Il suo vero nome era Juliet Marion Hulme, ma sulle copertine patinate dei suoi bestseller compariva a caratteri cubitali il suo pseudonimo: Anne Perry, inconfutabile marchio di garanzia di un giallo di qualità. La scrittrice britannica da 25 milioni di copie vendute si è spenta in un ospedale di Los Angeles all’età di 84 anni, ne ha appena dato notizia il suo storico editore inglese Headline.
La penna di Anne Perry ha creato personaggi memorabili della letteratura poliziesca, tra cui ricordiamo il celebre detective William Monk cui la scrittrice ha dedicato una saga di oltre 24 titoli. È stata anche la creatrice dell’ispettore Thomas Pitt di Scotland Yard, portato in Italia dalla collana “I Gialli Mondadori”, le cui avvincenti avventure nella Londra vittoriana hanno accompagnato i lettori appassionati con ben 32 romanzi.
Se sulla carta i gialli Anne Perry li risolveva attraverso l’acume dei suoi personaggi, nella vita reale invece il suo ruolo era un altro. Il vero nome della scrittrice, Juliet Marion Hume, celava infatti un segreto sepolto nel tempo: l’identità di un omicida. All’età di 15 anni Juliet, con la complicità della migliore amica Pauline uccise la madre di lei: Honorah Riper . L’inquietante vicenda ebbe eco internazionale e ne fu tratto anche un film, Creature del cielo, con protagonista Kate Winslet.
Scopriamo più nel dettaglio la biografia di Anne Perry e la verità sul suo passato omicida.
Chi era Anne Perry, la scrittrice omicida
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Juliet Marion Hulme (alias Anne Perry, Ndr) nacque a Londra il 28 ottobre del 1938 da una buona famiglia dell’alta società inglese. Suo padre, Henry Rainsford Hulme, era un illustre fisico. Da bambina Juliet soffriva di tubercolosi e la famiglia decise di trasferirla nei Caraibi, in Sudafrica e infine in Nuova Zelanda nella speranza che il clima più caldo e temperato la aiutasse a guarire dalla malattia.
All’età di tredici anni Juliet si ricongiunse con il padre Henry che, nel frattempo, era diventato direttore del Canterbury University College in Nuova Zelanda. In questo periodo Juliet conobbe Pauline Parker, una ragazza di umili origini appartenente alla classe operaia, con cui strinse un legame di forte amicizia ai limiti dell’ossessione. Questo incontro e ciò che ne seguì furono un momento spartiacque nella sua vita, uno di quegli attimi che segnano inequivocabilmente un “prima” e un “dopo”.
I genitori di Juliet si stavano separando, in seguito a un tradimento della madre che per le ragazza fu uno shock terribile da sopportare. Secondo le previsioni la ragazza avrebbe dovuto trasferirsi in Sudafrica per stare da una zia. Questo Juliet non poteva accettarlo e, insieme all’amica del cuore, ordì un piano per evitare la separazione.
Decisero di chiedere alla madre di Pauline, Honorah, di consentire alla figlia di trasferirsi assieme a Juliet. Ma la donna rifiutò, opponendo una ferma resistenza alla proposta delle adolescenti che scatenò un’inattesa e ingiustificata furia omicida.
L’omicidio commesso da Anne Perry
Il 22 giugno del 1954, all’età di 15 anni, Juliet e Pauline uccisero la madre di quest’ultima: Honorah Riper. Purtroppo non si trattò di un tragico incidente, ma di un piano omicida accuratamente architettato.
Le due ragazze e Honorah in quella mattina estiva si recarono per una gita a Victoria Park, nelle Port Hills di Christchurch. Giunte su un sentiero isolato, Juliet fece cadere una pietra decorativa in modo che Honorah si chinasse per recuperarla. Una volta che la donna si fu chinata Pauline la colpì alle spalle con un mattone avvolto in una calza. Le due ragazze pensavano che la faccenda si sarebbe sbrigata in fretta, che un solo colpo bastasse a tramortire Honorah e ucciderla, invece la donna oppose resistenza. L’autopsia in seguito stabilì che la donna fu uccisa da più di 20 colpi.
Juliet Hulme e Pauline Parker furono processate a Christchurch nel 1954 e riconosciute colpevoli il 28 agosto successivo. L’omicidio ebbe risonanza internazionale poiché le due imputate erano giovanissime e, dunque, non potevano essere condannate alla pena di morte prevista dalla legge neozelandese. Il verdetto stabilì che Pauline e Juliet fossero detenute “a piacere di sua Maestà”. Le due amiche furono separate dopo il processo e non si rividero mai più.
Juliet Hulme fu l’unica minorenne detenuta nella prigione di Mount Eden, nell’Auckland.
