Nella giornata di ieri, 4 ottobre 2019, al Romics si è svolto un incontro che ha visto avvicendarsi diversi personaggi di spicco. Nel corso della mattina un incontro di più di tre ore dal titolo "Matite italiane - Meeting sul fumetto e l’illustrazione italiana: storie, talenti e linguaggi. Valori culturali stati e prospettive del mercato editoriale del fumetto e dell’illustrazione" ha visto l’intervento di molte personalità importanti e ha permesso di fare il punto della situazione sul mercato del fumetto nel nostro Paese. A condurre la discussione Enrico Fornaroli dell’Accademia delle Arti di Bologna che ha condotto la discussione con: Paola Passarelli del Mibact; Gianni Peresson, dell’AIE; Andrea Palombi, dell’ADEI; Sabrina Perucca, direttrice del Romics; Giovanni Russo, direttore del Lucca Comics e Matteo Stefanelli direttore del Napoli Comicon.
Enrico Fornaroli ha presentato e introdotto gli interventi, mettendo in chiaro che in Italia c’è un cambiamento delle modalità di produzione e distribuzione del fumetto, negli ultimi 20/25 anni si è vista infatti un’espansione del fumetto orientale e americano sul mercato. Nel nostro Paese si è vista anche una trasformazione dell’autorialità e soprattutto è cambiata la modalità di fruizione e distribuzione, ad esempio fino a 20 anni fa i fumetti si acquistavano in edicola, adesso si è passati a comprarli in libreria. In più al momento una parte importante nello scenario lo hanno le graphic novel, che sempre più piacciono al pubblico. Fornaroli ha inoltre messo in luce che è interessante notare come anche dal punto di vista qualitativo ci sono state delle variazioni, la modalità lettura è cambiata molto si è passati ad una dimensione più autoriale e meno seriale.
Si passa poi la parola a Gianni Peresson, dell’ufficio studi dell’AIE, che incentra il suo lungo intervento sulle nuove modalità di lettura e sul cambiamento che sta subendo il mercato. Nel 2018 sono stati pubblicati più di 3000 titoli di graphic novel, un elemento che ci spiega quanto gli editori siano ora attenti ad un nuovo linguaggio editoriale e che fa riflettere molto se lo si paragona al dato del 2008 anno in cui sono stati pubblicati 300 volumi. Nel 2008 valeva il mercato 3 milioni di euro, facendo un salto nel 2018 invece il mercato vale più di 15 milioni, un elemento che mostra quanto gli editori, gli autori e il pubblico siano cambiati.
In Italia però quando si parla di lettura si pensa ad un libro e per molte persone leggere un fumetto equivale a non considerarsi dei lettori, quando nella realtà non è così. Peresson mette in luce come stia cambiando ciò che definiamo sostanzialmente lettura e l’editore deve tenere ben presenti questi nuovi trend.
Il lettore sta cambiando e vuole dei prodotti narrativi che usino dei linguaggi diversi, forme più immediate e soprattutto che necessitino di un tempo di lettura ridotto. Dai dati dell’AIE si nota bene che stanno crescendo le persone che leggono contenuti narrativi sui social (il 60% intervistati ha detto di leggere in questa modalità) e questo vuol dire anche che il mondo narrativo è cambiato. Tra i motivi per cui le persone preferiscono leggere i contenuti dei social ad un romanzo ci sono: la semplicità dei contenuti, la lunghezza funzionale ai miei tempi di movimento e di viaggio e anche il linguaggio molto più semplice. Per Peresson anche per questo nel mercato editoriale stanno crescendo tutti i generi che prima venivano considerati paraletteratura (romanzi rosa, hard e via dicendo). A cambiare in modo netto è il tempo di lettura, l’editore quindi deve pensare a nuovi tipi di prodotti, che risultino utilizzabili per il nuovo tempo di lettura.
Intervento successivo è quello di Andrea Palombi, dell’ADEI, che spiega che questi sono anni di boom sì, ma anche di cambiamenti strutturali, che mettono in crisi anche gli editori. Si deve pensare che in Italia ogni giorno chiudono 2/3 edicole, che sono da sempre stati il principale canale di distribuzione dei fumetti per cui è stato necessario cambiare vettore di distribuzione. In base agli ultimi dati il fumetto dovrebbe vale intorno ai 200 milioni e quello dell’Italia è il 4° mercato mondiale, dopo Giappone, Stati Uniti e Francia.
Il cambiamento maggiore si ha nel 2017, quando arrivano grandi editori sul mercato del fumetto e delle graphic novel, ma mentre arrivano molti più titoli sul mercato, cominciano anche a scendere le vendite e si ripropone così una situazione simile a quella che ha conosciuto la Francia qualche anni fa.
