Il 13 ottobre 2023 la poetessa statunitense Louise Glück - premio Nobel per la letteratura nel 2020 - è scomparsa all’età di ottant’anni nella sua casa di Cambridge in Massachusetts.
Era nata a New York nel 1943. Era figlia d’arte per alcuni aspetti. La madre si era laureata in francese - cosa rara per quei tempi per una donna - e le trasmise la passione per la poesia e la mitologia greca. Il padre avrebbe voluto fare lo scrittore anche se si dedicò agli affari. La sua adolescenza fu afflitta da un’anoressia nervosa. La famiglia era ebrea, originaria dell’Ungheria. Lei, sposata, ebbe una relazione con quello che diventerà il suo secondo marito, uno scrittore, da cui ebbe un figlio.
Negli ultimi mesi era malata di cancro. Ha annunciato la sua dipartita Jonathan Galassi, storico editore di Farrar, Straus and Giroux e curatore delle sue opere.
Nel 2020, l’Accademia svedese la scelse fra una molteplicità di poeti e poetesse americane
«per l’inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza dell’individuo».
La poetica di Glück è tutta orientata a segnalare i traumi e le incrinature della realtà. Quando ottenne il Nobel, aveva già vinto il Premio Pulitzer per la poesia (1993), il Premio Bollingen per la poesia (2001), il National Book Award (2014), nominata poeta laureato degli Stati Uniti nel 2003, decorata della National Humanities Medal nel 2016 da Obama.
Le opere di Louise Glück
Glück è autrice di dodici sillogi e due raccolte di saggi.
I suoi testi sono pubblicati in Italia dalla casa editrice Il Saggiatore. Nel 2003 Giano aveva stampato L’iris selvatico, mentre nel 2019 Dante & Descartes aveva mandato in libreria Averno.
La sua volontà di affrontare l’orribile, il difficile e il doloroso ha prodotto un corpus di opere caratterizzato da intuizione e un severo lirismo.
Nella sua seconda raccolta, The House on Marshland (1975), si occupa di personaggi che in parte immaginari sono degli archetipi: Gretel e Giovanna d’arco
Un’altra opera importante è The Triumph of Achilles (1985), con la quale riceve il National Book Critics Circle Award for poetry che aggiunge nuovi tasselli al bagaglio tematico di Glück: il rapporto con l’antichità classica, la ricreazione di soggetti archetipici, l’ampia presenza della Bibbia.
Ararat (1990; traduzione di Bianca Tarozzi, il Saggiatore 2021) è un commovente ritratto di famiglia, turbato, sullo sfondo, dalla presenza gelida della morte. Il lutto, dice Louise Glück, è una ferita aperta, pulsa, brucia; ma aspetta: il tempo trascolora, le ore sfioriscono.
«Mia sorella è come un sole, come una gialla dalia. / Capelli d’oro come pugnali intorno al viso. / Occhi grigi, pieni di coraggio».
Ararat
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L’iris selvatico (1993; traduzione di Massimo Bacigalupo, Saggiatore 2020) è la raccolta più famosa, grazie alla quale Glück ricevette il Pulitzer. Una raccolta poetica corale in cui i fiori di un giardino dai tratti quasi mitici, prendono la parola per raccontare la vita e la morte, le passioni e le preoccupazioni del mondo terreno«Ascoltate il mio respiro, il vostro stesso respiro / come le lucciole, ogni piccolo fiato / una fiammata in cui appare il mondo».
Meadowlands (1997; traduzione di Bianca Tarozzi, il Saggiatore 2022), Vita Nova 1999) e The Seven Ages (2001) indagano la fine di un altro matrimonio, le angosce che ne conseguono (Sicuramente la primavera mi è tornata, questa volta non come un amante ma come un messaggero di morte).
Meadowlands
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In Averno (2006; traduzione di Massimo Bacigalupo, il Saggiatore 2020) è il mito di Persefone a illuminare il comune brivido per l’aldilà. Persefone è figlia di Giove desiderata da tutti per la sua bellezza ma rapita dal dio degli inferi che la fa regina dell’Ade.
Averno
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Seguono A Village Life (2009), Notte fedele e virtuosa (2014) e Ricette per l’inverno dal collettivo (2021), entrambe tradotte per noi da Massimo Bacigalupo.
Ricette per l'inverno dal collettivo
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Stile e poetica di Louise Glück
Lo stile di Louise Glück è caratterizzato dall’enjambement (in italiano spezzatura) che consiste nella separazione fra due parole che dovrebbero rimanere unite, per esempio un sostantivo e un aggettivo che al sostantivo si riferisce. La spezzatura avviene con un accapo nel verso successivo. È una figura retorica che fra i poeti italiani troviamo in Dante, Tasso e Foscolo.
Un dibattito aperto negli Stati Uniti gira intorno all’appartenenza o meno della poetessa alla "poesia confessionale", per la prevalenza della modalità in prima persona e la presenza di argomenti intimi, spesso ispirati da eventi personali. Due rappresentanti di rilievo del confessionalismo sono Sylvia Plath e Anne Sexton, Anche buona parte delle opere di John Berryman sono considerate aderenti a questa corrente, della quale il maestro riconosciuto è Robert Lowell. Inoltre si trova un evidente legame col confessionalismo nelle opere dei poeti della Beat Generation degli anni cinquanta e sessanta, particolarmente Allen Ginsberg.
Lo studioso Robert Baker ha riconosciuto l’appartenenza di Glück a questo genere poetico della poesia confessionale, mentre il critico Michael Robbins ha negato che possa far parte dei poeti confessionali come Sylvia Plath o John Berryman.
I temi più ricorrenti delle sue poesie sono il trauma e la natura. Tuttavia non si fa etichettare come ambientalista o femminista.
Glück ha sottolineato l’influenza della psicoanalisi sul suo lavoro, così come l’importanza del classicismo, della mitologia e delle leggende nella sua prima formazione. Ha inoltre riconosciuto l’influenza dei poeti Léonie Adams e Stanley Kunitz. Studiosi e critici hanno sottolineato, tra gli altri, l’influenza letteraria sul suo lavoro di Robert Lowell, Rainer Maria Rilke ed Emily Dickinson.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Addio a Louise Glück, poetessa americana e premio Nobel nel 2020
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