A sinistra Emily Dickinson, a destra Taylor Swift agli American Music Awards 2019 - Foto di PopularImages / Depositphotos.com
È come se l’abilità di Taylor Swift con le parole fosse una questione di famiglia: così recita il sottotitolo di un articolo di Today, il morning show della NBC che per primo, lo scorso marzo, ha diffuso la notizia: tra gli antenati della cantante di Cruel Summer ci sarebbe anche Emily Dickinson.
Scopriamo insieme qual è il grado di parentela tra Taylor Swift e la poetessa di Amherst e su quali basi è stata diffusa questa notizia, per capire quanto può esserci di vero.
Ma guardiamo anche alle dichiarazioni della cantante e ai suoi testi: al di là dei probabili e lontani legami di sangue, ci sono allusioni e coincidenze di date e anche alcuni dei testi di Taylor Swift, dallo stile intimista, possono richiamare motivi cari a Emily Dickinson.
Taylor Swift è un’antenata di Emily Dickinson?
Today ha diffuso in realtà una notizia confezionata da Ancestry.com, un sito web specializzato in discendenze familiari che ha ricostruito gli alberi genealogici e ha scovato un antenato comune tra la cantante acclamata da Time come persona dell’anno, lo scorso dicembre, e una delle voci più profonde della poesia americana. Taylor Swift avrebbe come cugina di sesto grado, e a tre generazioni di distanza, Emily Dickinson, grazie a Jonathan Gillette, uno dei primi coloni inglesi che decise di piantare le tende a Windsor nel Connecticut. Gillette sarebbe il sesto bisnonno dell’autrice di Morii per la bellezza e L’estate è finita e il nono bisnonno della superstar del pop.
I Gillette e altri avi di Taylor Swift sarebbero rimasti nel Connecticut per sei generazioni, poi un ramo della famiglia avrebbe deciso di spostarsi nella Pennsylvania nord occidentale: qui un’altra antenata della cantante avrebbe sposato un componente della famiglia Swift.
Elogi, rimandi e coincidenze: Taylor Swift ammira Emily Dickinson
Di sicuro c’è una grande ammirazione della cantante per la poetessa e che la poesia sia nel sangue di Taylor Swift i suoi fan lo ripetono da anni. Quando ha ritirato il premio della Nashville Songwriter International Association, che la incoronava come cantautrice del decennio, alla fine dell’estate 2022, la popstar ha dichiarato:
“Se le mie parole suonano come una lettera scritta dalla bisnonna di Emily Dickinson mentre ricama una tendina di pizzo, quella sono io che scrivo con la penna d’oca”
penna che userebbe insieme a quella glitterata e stilografica, come a confermare che nei suoi testi, e l’uso frequente della prima persona ne è un chiaro indizio, le vicende personali hanno sempre un ruolo da protagonisti.
Non solo, Taylor Swift era stata premiata per Evermore, un album uscito il 10 dicembre 2020, giorno in cui era nata Emily Dickinson nel 1830, in Massachussets. Solo una coincidenza? Sembra proprio di no, il titolo della raccolta richiama da vicino la parola “forevermore” con la quale si chiude Ho una sorella nella nostra casa, un celebre componimento della poetessa che a lungo visse reclusa nella sua dimora e pubblicò pochissime delle sue poesie, in forma anonima.
L’ultimo disco poi, The Tortured Poets Department, uscito lo scorso aprile e con il quale Taylor Swift sta registrando il tutto esaurito nel suo Eras Tour in giro per l’Europa, non fa che confermare, col suo titolo, la passione della cantante per la poesia. “La scrittura delle canzoni è qualcosa che mi fa andare avanti nella vita” e proprio la sua passione per la scrittura è il baricentro intorno al quale gravita questo ultimo progetto musicale.
