Per l’analisi del testo della Maturità 2024 secondo le prime indiscrezioni è uscito un estratto dal testo di Pirandello Quaderni di Serafino Gubbio operatore.
Per l’occasione proponiamo un riassunto agile e preciso.
Nel 1915 esce a puntate sulla rivista “Nuova Antologia” il romanzo Si gira… di Luigi Pirandello, rielaborato e pubblicato nel 1925 con il titolo Quaderni di Serafino Gubbio operatore. La divisione in 7 blocchi chiamati quaderni suggerisce una struttura diaristica piuttosto sfrangiata.
Scritto in prima persona, è un lungo monologo del protagonista.
Ecco sinossi dettagliata e analisi, quaderno per quaderno, con cui desideriamo aiutare gli studenti a districarsi in questo romanzo molto complesso per scrittura, temi, continue ellissi e anacronie temporali.
“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno primo: analisi
Ha lo sguardo in macchina il protagonista - voce narrante Serafino Gubbio mentre, senza preamboli, si rivolge al lettore a creare un clima di complicità e attesa. Esprime la sua visione della modernità, si presenta professionalmente, spiega l’insieme delle circostanze che lo hanno fatto diventare cineoperatore, introduce la femme fatale motore della vicenda. Una professione nuova, la sua, paragonabile a chi si inserisce nell’e-commerce o nella realizzazione di una start up. Infatti il romanzo appare nel 1915 quando il cinema è un settore emergente.
A seguire una retrospettiva illumina il passato prossimo del protagonista. Di origini campane, senza il becco di un quattrino, costretto a dormire all’addiaccio, da un anno stagna nella capitale in cerca di lavoro, finché un lontano amico di Sassari incontrato per caso, tal Simone Pau, lo aveva condotto in un ricovero per senzatetto, traslitterazione del mondo degli esclusi.
Caso vuole che la Casa di produzione Kosmograph giri scene dal vero nel dormitorio e che il direttore di scena sia proprio un vecchio amico d’infanzia del protagonista in disgrazia. Da qui a diventare cameraman il passo è breve.
Il flashback spiega l’origine fortuita dell’impiego e fa conoscere al lettore due personaggi chiave, rispettivamente sul piano tematico e narrativo:
- l’alcolizzato col violino: è una controfigura rovesciata di Serafino Gubbio, in quanto emblema dell’Arte uccisa dalla Tecnologia, perché da operaio si rifiuta di approntare una macchina tipografica e da musicista non accetta la proposta di accompagnare col violino, una pianola o pianoforte meccanico. Il suo incontro con la modernità è così traumatico che smette di lavorare e di suonare. Si abbandona alla bottiglia gettando alle ortiche vita, passione e talento.
- l’attrice russa Varia Nestoroff: scatena passioni, gelosie, eventi drammatici e traumatici che il lettore apprende a singhiozzo per lo zigzagare della linea narrativa.
Il primo quaderno del romanzo di Pirandello fissa tre aspetti:
- il progresso è negativo, perché rende l’uomo schiavo delle macchine e minaccia la sopravvivenza dell’arte, cioè del teatro. È chiara la polemica contro il Futurismo;
- Il fatto che l’individuo cerchi da sempre un conforto compensatorio nella religione dimostra che la Terra non è fatta per lui, ma per gli animali. Infatti questi, non avendo coscienza di sé, sono appagati della loro sorte. Non sfugge l’eco leopardiana del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia e de La ginestra;
- Una sineddoche spersonalizzante identifica il protagonista, soprannominato “Si gira”, in “una mano che gira la manovella”. Però, malgrado la passività richiesta dalla mansione, il suo lavoro non può essere meccanizzato. Solo l’uomo è in grado di modularne la velocità in base alle esigenze artistiche. Allora non c’era l’automazione di avvolgimento della pellicola e Serafino Gubbio è il migliore sulla piazza. Non troviamo l’orgoglio della realizzazione professionale - in parte estraneo alla mentalità del primo Novecento, in parte privilegio di happy few -, bensì la progressiva alienazione suggellata dall’afasia.
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“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno secondo: analisi
Il secondo quaderno contiene un’ampia rievocazione interrotta da ellissi e salti temporali. I ricordi d’infanzia accarezzano la casa dei nonni nell’entroterra sorrentino, irrobustendo il motivo del contrasto tra città e campagna, centrale nella produzione pirandelliana. La campagna è sinonimo di tranquillità, sicurezza, pace, dominio del tempo a fronte della frenesia dei ritmi cittadini imposti da modernità e progresso.
