Chi cura i diritti degli autori e si occupa di proporre i testi all’editore più adatto? Marco Nardini ci racconta la professione dell’agente letterario, lasciando qualche consiglio anche ai giovani autori.
Marco Nardini è nato nel 1980 ed è cresciuto a La Maddalena, in Sardegna. Dal 2000 vive stabilmente a Bologna. Ha lavorato in librerie, redazioni di riviste, emittenti radiofoniche, distributori e case editrici, ha curato due antologie di racconti e nel 2010 ha fondato l’agenzia letteraria Otago.
- Buongiorno Marco e grazie per il tempo che hai deciso di dedicare a SoloLibri.net
Come hai deciso di diventare agente letterario e quali sono i passi, formativi e professionali, che hai fatto per aprire Otago, la tua agenzia di servizi culturali e letterari?
In passato ho fatto molte esperienze in campo editoriale, cimentandomi praticamente in tutti i segmenti del settore. Finché, anche a seguito della curatela di alcuni volumi e dei numerosi contatti che avevo accumulato, ho pensato che avrei potuto svolgere un’attività di servizi editoriali free-lance. Ma quello che più mi appassionava, e che mi appassiona tuttora, è il mestiere dell’agente letterario: ho letto la storia di Erich Linder e ho capito che avrei voluto fare questo. Dopo un periodo di esperienza come free-lance, appunto, ho aperto l’agenzia Otago all’inizio del 2010.
C’è tanto da imparare nel mondo dell’editoria e, soprattutto, me ne rendo conto, non è facile riuscire a inserirsi perché non è un business che offre moltissime possibilità, specialmente in questo periodo dove ci sono più tagli che assunzioni. Però, se davvero volete intraprendere questa strada, quello che conta è l’esperienza: provateci, cercate di fare un tirocinio o esperienze lavorative anche brevi dentro case editrici, agenzie, service. State con le orecchie dritte, cercare di assimilare più cose possibili. Siate curiosi, in sostanza prendete a piene mani dai lavori che riuscite a fare, imparate più che potete, è importante avere una conoscenza a 360° in questo settore, essere dinamici e flessibili.
- Per chi non lo sapesse, puoi chiarire di cosa si occupa l’agente letterario nel suo lavoro quotidiano? Quali sono le mansioni che svolge per gli autori e per gli editori?
L’agente letterario si occupa prevalentemente di compravendita di diritti, ma in sostanza c’è molto di più. Cura gli interessi dell’autore, seguendolo durante la stesura e la proposta agli editori, cercando la collocazione più idonea alle sue opere. Gli autori che rappresentiamo vengono proposti anche all’estero per eventuali traduzioni, attraverso le principali fiere o tramite coagenti o proposte dirette a editori stranieri, oppure ai produttori che cercano storie per il cinema.
La stessa cosa vale per autori o agenzie straniere che vogliono piazzare le loro opere nel mercato italiano.
Come agenzia, svolgiamo anche servizi editoriali di vario tipo, destinati a editori, enti, autori: redazione, impaginazione, comunicazione, valutazione dei testi ecc.
- Otago è risultata vincitrice anche di due bandi della regione Emilia Romagna per il settore creativo e culturale. Come si è concretizzato il tuo impegno in questo specifico settore e quali sono le iniziative che hai realizzato?
Abbiamo vinto nel giro di poco tempo il bando Incredibol! del Comune di Bologna e Creater della Regione Emilia Romagna. Ci hanno dato supporto per molte attività, offerto corsi di formazione e consulenze con esperti nei vari settori, avviato contatti attraverso incontri di networking. C’è tutto un mondo di startup create da giovani validissimi che ha solo bisogno di concretizzarsi e crescere tramite contatti (e contratti) giusti, e grazie a questi bandi si possono aprire delle strade in più.
- Quali sono i libri che al giorno d’oggi vendono di più? Chi scrive deve lasciare campo libero alla propria vena creativa o deve buttare un occhio anche al mercato editoriale e alle tipologie di storie che pubblicano i grandi gruppi editoriali?
