In libreria nello scaffale dedicato ai piccoli lettori due interessanti albi editi da Gallucci: “Il Principe superbo” (pp. 36, €13 titolo originale The Wicked Prince, traduzione di Elena Battista e Francesca Nasi, illustrato da Georges Lemoine) di Hans Christian Andersen e “Ma… in che libro siamo finiti!?” (pp. 40, €12,90 titolo originale We’re in the wrong book) di Richard Byrne.
Lo scrittore danese Hans Christian Andersen, uno degli autori di fiabe più amati al mondo, ne “Il Principe superbo” concepisce il ritratto di un uomo di potere arrogante e senza cuore, vittima della propria cupidigia. La storia dell’umanità insegna che tanti uomini di potere sono stati ossessionati dal dominio come il Principe superbo. La favola illustra ai bambini che un’anima buona e generosa è la ricchezza che ognuno dovrebbe possedere.
“C’era una volta un principe superbo e arrogante il cui unico pensiero era la conquista del mondo...”.
Il suo pensiero principale consisteva nell’impadronirsi di territori e nazioni terrorizzando tutti mettendo a ferro e fuoco ogni cosa. I suoi soldati calpestavano i campi di grano e incendiavano le case dei contadini. Negli alberi arsi dal fuoco, rimanevano solo i frutti inceneriti. Le madri con i loro bambini cercavano riparo dietro le rovine delle loro abitazioni bruciate. I temibili soldati si divertivano a scovarle scatenando su di loro “il loro gioco diabolico”. Lo stesso malvagio principe gioiva di tutta questa distruzione e cattiveria mentre il suo potere cresceva e il suo nome era sempre più temuto. Le città da lui sottomesse venivano depredate d’oro e tesori che il condottiero accumulava nella sua capitale, dove fece costruire magnifici palazzi, templi e archi. “Che gran Principe!” esclamava chiunque vedesse quello splendore, senza pensare a tutte le terre devastate e la desolazione delle città rase al suolo. Il Principe più conquistava e più pretendeva: “Voglio di più. Molto di più!”. I vicini confinanti ai suoi territori vennero tutti assoggettati al suo potere. I re sconfitti furono umiliati, perché costretti a sfilare per le strade incatenati alla sua carrozza e nutriti con gli avanzi che il superbo uomo gettava a terra. Il Principe era giunto al punto di voler essere venerato come Dio. Quando i sacerdoti lo avvertirono che “Non si può osare tanto”, l’uomo rispose “Allora io sfiderò anche Lui!”.
“Spinto dalla follia e dall’orgoglio del suo animo, fece costruire una nave volante capace di raggiungere il cielo”.
“Ma… in che libro siamo finiti!?” è un albo colorato e vario, dove il protagonista è il libro, il miglior amico che i nostri figli dovrebbero avere fin dalla tenera età.
Bella e Ben, due simpatici e vispi bambini amavano tanto i libri, da saltarci dentro per giocare.
“Bella e Ben giocavano alle corse con i sacchi, da una pagina del libro... all’altra”.
Un giorno il simpatico cagnone di Bella si era unito a loro per giocare e per sbaglio “li spinse fuori dalla pagina!”. In una pagina piena di pastelli colorati Bella si chiedeva dove fosse finito il suo cane. Invece Ben, su uno sfondo di dieci gustosi e colorati lecca-lecca si domandava: “Dove siamo noi?”. I bambini erano finiti in un libro sbagliato ma bello e interessante ugualmente. Con un altro salto Ben e Bella atterrarono in un libro a fumetti dove un topino curioso dai grandi occhi li mandò dalla bibliotecaria, la quale a sua volta indicò loro la sezione dei volumi storici. I bambini si ritrovarono allora fra le pagine ricche di sabbia egiziana, dove svettava la piramide di Cheope, esclamando: “Questo non è il nostro libro!”. Quando Bella credeva di aver trovato il giusto percorso i piccini giunsero davanti alla porta di una vecchia casetta nel bel mezzo di un bosco. Quanta strada dovranno ancora percorrere Ben e Bella prima di tornare al punto di partenza? Gentile piccolo lettore daresti una mano ai bambini per trovare il lieto fine? “Sì!”. disse Bella,”Siamo di nuovo nel nostro libro!”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Marzo 2016: 2 libri da leggere per bambini targati Gallucci in libreria
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