Leader ma non troppo. Arte e fatica di guidare un’azienda
- Autore: Giuseppe Morici
- Genere: Marketing e Business Management
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2022
Leader ma non troppo. Arte e fatica di guidare un’azienda (Feltrinelli, 2022) è un libro scritto da Giuseppe Morici, CEO di Bolton Group e Vice Presidente del Gruppo Feltrinelli.
Secondo l’autore, la leadership è un’arte grazie alla quale è possibile impreziosire il contesto aziendale e spronare la crescita dei talenti. È fondamentale la costruzione di un contesto appropriato. Questo è realizzabile grazie a un elemento, di estremo potere, che il leader può e deve usare: la parola.
Il leader dovrebbe stabilire una relazione emotiva equilibrata, non è sufficiente l’esclusivo affidamento all’azione se, in primis, dovesse venire meno l’aspetto comunicativo.
Così come l’attore e lo psicologo, il leader usa se stesso per orchestrare la complessa macchina umana e relazionale che lo circonda. E la parola è il suo strumento principale in questa orchestrazione.
Dunque, in quale modo un leader può essere in grado di gestire questa ’’complessa macchina umana’’? Il titolo del libro, Leader ma non troppo, è determinante: il leader deve essere abile nel comprendere quando fermarsi. È essenziale che il leader conosca i limiti e gli aspetti emotivi e psicologici dei collaboratori.
Come diventare un leader autentico? Morici sostiene l’importanza di un processo di leadership-followership, per cui le persone vorranno sempre seguire un progetto (e il leader) con una postura molto più affascinata e fedele.
Il carisma fa sì che gli altri si sentano attratti: tutto il resto può essere insegnato, il carisma no.
La leadership implica anche altre abilità: saper gestire la propria ignoranza.
È interessante la parentesi dedicata a questa sezione in cui viene anche nominato Socrate, offrendo un’interpretazione del celeberrimo aforisma ’’so di non sapere’’ in relazione alla figura del leader.
Tuttavia, non è l’unico riferimento presente; l’autore affronta anche la tematica dell’ alienazione, concetto – la cui teorizzazione più importante fu fatta da Karl Marx – abbinato al pensiero di Zoja riguardante lo smarrimento di senso.
In entrambe le prospettive, l’uomo (l’operaio per Marx, le persone per Zoja e, a me piace pensare, il manager in azienda) si allontana da se stesso e da ciò che fa, proprio mentre lavora. Poco importa se si tratta di un minatore dell’Ottocento, di un operatore di call center del Duemila o di un manager dei nostri giorni. Smarrire il senso di ciò che si fa non è piacevole.
Pertanto, qual è il senso di questo mestiere di fronte a una crisi di senso?
Un’impresa dovrebbe muoversi in equilibrio verso un futuro, orientarsi verso l’eternità.
Per ottenere questo risultato ottimale, è fondamentale abbattere le seguenti barriere:
- La routine: questa esime l’uomo dal cercare un senso; la si può combattere attraverso costanti dosi di cultura generale.
- L’ingordigia: l’uomo ingordo dovrebbe aumentare la propria apertura mentale.
- La miopia: si tratta del peggior nemico perché impedisce lo sguardo verso il futuro; dunque, la soluzione sarebbe quella di optare per un’ambizione di carattere collettivo.
Giuseppe Morici propone una vasta gamma di spunti di riflessione con un approccio espansivo e cordiale, motivo per cui di tratta di una lettura molto scorrevole e ricca di esempi di pura concretezza lavorativa e quotidiana.
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