Meritocrazia
- Autore: Roger Abravanel
"Il merito? Ah, ma in Italia non esiste!" Lo sappiamo tutti, il nostro è il paese delle raccomandazioni, delle clientele, delle famiglie, delle caste, delle corporazioni, delle oligarchie, delle mafie. Un solo dato: l’Italia è la società più ineguale dell’Occidente. Ha grandissime disuguaglianze tra ricchi e poveri (come gli USA) e al tempo stesso è uno dei paesi con la minore mobilità sociale: i poveri da noi restano poveri per sempre e in maniera ineluttabile. Questo sistema sta provocando danni gravissimi al paese, che perde ogni giorno posizioni in uno scenario globalizzato sempre più competitivo: da almeno 15 anni in Italia la ricchezza aumenta meno che negli altri paesi sviluppati. Ma come possiamo rimettere in moto una società così statica? Come sfidare una casta politica ancora legata agli schemi di un’economia industriale, quando siamo ormai diventati da tempo un’economia di servizi? La soluzione ci arriva da realtà più dinamiche ed efficienti della nostra, a partire da USA e Inghilterra. (Note ci copertina)
Questo saggio agile e chiaro, anche se accurato nell’analisi e frutto di un lungo lavoro di ricerca e approfondimento di diverse realtà da parte dell’autore, ci descrive un quadro desolante della nostra realtà soprattutto per quanto riguarda il welfare. Educazione, sanità e giustizia sono i tre settori dove l’ingegnere Abravanel allunga il suo sguardo attento, per giungere a conclusioni abbastanza amare per quanto riguarda il sistema Italia: non può esistere meritocrazia, attualmente, nel nostro paese, perchè sono assenti i prerequisiti. La mancanza di mobilità sociale, un amorale familismo, una sostanziale mancanza di pari opportunità fanno della società attuale una delle più inique del mondo occidentale.
L’autore ci tiene a dare colpe bipartisan ai politici e agli amministratori, accusando la destra di non cavalcare il libero mercato e la competitività come dovrebbe, la sinistra di essersi fatta scippare le istanze di parità sociale in nome di un lassismo buonista che non produce risultati in termini di meritocrazia. Un libro chiaro, introdotto dall’economista Francesco Giavazzi, pieno di ammirazione per l’operato di Tony Blair e della sua amministrazione in Gran Bretagna, per i cosiddetti Ciampi e Draghi boys, che furono utili per l’ingresso dell’euro in Italia. L’autore non lesina critiche all’attuale governo di destra, incapace di governare una seria rivisitazione dell’intero sistema educativo, con particolare attenzione alla valutazione, tanto degli studenti che degli insegnanti, tanto di scuola che universitari.
Le quattro serie proposte che concludono il saggio sono indirizzate, ovviamente, alla classe dirigente di questo paese: ci sono speranze che queste non risultino pure utopie?
Meritocrazia: Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto
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