Riproponiamo la recensione di Musicofilia, il saggio del medico Oliver Sacks, scelto come fonte di un brano traccia dell’Esame di Maturità 2022.
Cervello e orecchio sono due parti essenziali della macchina complicata che è il nostro corpo.
La combinazione perfetta delle due parti dà luogo all’udito, meccanismo essenziale, primordiale, identico per ciascuno di noi che si trovi in condizioni fisiologiche normali.
Sbagliato. Niente di più sbagliato e Oliver Sacks, neurologo di chiara fama e di indubbia popolarità, non perde occasione per dimostrarlo con i suoi saggi.
Perché altrimenti esisterebbero persone che peccano di senso del ritmo e che non sanno distinguere una melodia da un’altra e altre invece dotate del cosiddetto “orecchio assoluto” capace di riconoscere la nota di un soffio di naso?
La capacità di saper distinguere un buon concerto è altra cosa e il gusto o l’educazione musicale in certi casi c’entrano ben poco, per esempio, con le “esecuzioni allucinatorie” in cui il più delle volte la ripetitività delle note diabolicamente distorte rendono la vita della vittima prescelta un assoluto inferno.
Un colpo di fulmine nel senso reale del termine può trasformare un facoltoso primario che fino ad allora aveva ignorato la musica in un valido e apprezzato compositore di pianoforte?
Sembrerebbe fantascienza e invece è più semplicemente scienza e le persone di cui stiamo parlando non sono i riconosciuti “malati mentali” ma gente comune con un cervello non propriamente comune.
Non fa eccezione chi da tempo convive con strane forme epilettiche in cui gli attacchi vengono preannunciati da una specifica melodia o altri invece che si ritrovano ad avere crisi epilettiche in corrispondenza dell’ascolto di un certo tipo di musica, come la paziente di Sacks colpita da violenti attacchi dopo aver sentito solo poche note di musica napoletana.
Ci sarebbe da ridere o da restare increduli, da essere scettici o spaventati.
Ciò che è ormai divenuta certezza è la capacità di questo brillante neurologo inglese di trasformare casi clinici in racconti in cui i sensi predominano sul tutto il resto.
Nei racconti di Sacks è la scienza a farla da padrone: non ci sono manie, ossessioni, malati, ma solo cervelli che operano in modo diverso e per questo sensi che reagiscono in maniera differente.
In questo caso l’udito. Il potere della musica. Eloquente il capitolo dedicato alla musicoterapia nei pazienti affetti da parkinson o in quelli post-encefalitici. Come può l’ascolto musicale dare giovamento a postura e rigidità muscolare in una patologia dominata dalla distruzione dei “neuroni del movimento”?
“Ogni malattia è un problema musicale; ogni cura è una soluzione musicale”.
E poi i sogni musicali, quelli indotti da farmaci che determinano in chi li assume una costante esecuzione sinfonica che si protrae per tutto il tempo del sogno e anche oltre.
Può un senso apparentemente legato all’apprendimento essere in realtà determinato da mere terminazioni nervose? Da impulsi chimici, da neurotrasmettitori, da sostanza organiche?
La musica c’è, esiste e non è prodotta dal musicista che sta eseguendo il pezzo, ma dal vostro cervello che a seconda di come è fatto la sta percependo. Niente di nuovo, potreste aggiungere, già da tempo la fisiologia ci sta insegnando ad accettare la parte ingegneristica delle nostre emozioni. Ma Sacks va oltre: come al solito, ci costringe ad apprezzare il fascino e la potenzialità di un cervello imperfetto.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Esame di Maturità 2022: Musicofilia di Oliver Sacks
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