In Italia gli editori indipendenti presidiano il mercato da molto tempo, ma in questo movimento di passaggio dall’edicola alla libreria, essendo molto delicato, potrebbe proprio dare maggiori problemi a questi editori, che rischiano di essere i meno tutelati in questa fase (soprattutto pensando a grandi realtà come Feltrinelli e Mondadori). Palombi spiega però come sia comunque positivo che il mercato si stia aprendo e che si veda un’espansione dei lettori. La graphic novel inoltre apre nuove strade possibili, ma l’aumento dei titoli porta anche ad un impegno maggiore degli editori e soprattutto nuovi investimenti che dovranno andare principalmente sul marketing e la pubblicizzazione del volume. Questo passaggio, mette in luce Andrea Palombi, come sia rischioso soprattutto per i piccoli editori, perché si richiedono maggiori investimenti anche se per un tempo di esposizione del prodotto di gran lunga minore.
Dopo Palombi è la volta di Matteo Stefanelli, Direttore Artistico del Napoli Comicon, che spiega sin da subito di non essere concorde con i precedenti interventi, che hanno messo in luce sì i passi avanti fatti, ma non tengono conto del percorso ancora lunga che attende il fumetto. In Italia si è ancora in una fase di riscaldamento per il mercato del fumetto, ma rispetto ai dati di Peresson manca un dato importante: dov’è l’Italia a livello mondiale per la pubblicazione del fumetto? Stefanelli spiega che, in base a conteggi da lui effettuati insieme ai suoi collaboratori, nel nostro Paese siamo più vicini a 6000 fumetti pubblicati che a 5000. Tolto il Giappone che tipo di numero è questo? Confrontando questo dato con la Francia che però è un vecchio dato (si tratta di una ricerca di due anni fa), ma che mostra come il mercato francese pubblicasse sui 5000 titoli l’anno. Quindi Stefanelli mette in chiaro che il mercato italiano è quello che pubblica di più (senza tener conto di USA e Giappone), ma nessuno sembra accorgersene.
Nel nostro Paese si è in una fase in cui non vi è alcun tipo di consapevolezza di questa leadership del fumetto italiano, ad esempio il Lucca Comics, il Comicon di Napoli e il Romics di Roma sono tra i primi 6 o 7 in Europa e nei primi 10 al mondo per numero di visitatori (tolto il Giappone), ma nessuno sembra interessarsi a questo elemento. In Italia si è del tutto privi di un mini budget da investire nei nuovi talenti, che potranno poi magari essere esportati e per Stefanelli è questa la prima sfida per l’Italia. Si deve insistere sulla formazione e soprattutto investirci, in modo che l’Italia possa avere dei nuovi talenti su cui puntare. Altro elemento su cui si deve puntare è il sistema bibliotecario, seguendo l’esempio e la strada della Francia, che è il principale acquirente di fumetti. Questa strada si dovrebbe cercare di percorrere anche nelle biblioteche in Italia, dove si dovrebbe cercare di introdurre i fumetti anche in questi luoghi.
Anche Giovanni Russo, Direttore del Lucca Comics, concorda con quanto detto da Stefanelli e mette in luce come il festival di Lucca cerchi sempre di investire su nuovi talenti, creando premi e proposte nuove. Sabrina Perucca, Direttrice Romics, interviene spiegando come il ruolo dei festival sia cambiato, oggi il pubblico arriva al festival con una preparazione diversa, il lettore è sempre più competente e curioso, quindi si prepara in maniera più scientifica alla fiera che andrà a visitare. Da parte del pubblico c’è infatti sempre un grande interesse nel confrontarsi con gli editori e a questo punto il festival assume un valore importante, diventando un momento di confronto.
Ultimo intervento della tavola rotonda è quello di Paola Passarelli, Direttore generale delle Biblioteche e delle Istituzioni di cultura. La Dottoressa Passarelli inizia dicendo che non si può dire che il fumetto non sia espressione di cultura, il fumetto può essere un ottimo attrattore, soprattutto per alcune fasce di età, per avvicinare alcune persone alla lettura. La Passarelli mette però in luce come l’Italia non sia un popolo di buoni lettori, come dicono tutti i dati AIE e non solo. Si può però riuscire a far diventare il nostro Paese un aggregato di buoni lettori, ma per ottenere ciò si devono mettere in pratica delle iniziative. La legge sul libro e la sua approvazione alla Camera è un buon inizio, si possono avere dei miglioramenti con il passaggio al Senato sì, ma comunque è una buona base. Per rispondere all’intervento di Stefanelli la Passarelli spiega che presso la Biblioteca Nazionale di Firenze e di Roma e alla Biblioteca Alessandrina ci sono fondi di fumetti. E proprio da questi fondi, che sono di fumetti storici, arriva l’idea di creare un polo unico dei fumetti, un centro che unisca gli editori.
Per creare questo polo il primo passo da fare è creare un tavolo tecnico di pubblico e privato, il pubblico ha già una parte di fumetto nelle sue biblioteche, anche se si tratta di fumetto storico, che devono essere la base per la creazione. Al tavolo tecnico si dovrà come prima cosa capire qual è il patrimonio, poi creare un fondo e successivamente la direzione delle biblioteche dovrà emanare delle linee guida per catalogare il fumetto, dal momento che ancora non esistono queste linee guida e a quel punto riversare tutto in ISBN.
Una tavola rotonda ricca di tanti spunti e che potrebbe quindi portare ad avere delle grandi novità per quel che riguarda il fumetto e tutti i suoi autori.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Prospettive per il mercato del fumetto: la tavola rotonda del Romics 2019
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