Ne uscì nel 1959 con un nuovo nome Anne Perry, preso in prestito dal cognome del suo patrigno. Dopo il rilascio tornò in Inghilterra dove lavorò per un periodo come assistente di volo, prima di trasferirsi in una comunità isolata Scozia con la madre, un luogo dove forse era possibile sfuggire dal passato.
Vent’anni dopo, nel 1979, con lo pseudonimo di Anne Perry diede alle stampe il suo primo romanzo, Il boia di Cater Street che fece conoscere al mondo l’ispettore Thomas Pitt di Scotland Yard e le diede successo internazionale. In seguito Perry dichiarò che era stata l’esperienza in carcere a ispirare le sue storie. Divenne una scrittrice bestseller, da milioni di copie vendute, e ormai più nessuno avrebbe collegato il suo nome a quello di Juliet Hulme, se non fosse stato reso celebre da una pellicola del 1994 Creature del cielo (Heavenly Creatures, 1994) di Peter Jackson in cui la giovane assassina aveva il volto dell’attrice Kate Winslet.
Fu solo poco tempo dopo l’uscita del film che il mondo intero scoprì che Anne Perry era la vera Juliet Hume.
I libri bestseller di Anne Perry
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Dopo il successo de Il boia di Cater Street Anne Perry inaugurò una nuova serie dedicata ai misteri storici e alla narrativa poliziesca. Si appassionò in particolare alle atmosfere dell’Inghilterra vittoriana dove ambientò la sua saga dedicata all’ispettore Pitt di Scotland Yard, tradotta interamente in italiano nella storica collana “I Gialli Mondadori”.
Dopo il successo di Pitt, Anne Perry creò lo smemorato investigatore privato William Monk, apparso per la prima volta nel romanzo del 1990 The Face of a Stranger. Nel 1998 la scrittrice fu inserita dalla rivista Times nella lista dei 100 maestri del crimine. Il suo racconto Heroes, apparso per la prima volta nell’antologia Murder and Obsession del 1999, curata da Otto Penzler, vinse l’Edgar Award 2000 per il miglior racconto.
I suoi libri divennero bestseller mondiali da 25 milioni di copie. Anne Perry iniziò a essere invitata a trasmissioni televisive e talk-show, in cui non mancò mai di discutere il suo inquietante passato. Nel 2009 ricevette un premio alla carriera agli Agatha Awards e, nello stesso anno, uscì il film documentario Anne Perry Interiors dedicato alla sua vita.
Scrittrice infallibile, nel 2014 aveva pubblicato più di cinquanta romanzi, molti dei quali entrati nelle classifiche del New York Times.
Nel 2017 Perry decise di trasferirsi a Los Angeles per promuovere più efficacemente i film tratti dai suoi libri. Nel dicembre 2022 fu colpita da un infarto che minò la sua salute rendendola sempre più precaria.
Anne Perry: i libri come tentativo di redenzione
In un’intervista rilasciata al Guardian nel 2003, Perry dichiarò:
Non posso essere semplicemente giudicata per la persona che sono ora? Ero colpevole. Ho scontato la mia pena.
Il tentativo di svincolarsi dal suo passato, di lavare una colpa indelebile, la impegnò per tutta la vita. Parlava di Juliet Hulme come se si trattasse di un’altra persona: “ero” dichiarava Perry nell’intervista come se fosse possibile per lei dissociarsi dalla ragazza che era stata.
Nella conversazione con la giornalista Angela Neustatter, Perry parlò anche dell’amica Pauline - di fatto la vera artefice del delitto. Anne disse di aver scritto delle lettere a Pauline, che nel frattempo era diventata bulimica e minacciava di suicidarsi in carcere. La corrispondenza tra le due amiche poi si interruppe per il benessere psichico di Anne che, nel frattempo, si trovò a scontare cinque anni di carcere nel penitenziario femminile di Eden, dove fu tenuta in isolamento e sottoposta a lavori fisici durissimi. Era la prigioniera più giovane, ricordava nell’intervista, ma l’unica che riconoscesse di dover scontare appieno la propria pena.
Trent’anni dopo, con il falso nome di Anne Perry, Juliet Hulme era riuscita a ricostruirsi una vita in Scozia dove aveva ormai fama di scrittrice affermata; ma fu l’uscita del celebre film Creature del cielo, nel 1994, e il conseguente scoop di un giornalista a far crollare il suo castello di carte. Anne Perry fu costretta a fare i conti con il proprio passato e a rivelare al mondo la sua vera identità. Lo fece affrontando le sue colpe, dichiarando che tutti i suoi libri trattavano il tema della redenzione e del pentimento.
Si è spenta lo scorso 10 aprile, nell’ospedale di Los Angeles dove era ricoverata da oltre otto settimane, all’età di 84 anni.
Il suo ultimo romanzo, Il quarto nemico, è stato pubblicato dalla casa editrice Headline nella settimana precedente la sua morte.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Morta la scrittrice Anne Perry, la giallista dal passato omicida
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