È appena stato lanciato il nuovo album di Taylor Swift, annunciato dalla cantante in occasione della vittoria ai Grammy Awards con Midnights, ma già fervono le anticipazioni. Swift lo considera il suo album di salvataggio e lo ha definito come il culmine della sua scrittura. L’album contiene sedici tracce e si intitola The Tortured Poets Department come il singolo di apertura nel quale viene citato il poeta Dylan Thomas.
I laughed in your face and said / ‘You’re not Dylan Thomas, I’m not Patti Smith / This ain’t the Chelsea Hotel / We’re modern idiots.”
In tutta risposta Patti Smith è apparsa sul suo profilo Instagram mentre legge una raccolta di poesie di Dylan Thomas.
Nella didascalia ha ringraziato sentitamente Taylor Swift, affermando di essere commossa per essere stata citata accanto al grande poeta gallese Dylan Thomas.
This is / saying I was / moved to be / mentioned in / the company / of the great / Welsh poet / Dylan Thomas. / Thank you, Taylor.
Ricordiamo che il poeta novecentesco appare più volte come il beniamino del mondo musicale. Il compositore Igor Stravinskij, nel 1954, dopo la sua morte, gli dedicò la sinfonia In Memoriam Dylan Thomas. I due dovevano incontrarsi per il progetto di un libretto d’opera, ma il progetto andò in fumo a causa della precoce scomparsa di Thomas. Prima di Swift era stato citato anche da Bob Dylan e dai Beatles che posero una sua immagine sulla copertina dell’album Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
Scopriamo chi era Dylan Thomas e perché ha ispirato Taylor Swift.
Chi era Dylan Thomas e perché ha ispirato Taylor Swift
Dylan Thomas era un poeta, ma ebbe la vita di una rockstar. Morì a soli 39 anni, nel 1953, a New York, durante una tournée del suo celebre radiodramma Under Milk Wood. Ebbe una vita sregolata, pare che il suo fisico fosse fortemente compromesso dall’alcol e dal fumo, ma la sua morte è imputabile a un’overdose di morfina a causa, pare, di un errore medico.
Fu uno dei primi poeti ad avere una forte risonanza mediatica, amplificata dai mezzi di comunicazione. Venne lanciato da un concorso di poesie indetto dalla BBC che gli consentì di essere letto per la prima volta in diretta televisiva. La sua nascita come scrittore dunque ebbe il battesimo della tv: il nome di Dylan Thomas si iscriveva già nel solco della leggenda, come quello di una star.
Era di fatto un predestinato: il suo stesso nome, Dylan, era un prestito dall’appellativo con cui era chiamato il figlio del mare, protagonista della saga epica gallese Mabinogion. Dylan Thomas era nato a Swansea, nel Galles, nell’ottobre 1914, figlio un professore della Grammar School locale. Fu un talento precoce: a undici anni già scriveva poesie apprezzate che venivano pubblicate sul giornalino locale della scuola.
Aveva appena vent’anni quando apparve al mondo come una leggenda vivente. Aveva il fascino maledetto di una rockstar: le sue poesie sconvolgevano teorie e regole metriche, scandalizzavano il mondo delle lettere con la professione di una sorta di realtà estatica e drammatica che univa tutto il teatro. Nel 1934 fu edita la sua prima raccolta, 18 Poems, ovvero Diciotto poesie. Le sue poesie vivevano direttamente dalla sua voce: Dylan Thomas le recitava in dirette televisive, radiodrammi, film, registrazioni audio. Il pubblico amava la sua recitazione melodiosa, cantilenante, quanto amava le sue poesie, forse persino di più, perché nessuno sapeva leggere recitando come lui.
Negli anni Quaranta era ormai considerato una presenza regolare alla BBC, viveva scrivendo poesie, sceneggiature, radiodrammi. Anche la sua vita privata era ormai pubblica, proprio come quella di una star. Dylan si era sposato con la ballerina e scrittrice irlandese Caitlin MacNamara dalla quale ebbe tre figli. La coppia si era trasferita a a Laugharne, sulla costa sud-occidentale Galles, poco lontano dalla natale Swansea e viveva a bordo di una boathouse, una casa sull’acqua. Dylan Thomas componeva le sue celebri poesie in quella suggestiva cornice, in un luogo detto il capanno verde, da lui denominato poeticamente The writing shed. La vita di Thomas fu tutt’altro che idilliaca: non era un bravo padre di famiglia, era un ribelle, un alcolista, un uomo tormentato che dilapidava tutto il suo denaro e tradiva ripetutamente la moglie nonostante lei gli rimanesse sempre a fianco perché, dopotutto, lui tradiva ma poi le scriveva lettere d’amore grondanti di nostalgia e rimpianto. Dylan Thomas guadagnava tanto e spendeva molto: era un grande scialacquatore e, di conseguenza, aveva sempre bisogno di soldi anche perché aveva tre figli da mantenere.
Partì per quell’ultima tournée negli Stati Uniti, abbandonando il suo Galles incantato sul mare, proprio perché aveva bisogno di soldi. E non fece più ritorno. Negli ultimi tempi era affetto da una forma di bronchite cronica che lo smog newyorkese contribuì a esasperare. A New York finì in coma etilico dopo una serata di bevute in cui il cameriere si trovò costretto a sequestrargli i bicchieri. La prima volta il medico riuscì a ripescarlo per i capelli e lui riuscì a recitare le sue poesie. La seconda volta fu più grave, o forse la diagnosi medica fu sbagliata. Caitlin fece appena in tempo a giungere in ospedale maledicendolo per il suo comportamento. Il giorno dopo Dylan Thomas era morto. Il mondo salutava un genio, un grande poeta: Caitlyn MacNamara invece lottò a lungo contro un ricordo più umano del marito che ancora la perseguitava nei sogni come un fantasma.
Recensione del libro
Poesie e racconti
di Dylan Thomas
Dylan Thomas lasciava al mondo poesie memorabili, frutto di un animo inquieto qual era il suo, come la celebre Do not go gentle into that good night (Non andartene docile in quella buona notte, Ndr). Il suo ultimo alloggio newyorkese fu il Chelsea Hotel, lo stesso citato da Taylor Swift nella sua canzone The Tortured Poets Department.
Quella di Dylan Thomas è una poesia musicale - nata per essere recitata, cantata - che si perde nella traduzione. Leggere i versi di Thomas in lingua originale è la maniera migliore per comprenderne l’essenza allucinata, fatta di associazioni illogiche solo all’apparenza. Una poesia orale, che trae origine dall’oralità, e allo stesso tempo si fa visione in una specie di cosmogonia esistenziale in cui tutto è connesso. Lui stesso definì i suoi versi come “violenti e romantici”, in una sorta di inestricabile ossimoro teso soprattutto a sconfiggere la più atavica delle paure, quella della morte.
Si definiva un “naufrago della vita”. Una delle sue poesie più famose recita così:
E la morte non avrà più dominio.
I morti nudi saranno una sola cosa
Con l’uomo nel vento e la luna d’occidente.
“The Tortured Poets Department”: la canzone di Taylor Swift
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Dylan Thomas, il poeta citato nella nuova canzone di Taylor Swift
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