Analizzare il lato commerciale del libro è molto interessante e i generi di successo sono tanti e, spesso, imprevedibili: dal sempreverde noir alla chick-lit, dall’urban fantasy al romance erotico (uno degli ultimi casi, scoppiato grazie alle Cinquanta sfumature…). Anche il genere di successo però va affrontato con ingegno e originalità: piegarsi a scrivere un romanzo che si inserisce nel filone del momento non sempre funziona, molte cose poi vengono importante dall’estero. Inoltre, non dimentichiamoci che ci sono anche romanzi di altissimo livello che raggiungono il successo.
È ovvio che se intendi pubblicare un libro sai che questo libro/prodotto andrà a immettersi in un mercato e che, vuoi o non vuoi, ti devi confrontare con questo mercato. È giusto quindi pensare che ci sarà un lettore che dovrà leggerti, ma, ripeto, ogni scrittore deve trovare la propria voce e non scimmiottare altre voci di successo.
- Nella tua professione, immagino ti confronterai spesso con esordienti scrittori. A tuo modo di vedere, quali sono le doti imprescindibili dello scrittore? Più in generale che consigli daresti a un giovane scrittore?
Io faccio il mio lavoro di editor, di agente, di intermediario, non sono io che devo dire come scrivere un romanzo o cosa scrivere. Certo, sono nella posizione di poter dare dei consigli per migliorare la lettura di un testo, ma non penso ci siano consigli universali, dipende sempre dal singolo caso. È difficile perciò dire quali sono le doti imprescindibili di uno scrittore. Come accennavo prima, se dovessi parlare in termini generici ti direi “la voce”: trovare la propria, avere personalità, essere autentici e, precisazione non poi così ovvia, saper scrivere. Che non vuol dire saper scrivere un tema, ma saper raccontare.
- Al di là del contributo che possono dare, con la loro professionalità, l’agente letterario e poi, a uno stadio successivo, la casa editrice, quanto è importante, ad oggi, l’attività di autopromozione che lo scrittore può fare sulle sue opere?
È fondamentale. Un libro non raggiunge il successo perché “è bello”. Ci sono libri bellissimi (che poi è molto soggettivo stabilirlo) persi nel mare magnum… È necessario prima di tutto avere visibilità, e per averla non basta uscire con un grande gruppo editoriale. Gli attori che ruotano attorno alla pubblicazione del libro devono muoversi insieme in direzione dell’unico obiettivo che interessa a ognuno: raggiungere più lettori possibili. Ci vuole dialogo e sostegno da parte di tutti: autore, agenzia, casa editrice, ufficio stampa. Se l’autore sta fermo è difficile che il libro si muova. Stessa cosa se sta fermo l’ufficio stampa, certo, ma credo che forse oggi sia più importante che si sappia muovere bene l’autore, i mezzi a disposizione ci sono per tutti: Internet, festival letterari, incontri con il pubblico, iniziative originali.
- In particolare, in una società dove se non stai sul web non esisti, quanto sono importanti i social network per uno scrittore e come possono essere sfruttati per una proficua promozione dei suoi libri?
A me piace molto Twitter: si scrive e si legge senza troppe divagazioni, come accade invece su Facebook dove si è distratti da mille cose. Però è certamente molto importante anche Facebook, se non altro perché è il più diffuso e si arriva davvero a tutti. L’ideale è comunque riuscire a sfruttare i vari social, senza per forza perderci la giornata dietro. Scrivere qualcosa ogni tanto, postare una foto, comunicare un appuntamento, lasciare un commento, essere presenti insomma. E ce ne sono per tutti i gusti, dai due già citati ad aNobii e Goodreads per esempio, interamente dedicati al mondo del libro, ma anche Instagram, Pinterest, Google+…
- Grazie della collaborazione.
Grazie mille a voi per questa intervista!
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lavorare come agente letterario: intervista a Marco Nardini dell’Agenzia letteraria Otago
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Scrivere un libro Lavoro con i libri
Lascia il tuo commento