La vena poetica di Taylor Swift
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Troppo lungo sarebbe intavolare un confronto filologico tra Taylor Swift e Emily Dickinson; uno dei testi più recenti della cantante, però, può mostrarci l’originalità della sua vena poetica e il senso che la scrittura di canzoni acquista per lei. Prendiamo Fortnight, primo estratto dall’ultimo album, che Tay canta insieme a Post Malone:
I was supposed to be sent away
But they forgot to come and get me
I was a functioning alcoholic
‘Til nobody noticed my new aesthetic
All of this to say, I hope you’re okay
But you’re the reason
And no one here’s to blame
But what about your quiet treason?And for a fortnight there we were forever running
‘Til you sometimes ask about the weather
Now you’re in my backyard turned into good neighbors
Your wife waters flowers, I wanna kill her
Eccola in italiano:
Credevo mi mandassero via
Ma hanno dimenticato di venirmi a prendere
Ero un’alcolizzata funzionale
Finché nessuno faceva caso alla mia nuova estetica
Tutto questo per dire, spero tu stia bene
Ma sei tu il motivo
E qui non c’è nessuno da incolpare
Ma che dire del tuo silenzioso tradimento?E per una quindicina di giorni lì, noi correvamo sempre
Mentre adesso tu a volte mi chiedi del meteo
Ora che sei nel mio cortile, siamo diventati buoni vicini
Tua moglie innaffia i fiori, io voglio ucciderla
Sono solo le prime due strofe di un testo dal significato chiaro: una relazione clandestina durata solo quattordici notti, un paio di settimane, tra una donna e il suo vicino di casa. Ora sono tornati a guardarsi da lontano, la moglie di lui innaffia i fiori e lei vuole ucciderla perché, mentre lei lo ama ancora, lui gli sta rovinando la vita.
Il tema è, dunque, quello del tradimento ma i primi due versi contengono anche un riferimento ai momenti bui attraversati nel passato, probabilmente si tratta di stagione in cui la mente della protagonista della canzone aveva vacillato, come farebbe supporre anche il riferimento all’alcolismo. Mentre la moglie di lui si prende cura della casa, in un’immagine che irradia serenità, nell’io narrante al senso di abbandono segue un’iperbolica rabbia, che culmina nel desiderio di morte.
Come ha spiegato la stessa Taylor Swift su X:
“è una canzone che mostra molti dei temi comuni che percorrono tutto l’album. Uno dei quali è il fatalismo: desiderio, struggimento, sogni perduti. (…) ci sono diverse battute molto drammatiche sulla vita o sulla morte”
Il testo inizia con un pronome personale in prima persona, Io, e questo è un tratto stilistico che ricorre frequentemente, anche nelle canzoni meno recenti, dove Taylor ci racconta, ad esempio, di ragazze che si sentono trascurate, di relazioni tossiche che tardano a finire o che si scampano grazie a un’amica, di genitori che si oppongono a una storia d’amore, di tradimenti e di amicizie che si rompono, del bisogno di farsi scivolare addosso le critiche per accettarsi per quel che si è, e continuare a ballare.
Sono le pagine di una storia intima e personale che quando diviene musica acquista un valore universale: è quel che accade a tanti giovani e giovanissimi, è quel che è accaduto a ciascuno di noi. Le crisi spesso drammatiche, lo struggimento profondo, il dolore che destabilizza, il desiderio di sprofondare nell’alcool, l’abbraccio liberatorio, il bisogno di guardare avanti, la leggerezza dell’ottimismo: sono situazioni che chiunque ha vissuto perché sono le tappe che non è possibile evitare quando diventiamo adulti.
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Insieme a una scrittura intelligente, a un mix di country e pop, a ritmi allegri e decisi e a melodie orecchiabili tutto questo ci fa sentire Taylor Swift davvero molto vicina. I testi di The Tortured Poets Department, poi, rivelano un altro lato importante della cantautrice, come lei stessa ha notato:
“Chi scrive è fermamente convinto che le nostre lacrime diventino sacre sotto forma di inchiostro su una pagina. Una volta che abbiamo raccontato la nostra storia più triste, possiamo liberarcene”.
Quando le ferite di un periodo buio sono cicatrizzate, metterle in forma di parole non serve a regolare definitivamente i conti ma fa diventare quel dolore un che di sacro e ci offre la possibilità di liberarcene. La scrittura di canzoni, allora, consente alla vita di andare avanti perché ha un potere catartico e salvifico. Scrivere, insomma, cura, e libera.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Taylor Swift avrebbe Emily Dickinson come antenata: le prove
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