Approfondiamo la figura di Mark Fisher, filosofo, critico musicale, blogger e intellettuale britannico dall’approccio alternativo, tra i primi a sfruttare il “blog” per divulgare le proprie riflessioni filosofiche e a fuggire dai rigidi dettami accademici. Pioniere nella critica culturale, ha creato uno stile comunicativo in cui i prodotti artistici popolari vengono analizzati e reinterpretati in un’ottica filosofica e politica, rendendo ogni riflessione riscontrabile nell’attualità e incredibilmente appassionante.
In occasione dell’anniversario della sua nascita, ripercorriamo i punti salienti della vita e le opere principali.
Mark Fisher: vita e formazione
Mark Fisher è nato a Leicester l’11 luglio 1968 ed è cresciuto a Loughborough, nella contea inglese del Leicestershire, da genitori della classe operaia e conservatori. Il padre era un tecnico di ingegneria e la madre un’addetta alle pulizie. Ha conseguito una laurea in Inglese e Filosofia presso l’Università di Hull (1989) e ha completato un dottorato di ricerca presso l’Università di Warwick nel 1999 dal titolo Flatline Constructs: Gothic Materialism and Cybernetic Theory-Fiction. In questo periodo Fisher è stato membro fondatore del collettivo interdisciplinare noto come Cybernetic Culture Research Unit, associato al pensiero politico accelerazionista.
Nel 2003, dopo aver insegnato filosofia in un istituto di istruzione superiore, decide di aprire un blog di teoria culturale chiamato k-punk.
Mark Fisher morirà suicida il 13 Gennaio 2017 all’età di 48 anni.
k-punk: come nasce il blog di teoria culturale di Mark Fisher?
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Lo stesso Fisher racconta come e perché ha deciso di scrivere in un blog, in un estratto della raccolta di articoli dal titolo “Scegli le tue armi”:
Perché ho aperto il blog? Perché sembrava uno spazio - l’unico spazio - in cui era possibile portare avanti il genere di discorso che era iniziato nella stampa musicale e nelle art school, ma che era quasi del tutto scomparso con quelle che ritengo conseguenze culturali e politiche terribili... Per me è sempre esistito uno stretto legame tra teoria e pop/cinema... Il mio modo di concepire la teoria, prevalentemente attraverso la cultura popolare di solito è detestato nelle università. La maggior parte dei miei rapporti con l’accademia sono stati letteralmente, clinicamente, deprimenti.
Lo sviluppo di software di produzione sonora a basso costo e di facile accesso, della rete, dei blog, significa che oggi abbiamo a disposizione un’infrastruttura punk senza precedenti. Manca soltanto la determinazione, la convinzione che ciò che può avvenire all’interno di qualcosa che non gode di autorizzazione/legittimazione possa essere altrettanto importante - più importante - di ciò che passa attraverso i canali ufficiali.
La scelta di utilizzare un mezzo di comunicazione emergente, fuori dalla rete istituzionale delle università, contribuisce a definire da subito alcune caratteristiche del filosofo. Fisher ambisce ad una divulgazione filosofica alternativa, che parta dai prodotti culturali di consumo globale, dai film alla musica, per interpretare l’attualità nei suoi fenomeni sociali. L’insofferenza riguardo il sistema accademico che non permette altre forme di ricerche intellettuali, oltre a quella più astrusa e autoreferenziale, è la manifestazione palese della natura anti-istituzionale dell’intellettuale e di una sua ricerca dell’indipendenza.
In Scegli le tue armi, la raccolta degli scritti sulla musica che costellavano il blog K-punk, Fisher utilizza artisti di ogni tipo, dal rock alternativo del Glastonbury, al goth e al glam punk per formulare teorie filosofiche e riflessioni critiche sulle politiche neoliberiste e tardo capitaliste che riconosce nell’attualità.
Le opere di Mark Fisher
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In contemporanea alla scrittura per il blog e legata ad essa, Fisher sviluppa le sue idee in forme di saggio, pubblicando più libri. Il primo ad avere un buon successo e a dare notorietà all’autore è “Realismo Capitalista”, un saggio in cui sostiene che il termine che dà il titolo al libro descrive al meglio la situazione ideologica che si è venuta a creare dopo la caduta dell’Unione Sovietica, in cui le logiche del capitalismo sono arrivate a delineare i limiti della vita politica e sociale, con effetti significativi sull’istruzione, sulla malattia mentale, sulla cultura pop e sui metodi di resistenza. Il risultato è una situazione in cui “è più facile immaginare una fine del mondo che una fine del capitalismo”.
Negli anni successivi scriverà altri saggi filosofici come “Hauntology”, “The Weird and the Eerie” e “Ghost of my life”.
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In “Ghost of my life”, pubblicato in Italia nel 2019 dalla casa editrice minimum fax con il titolo Spettri della mia vita. Scritti su depressione, hauntologia e futuri perduti (trad. di Vincenzo Perna), Fisher affronta il tema della nostalgia e sostiene che nel ventunesimo secolo la cultura popolare si trova intrappolata in un atteggiamento nostalgico, sempre rivolto nel passato, con la conseguenza di un rimescolamento continuo dei prodotti culturali, senza la prospettiva di novità artistiche. Nel libro Fisher affronta anche il tema della depressione, che lo seguiva da molto tempo, parlandone sempre nell’ottica politica. Affermava che
la pandemia di angoscia mentale che affligge il nostro tempo non può essere adeguatamente compresa, o curata, se vista come un problema privato sofferto da individui danneggiati
.
Nonostante gli sforzi nell’affrontare la depressione, Mark Fisher si toglie la vita il 13 Gennaio 2017 all’età di 48 anni, poco prima della pubblicazione del libro “The weird and the eerie”, edito in Italia sempre da minimum fax.
Fisher viene ora riconosciuto come uno degli intellettuali più importanti degli ultimi anni, in grado di analizzare in maniera lucida i fenomeni sociali intorno a lui, capace di cogliere gli aspetti più profondi nell’arte e di condividere questa capacità attraverso una scrittura accessibile e significativa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mark Fisher: vita e opere del filosofo autore del blog k-punk
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