

Natalia Ginzburg. Vocazione scrittrice
- Autore: Arianna Di Genova
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La Nuova Frontiera
- Anno di pubblicazione: 2018
Natalia Ginzburg sta vivendo una nuova notorietà, grazie al libro di Sandra Petrignani, La corsara, finalista al Premio Strega 2018, ma anche per merito di questa biografia della grande scrittrice torinese, che Arianna Di Genova ha scritto per La Nuova Frontiera, Natalia Ginzburg. Vocazione scrittrice, facendo parlare Natalia in prima persona, per renderla più vicina a chi la conosce poco, o magari non ne ha mai letto i romanzi.
In effetti Natalia occupa una parte fondamentale della storia politica, sociale, intellettuale e letteraria del secondo Novecento italiano, seguirne le tracce, dalla Torino anni Venti fino all’inizio degli anni Novanta, quando Natalia muore e Roma, è quanto la sua grande ammiratrice Arianna fa in questo libro piccolo ma completo, pieno di notizie, aneddoti, personaggi che l’autrice fa raccontare alla scrittrice stessa.
Le parole originali della scrittrice, tratte dai suoi scritti, sono graficamente espresse con il colore viola, in modo che leggendo sappiamo bene cosa realmente intendesse parlando di sé l’autrice di Lessico Famigliare. Il libro, uscito nel 1963 e vincitore quell’anno dello Strega, è il più amato anche da Arianna Di Genova, che lo cita ripetutamente. La vita di Natalia nata Levi, nella Torino degli anni del fascismo, tra fratelli più grandi, la bellissima sorella Paola, poi sposata ad Adriano Olivetti, l’austero professore suo padre, dal pessimo carattere, la madre Lidia, gli amici di famiglia, la mettono in contatto con l’ambiente degli intellettuali antifascisti che frequentano la casa.
Lei timida, introversa, osserva, ascolta, fantastica, scrive:
Ho sempre saputo di voler fare la scrittrice
Sono molto contenta di questo mestiere e non lo cambierei per niente al mondo
Quando uno scrive un racconto, deve buttarci dentro tutto il meglio che possiede e che ha visto, tutto il meglio che ha raccolto nella sua vita.
La vita di questa donna speciale, che sposa dapprima Leone Ginzburg, andrà con lui e i figli al confino in Abruzzo, ma lui sarà catturato e morirà nel 1944, nel carcere di Regina Coeli in seguito alle torture inferte dai nazisti, costituisce un pezzo importante delle vicende storico-culturali degli anni dell’immediato dopoguerra. Per mantenersi Natalia lavorerà nella casa editrice Einaudi, divenendo amica di personaggi quali Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Italo Calvino, Felice Balbo.
Intanto riflette sulla propria identità, sentendosi davvero ebrea solo dopo la Shoah; si trasferisce a Roma dopo aver sposato Gabriele Baldini, celebre anglista che la porterà anche a Londra, dove lui dirige l’Istituto di cultura italiano, ma a lei non piace vivere lontana, e il dolore entra pesantemente nella sua vita familiare: una figlia gravemente disabile, un figlio morto a pochi mesi.
Il suo impegno letterario si traduce anche in una quasi forzata militanza politica; sarà eletta deputata per il Partito Comunista, anche se la politica le interessa poco:
Quando penso al secolo passato, penso alla vita dei borghesi o degli aristocratici, non alla vita dei poveri, dei proletari.
Forse per questa forma di complesso di colpa interverrà da deputata in favore dei più deboli, donne e bambini soprattutto. Emblematica la vicenda di Serena Cruz, una bambina filippina sottratta ai genitori adottivi perché illegale la sua adozione, tema molto controverso, nel quale Natalia Ginzburg mise tutto il suo impegno a favore della felicità della piccola, anche opponendosi alla legge vigente:
Quelli che si occupano di bambini, hanno perso totalmente il senso della realtà.
Giulia Rossi ha illustrato con poche tavole in bianco e nero le pagine più interessanti del libro, a cominciare dalla copertina dove il caschetto di capelli grigi di Natalia si mescola con il gatto sulla sua spalla, o il tavolo alla redazione della Casa editrice Einaudi, dove sono passati i più significatici intellettuali italiani. Una cronologia delle opere della scrittrice, poche note bibliografiche completano il volumetto, preceduto da una nota di Arianna Di Genova, che spiega le ragioni di questo libro e il debito di riconoscenza nei confronti dei libri di Natalia Ginzburg
Mi incantò qualcosa che si riaffacciava sempre, in ogni racconto, in ogni testo. Qualcosa che da adolescente non avevo colto forse, ma che sicuramente aveva esercitato un fascino sotterraneo dentro di me.

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