Difficile dire se sia più interessante l’opera, oppure la vita del suo creatore; in questo caso si intrecciano strettamente. Marco Anneo Lucano è l’autore della Farsaglia o Pharsalia, uno dei poemi più interessanti della letteratura latina.
Conosciuta anche con il nome di Bellum civile, l’opera di Lucano narrava la guerra civile tra Cesare e Pompeo culminata nello scontro della battaglia di Farsalo e divenne un vero e proprio caso politico.
Vediamo perché.
Lucano e la “Farsaglia”: un caso politico
Marco Anneo Lucano era nato a Cordova nel 39 d.C., ma giunse a Roma in giovane età. Nipote del filosofo Seneca, Lucano riuscì a entrare nella cerchia dei fedeli all’imperatore Nerone e se ne ingraziò i favori scrivendo le Laudes Neronis in occasione delle feste “Neronia” nel 60 d.C. Dopo l’incoronazione a poeta ufficiale di corte Lucano, ancora giovanissimo e pieno di talento, cominciò a lavorare al proprio grande progetto della Farsaglia o Pharsalia.
Il poema di Lucano rimase tuttavia incompiuto a causa del deteriorarsi dei rapporti tra il poeta e Nerone; secondo lo storico Cassio Dione e Tacito l’imperatore era geloso del talento letterario del poeta che superava di gran lunga il suo. Non si trattò, tuttavia, soltanto di questo: la Farsaglia stava assumendo connotati troppo libertari e affermava principi contrari al volere tirannico dell’imperatore romano.
Nerone pose il veto sulla pubblicazione della Farsaglia, di cui erano usciti soltanto i primi tre libri. Ce lo testimonia lo stesso Cassio Dione:
Lucano ricevette il divieto di comporre poesia a causa del successo che riscuoteva la sua attività di poeta.
Nonostante la censura imperiale, Lucano non smise di scrivere, accentuando il tono antitirannico e repubblicano dell’opera, che tuttavia non avrebbe mai visto pubblicata. Il poeta fu costretto al suicidio - poco tempo dopo lo zio Seneca - in seguito al suo coinvolgimento nella Congiura di Pisone ordita contro l’imperatore. Pare che proprio Lucano, secondo fonti storiche accreditate, fosse tra i principali e più accaniti sostenitori del complotto.
Per non cadere nelle mani di Nerone - che aveva dato l’ordine di ucciderlo - Lucano si diede la morte il 30 aprile del 65 d.C.
Leggenda narra che si uccise tagliandosi le vene e, mentre lentamente moriva dissanguato, recitava i versi del suo poema. I dettagli macabri della morte di Lucano ci vengono narrati da Tacito negli Annales.
Questi, mentre il sangue gli fluiva dalle vene, quando s’accorse che il gelo si diffondeva nei piedi e nelle mani e che, a poco a poco, gli spiriti vitali abbandonavano le estremità, con piena lucidità di mente si rammentò un carme che egli aveva composto per rappresentare un soldato ferito che moriva come lui; recitò quei versi, che furono le sue ultime parole.
Sempre Tacito riporta che Lucano, prima di compiere il gesto estremo, scrisse una lettera in cui annotava alcune correzioni da apportare al suo poema, la Farsaglia, raccomandando al padre di operarle in sua vece. L’ultimo pensiero del poeta latino, che morì a soli ventisei anni, era per la sua opera letteraria che gli avrebbe garantito fama imperitura.
Ma quali erano i temi della Farsaglia? Per quale motivo l’opera di Lucano era definita un anti-poema? Ancora oggi il vasto poema in esametri, formato in totale di dieci libri, sebbene rimasto incompiuto poiché il progetto originale ne comprendeva almeno altri due, è considerato l’anti-Eneide proprio per il rovesciamento dell’epica che in esso veniva operato.
La “Farsaglia” di Lucano: temi e personaggi
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Il tema trattato da Lucano nella Farsaglia è contrario a quello dell’epica tradizionale: il poeta latino infatti non celebra un grande evento né un uomo valoroso della storia di Roma, ma canta una misfatta che rappresentò la fine della grandezza romana. Lucano infatti pone al centro del suo poema la guerra civile tra Cesare e Pompeo, a partire da quel alea iacta est che portò un furioso Giulio Cesare a varcare il fiume Rubicone. Al centro della narrazione dunque c’era un evento apocalittico, una guerra terribile e scellerata scevra di qualsiasi accento eroico; inoltre Lucano elimina dal suo poema l’apparato mitologico tradizionale, sostituendo l’intervento divino con quello di occulte forze magiche. Nella Farsaglia domina il caos e forze oscure, infernali, un totale nichilismo fino a quel momento estraneo alla forma letteraria proemiale. La straordinaria modernità della anti epica di Lucano consiste nella narrazione di un mondo destinato a sprofondare nel caos: ci mostra una civiltà in preda al caos, dove non esiste alcun ordine e da cui la provvidenza (incarnata dal logòs) sembra essere stata abolita. Lucano indugia in particolari trucolenti e macabri, compone esametri concitati e violenti, niente affatto consolatori, scanditi da un periodare rapido e spezzato. Per queste ragioni l’oratore Quintiliano definì lo stile della Farsaglia ardens et concitatus. Lo stile di Lucano, pur nella sua iperbole e nella sua eccessiva drammatizzazione, sarebbe stato imitato da grandi autori, tra i quali Dante, Petrarca, Tasso e, più avanti, da Foscolo e Goethe.
Anziché esaltare la divina gloria di Roma, il poeta latino ne analizzava le cause della caduta, restituendoci una nitidia visione della storia in cui ai periodi di massimo splendore spesso ne seguono altri di grande decadenza.
Inoltre l’opera di Lucano divenne un caso politico per la sua celebrazione della libertas, in opposizione al governo monarchico. Il poeta latino vedeva nella monarchia un’espressione della tirannide e, in opposizione al governo di un singolo, esaltava i valori antichi del mos maiorum e il bene collettivo. L’unico personaggio positivo della Farsaglia di Lucano è Catone Uticense, difensore della virtù fino all’estremo sacrificio della propria persona; costui sarebbe poi diventato il modello del Catone dantesco presente nel Limbo.
L’esempio virtuoso dell’Uticense sarà infine imitato dallo stesso Marco Anneo Lucano, che avrebbe a sua volta pagato con la vita la propria vocazione alla libertà.
Gli eroi positivi, insegnava Lucano nella sua Farsaglia, si realizzano solo nella morte. E l’autore latino fu il primo a obbedire alla propria dura legge letteraria.
Recensione del libro
Lucano. Nostalgie di libertà
di Antonella Prenner
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lucano e l’epica rovesciata della “Farsaglia”: un caso politico ai tempi di Nerone
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