Il 10 febbraio 1898 nasceva ad Augusta, in Germania, Eugen Berthold Friedrich Brecht, poeta, drammaturgo, regista teatrale che avrebbe segnato attraverso le sue opere la storia del Novecento.
Brecht è noto soprattutto come drammaturgo, ma è anche autore di numerose poesie, tra le più toccanti della lirica tedesca novecentesca
Tramite il suo capolavoro Opera da tre soldi (1929), Brecht fu l’inventore della forma del “teatro epico”, che non si fondava sull’immedesimazione degli spettatori con i personaggi, ma poneva al centro una riflessione distaccata e razionale, in modo che lo spettatore potesse imparare qualcosa dalla rappresentazione teatrale. Brecht voleva che l’arte diventasse un veicolo di conoscenza, in modo da spingere una presa di coscienza critica da parte del pubblico.
Questa visione militante l’autore la trasferì dalla drammaturgia alla letteratura, trasformando così le parole in un’arma politica capace di affrontare le sfide del proprio tempo.
Genesi della poesia Lode dell’imparare
Nella celebre poesia Lode dell’imparare, Bertolt Brecht chiama il popolo a una rivoluzione non violenta, combattuta con le armi del sapere e della cultura.
Il componimento fu scritto nel 1933, lo stesso anno della salita al potere di Adolf Hitler. Pochi mesi dopo Brecht fu costretto a fuggire dalla Germania, poiché la sua adesione al pensiero marxista lo poneva in aperto conflitto con il nazismo ormai imperante.
Le sue parole oggi ci appaiono come un ultimo avvertimento, che poco poté dinnanzi alla tempesta creata dal regime di Hitler che presto avrebbe capovolto le sorti del mondo intero.
Oggi la poesia di Brecht viene vista come un ultimo estremo e nobile tentativo di salvare la democrazia dalla catastrofe imminente.
Scopriamo testo e vediamo insieme analisi e commento della poesia.
Lode dell’imparare di Bertolt Brecht: testo
Impara quel che è più semplice!
Per quelli il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’abc; non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.Non avere paura di chiedere, compagno!
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quel che non sai tu stesso,
non lo saprai.Controlla il conto,
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.
Lode dell’imparare di Bertolt Brecht: analisi e commento
Nel 1933, quando Bertolt Brecht compose Lode dell’imparare, in Germania era da poco salito al potere Adolf Hitler, nominato cancelliere il 29 gennaio di quello stesso anno. In breve tempo Hitler avrebbe acquisito pieni poteri, limitando la libertà di stampa. Infine, il 10 maggio di quell’anno, i nazisti bruciarono i libri scritti da autori non graditi al regime.
Gli studenti ebbero l’ordine di bruciare tutti i libri, portandoli di persona fuori dalle biblioteche. I testi di molti autori stranieri e di tutti gli autori ebrei furono bruciati in enormi falò accesi in ogni parte della città di Berlino.
In quella data ebbe luogo il più vasto e pianificato incendio di libri della storia contemporanea, si calcola che quel giorno furono dati alle fiamme oltre 20.000 titoli.
Nella poesia Brecht celebra il valore dell’istruzione, la forza dell’apprendimento e del sapere. La cultura, secondo il poeta, era l’unico strumento in grado di suscitare una presa di coscienza e sviluppare un pensiero critico da parte del popolo.
Per questo motivo Brecht invita tutti, indiscriminatamente, ad apprendere e a imparare per uscire dalle paludi dell’ignoranza che avrebbero tolto loro il diritto di ribellarsi alla follia scellerata di Hitler.
Come mostra il lungo elenco iniziale, l’autore chiama chiunque all’arte dell’apprendere. Il suo appello non è rivolto solo ai giovani studenti, ma anche al carcerato, alla casalinga, al sessantenne, al senzatetto. L’invito di Brecht è universale, perché riconosce che solo attraverso la cultura queste persone potranno essere finalmente libere.
Il poeta pone un unico imperativo categorico:
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Brecht vede nei libri, nella cultura, uno strumento di lotta e chiama tutti a servirsene per cambiare la propria condizione di sottomissione. Alla fine di ogni verso l’autore ripete: “Tu devi prendere il potere”, chiamando quindi il popolo ad attuare una rivoluzione non violenta, compiuta attraverso la lettura e il sapere.
Hitler bruciava i libri perché vedeva in essi dei nemici, una minaccia, e Brecht invita la gente a servirsi del potere delle pagine scritte per ribellarsi alla tirannia nazista.
Il poeta e drammaturgo tedesco sapeva bene che:
Il pensare è uno dei massimi piaceri concessi al genere umano.
e quindi predicava una ribellione mentale, prima che fisica, perché le idee devono prima germogliare nella mente per poi divenire parole, e quindi trasformarsi in azioni concrete.
Bertolt Brecht vedeva nel pensiero un’arma potentissima, la maggiore risorsa a disposizione di un essere umano. Attraverso le sue poesie propugnava dunque una rivoluzione di pensiero, regalandoci la commovente resistenza di un intellettuale di fronte alle barbarie più atroci della storia.
Brecht componeva un’ode alla cultura e al sapere, proprio mentre le pagine dei libri si trasformavano in fumo nel cielo di Berlino.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Lode dell’imparare”: la poesia di Bertolt Brecht sul potere della cultura
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