Il mio amico Maigret di Georges Simenon (Liegi 1903 - Losanna 1989) è disponibile in versione audiolibro integrale (Emons 2022, CD mp3 ,durata: 4h 30 min), letto da Giuseppe Battiston con la regia di Flavia Gentili.
La storia editoriale del romanzo
Mon ami Maigret fu scritto dal celebre autore belga a Tumacacori-Carmen, in Arizona (USA), dal 24 gennaio al 2 febbraio del 1949, e pubblicato per la prima volta in Francia nello stesso anno presso l’editore Presses de la Cité. In Italia arrivò solo qualche anno più tardi, nel 1955, per la casa editrice Mondadori e con la traduzione di Felice Dessì. Nel 1999 il romanzo è stato pubblicato presso Adelphi con il titolo Il mio amico Maigret, tradotto da Franco Salvatorelli, versione usata per il presente audiolibro.
Il mio amico Maigret: di cosa parla?
“Era maggio, ma pioveva come fosse autunno”.
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A Parigi pioveva così da quattro o cinque giorni e i tetti, i davanzali delle finestre, gli ombrelli avevano gli stessi riflessi della Senna, che il commissario Maigret poteva vedere inclinando la testa. Come se il tempo uggioso non fosse abbastanza, l’Ispettore Pyke di Scotland Yard spedito da Londra per imparare il famoso “metodo” del celebre commissario, seguiva Maigret come un’ombra. Infatti da tre giorni l’inglese accompagnava Maigret in tutti i suoi andirivieni, anzi gli stava alle costole con una discrezione, con un riserbo esemplari. Ma era pur sempre lì.
Tutto era iniziato qualche settimana prima, quando il prefetto di polizia di Parigi aveva fatto una visita ufficiale al sindaco di Londra. Quest’ultimo lo aveva portato a vedere gli uffici della famosa Scotland Yard e lì il prefetto era rimasto piacevolmente sorpreso nel constatare che gli alti funzionari della polizia inglese conoscevano di fama Maigret e si interessavano ai suoi metodi. “Perché non venite a vedere come lavora?”,
aveva suggerito il prefetto e lo avevano subito preso in parola.
Era stato mandato l’ispettore Pyke, sui quarant’anni circa, che assomigliava a uno studente serio e coscienzioso; si capiva che il britannico Pyke aveva un bel cervello, un’intelligenza acuta. Guardava, ascoltava, rifletteva. Ma era un po’ come se Maigret fosse stato messo sotto sorveglianza, tanto è vero che i due poliziotti erano arrivati a capirsi senza aprire bocca. In quei tre giorni, oltretutto, non c’era stato nulla di interessante: ordinaria amministrazione, interrogatori e scartoffie.
Poi, all’improvviso, mentre Maigret guardava la pioggia scorrere sui vetri, aveva ricevuto una telefonata dall’ispettore Lechat. Nell’isola di Porquerolles, al largo di Hyères e di Tolone, era stato assassinato Marcellin, un malvivente comune, anzi “un cattivo soggetto”, e nella sua barca era stata ritrovata una lettera di Maigret. Una trasferta a Porquerolles, bella come Capri, era d’obbligo per il commissario, ovviamente sempre con l’ispettore Pyke alle calcagna.
“Maigret guardò la Senna attraverso la cortina di pioggia e pensò al sole del Mediterraneo”.
Quando un giornalista domanda a Maigret cosa ne pensa del caso di cui si sta occupando, il poliziotto risponde: “Je ne pense rien”, “Io non penso niente”, perché forse il segreto del grande commissario è quello di osservare senza farsi notare, succhiando la sua immancabile pipa, ragionando con calma, senza fretta. Ed è logico che il compassato ispettore Pyke non possa che imparare osservando ammirato i tempi lunghi di indagine di Maigret, che si rivelano sempre essere quelli buoni.
Il bravo Battiston con la sua empatica voce esalta al massimo l’insolito rapporto tra due poliziotti che si stimano reciprocamente, fino a diventare amici.
“L’occhio dell’inglese era sempre fisso su di lui, come l’occhio di Dio su Caino”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il mio amico Maigret” di Georges Simenon in audiolibro letto da Giuseppe Battiston
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