Cento anni fa, il 5 marzo 1922, nasceva Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta, regista, profeta inascoltato, un uomo solo, fragile e forte, portatore di un pensiero scomodo, ucciso in circostanze mai davvero chiarite definitivamente. Al suo funerale Alberto Moravia disse che avevamo perso un grande poeta.
Sabato 26 febbraio 2022 Robinson ha dedicato un’edizione monografica dedicata interamente a Pier Paolo Pasolini, l’artista “maledetto”, il pensatore “corsaro”, l’intellettuale che aveva avuto il coraggio di pronunciare quelle parole:
“Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”
che ancora oggi ci parlano e ci interrogano. Il volume monografico illustrato con splendide fotografie rimarrà in edicola con Repubblica per una settimana a 1 euro.
Nell’inserto di Repubblica possiamo leggere molte autorevoli testimonianze che ricostruiscono la ricchezza della personalità artistica di Pasolini. Delle tante, tutte interessanti, sottolineo lo scritto di Francesco Piccolo, che riassume la ricchezza della personalità dell’uomo solo
“cattolico, comunista, omosessuale dichiarato, e ognuna di queste definizioni era intollerabile per le altre due”.
Michele Serra scrive con profondo rispetto dell’uomo coraggioso che aveva pronunciato parole che nella sua bocca risultavano credibili: oggi chiunque parli deve cercare le prive, perché manca l’autorevolezza che fu prerogativa di Pasolini.
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Il critico Filippo La Porta, parlando di Pasolini romanziere a cominciare dai suoi esordi, afferma che
“i suoi difetti coincidono con le sue qualità”.
Molto spazio viene dato al Pasolini regista, a partire da Accattone, passando per il grande capolavoro Il Vangelo secondo Matteo.
Antonio Spadaro parla del Vangelo secondo Pier Paolo
“l’intuizione di una bellezza immediata, pura, quella che il regista trova nella pagina evangelica e nel volto bizantino del cristo protagonista”.
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Infine, se posso proporre una testimonianza personale, ricordo che nel 1975, laureata da poco, facevo una supplenza in un istituto tecnico della periferia romana, il Collatino. Avevo comprato Scritti corsari di Pasolini e volli leggere agli attoniti studenti la pagina 111, il brano pubblicato dal Corriere della Sera il 14 novembre 1974:
“Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe.
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so”
Io non sapevo che quelle parole sarebbero divenute il Suo testamento morale e ancora risuonano inascoltate e scandalose nelle nostre coscienze.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Io so. Ma non ho le prove”: Pier Paolo Pasolini raccontato su Robinson di Repubblica
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