI pronunciata qualche anno dopo la fine del Concilio: “Aspettavamo la primavera ed è venuta la tempesta”.
“Quanto resisteremo? Cento anni? Duecento anni? Non lo so, ma penso che il Concilio sia servito solo ad allungare la nostra agonia. Ecco, forse non ce ne rendiamo conto, ma è solo questa la nuova stagione che ci attende”
La sesta stagione
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