In occasione dei numerosi brindisi durante i pranzi e le cene delle festività, a tutti sarà capitato almeno una volta di sentire qualcuno utilizzare l’espressione “prosit” al posto del più classico “cin cin”. Formula beneaugurante legata in qualche modo al mondo del vino, l’espressione “prosit” è di origine latina ed è spesso utilizzata per esprimere un vero augurio di benessere e giovamento che il classico “cin cin” non rende altrettanto bene, soprattutto per chi conosce la lingua antica da cui trae origine questa parola. Ma qual è la sua storia e come si risponde ad un simile augurio durante il brindisi? Scopriamolo insieme.
Etimologia e significato di prosit
Come anticipato, “prosit” è una parola latina. Per essere ancora più precisi, si tratta della terza persona singolare al congiuntivo presente del verbo latino prodesse la cui traduzione è giovare, essere utile. Il suo significato letterale nella forma verbale indicata è quindi “che giovi”, “che sia di beneficio”.
Prosit può essere utilizzato anche per augurare "salute" o "alla salute" a chi starnutisce.
Dal punto di vista grammaticale, espressioni come “prosit” rientrano nelle categoria delle cosiddette interiezioni, vale a dire quei termini che esprimono uno stato d’animo preciso di chi le pronuncia e che solitamente vengono molto più utilizzate nella lingua parlata che nella forma scritta.
Prosit: le origini del suo utilizzo
L’espressione beneaugurante “prosit” veniva utilizzata in antichità dai Romani e anche durante le celebrazioni eucaristiche celebrate in lingua latina, come fino a qualche decennio fa avveniva in moltissime località d’Italia. Al termine della messa, quindi, i chierichetti erano soliti rivolgere questo augurio al sacerdote una volta giunti in sagrestia.
Nelle celebrazioni in lingua latina alle quali è possibile assistere ancor oggi o in qualche parrocchia in cui si è mantenuta la tradizione nel gruppo dei chierichetti, non è inusuale che i ministranti rivolgano ancora questo augurio finale al celebrante.
Come si risponde a prosit?
Ora che abbiamo visto qual è il significato letterale di "prosit" e quali sono le sue origini, cerchiamo di capire come rispondere a un commensale che durante un brindisi ci rivolge questo augurio in latino. Durante le celebrazioni eucaristiche, il sacerdote al quale si diceva “prosit” era solito rispondere con una delle seguenti espressioni:
- “Deo gratias”,
- “Deo gratias et vobis”,
- “Deo gratias vobis quoque”,
tradotti letteralmente come “grazie a Dio” e “grazie a Dio e a voi altrettanto”. Nel suo utilizzo più comune, lontano cioè dal contesto religioso, a “prosit” andrebbe semplicemente risposto “Tibi quoque” o “Vobis quoque” per dire “anche a te”, “anche a voi”.
Curiosità sull’utilizzo di prosit
In Italia sentire qualcuno rivolgersi ai commensali con “prosit” durante un brindisi non è così usuale. Mentre nei nostri festeggiamenti siamo infatti più portati a far tintinnare i bicchieri a suon di “cin cin” o “alla salute”, in altri Paesi europei pare che “prosit” sia una delle formule più utilizzate per accompagnare degnamente un brindisi.
Uno dei Paesi che la utilizza di più? Senza dubbio la Germania e il motivo è presto detto. La nazione teutonica fu occupata ai tempi dell’Impero Romano da numerose legioni nostrane che festeggiavano e brindavano a suon di “prosit”, tradizione ancor oggi molto sentita.
Anche la vicina Olanda non manca di brindare con la formula latina. E poco importa se per il galateo il brindisi non dovrebbe accompagnarsi ad alcuna espressione beneaugurante. Durante le feste, uno strappo alla regola non può che… giovare!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Prosit: cosa significa, quando si dice e come si risponde
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Sono Cavaliere di Grazia Magistrale dell’Ordine di Malta. Noi nelle nostre Messe usiamo ancora il prosit quando, nella nostra veste da chiesa, la cocolla nera con la croce di Malta sul petto, apriamo la processione di chiusura verso la sacrestia. Qui ci raccogliamo in cerchio. È Il celebrante, che arriva dopo di noi, che dice "Prosit" e noi all’unisono rispondiamo "Deo gratias".