I ricordi si spostano a Napoli quando da studente frequentava Giorgio Mirelli, pittore alle prime armi e la sorella Lidia, detta Duccella, fidanzata con il barone Aldo Nuti, attore dilettante. L’onda del passato si blocca a Capri dove avviene l’incontro Galeotto tra Mirelli e la Nestoroff. A questo punto la narrazione si dilata con il ritratto psicologico dell’attrice che il cameraman - occhio che guarda per antonomasia - ha avuto modo di osservare sul set. Emerge il ritratto di una donna infelice, che però non gode della malvagità esercitata con cinismo sull’altro sesso. Capricciosa e imprevedibile durante le riprese, nel privato si è concessa a molti per dimostrare quanto poco le importi quel corpo che i maschi desiderano. Il Morelli perde la testa, sordo allo sciame di pettegolezzi sull’avventuriera venuta dal freddo. Un doppio flashback avvisa il lettore che la famiglia del pittore ne ha osteggiato i propositi matrimoniali e che anche il barone, futuro cognato, è stato travolto dalla passione: troppo ardente o troppo fatuo? Le nozze saltano. Sedotto e abbandonato, Morelli si uccide. Le strade dell’attrice e del barone si dividono. Pensare che Aldo Nuti aveva sedotto la Nestoroff a buon fine, per dimostrare al Morelli che la donna non avrebbe meritato la riabilitazione sociale del matrimonio.
Punti chiave:
- Il seduttore sedotto, più frequente al femminile, è un topos letterario: ricordate la maga Circe e Armida?
- Varia Nestoroff è una versione psicologicamente più complessa della donna fatale perturbante e sessualmente minacciosa. Infatti indossa una maschera per nascondere i tormenti di una personalità contorta che solo Serafino Gubbio comprende. In lei convivono due nature: la femmina fragile e quella perversa.
- Questo blocco, contenente un assaggio delle sceneggiature melodrammatiche allora in voga, mette in campo la polemica contro la settima arte argomentata nel quaderno successivo.
“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno terzo: analisi
Un netto cambio di tempo e ambiente ci immerge negli studi cinematografici della Kosmograph. Pirandello indugia con minuzia fiamminga sul via vai rumoroso e affaccendato degli operatori di settore. La primadonna è una tigre in gabbia, destinata a una pellicola spettacolare in fase di produzione. Il terzo quaderno si chiude inaspettatamente con una standing ovation per l’uomo del violino. Perché il Pau, complice il Gubbio, lo ha convinto a esibirsi davanti a comparse e manovalanza. Ma è alla tigre che il poveraccio dedica il suo talento. Suona struggente per la bestia in cattività, poi si esilia nell’oblio del bere. Nel quaderno successivo veniamo a conoscenza della sua morte per ictus.
Nel terzo quaderno, spiccano le osservazioni sul cinema che, per sua natura, si presta alla dialettica pirandelliana tra finzione e realtà, forma e vita:
- il mondo del cinema è vuoto, l’industria cinematografica è mossa dal denaro;
- il cinema inganna il pubblico con stupide finzioni che in quanto tali non sono arte;
- il cinema (quello muto) è destinato a soppiantare il teatro (di parola): gli attori, sebbene privi di competenze specifiche, hanno ingaggi esorbitanti.
- il cinema restituisce immagini, non la vita di un corpo che calca la scena e gli attori non vedono mai gli spettatori.
“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno quarto: analisi
A distanza di un anno, Aldo Nuti piomba a Roma nella speranza di riaccostarsi alla diva, sentimentalmente legata al collega Carlo Ferro. Nel frattempo è in corso l’allestimento del kolossal con la tigre, in cui la produzione riserva alla Nestoroff solo un cameo. La narrazione fa un’altra curva con la storia di Luisetta Cavalena che il protagonista ama in silenzio. È una giovane graziosa e ingenua di buona famiglia. Ottiene le prime particine. Il padre è dell’ambiente (confeziona scenari cinematografici) e alla Kosmograph diventa lo zimbello generale per la gelosia patologica della moglie, la stessa che avvelenò il matrimonio di Pirandello. Un inatteso faccia a faccia tra Ferro e Gubbio offre all’autore il destro per riproporre il tema del contrasto tra forma e vita: l’individuo si cala nella prigione di un ruolo (la forma) per entrare in relazione con i simili (la vita).
Spunti di riflessione:
- anche questo romanzo contiene il motivo del calvario familiare. Ricordate le incomprensioni coniugali di Mattia Pascal e Vitangelo Moscarda? Il fardello domestico di Belluca ne Il treno ha fischiato?
- Non c’è spazio per l’amore, perché le coppie irrealizzate sono tre: Aldo – Duccella, Serafino-Luisetta, Aldo-Luisetta.
“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno quinto: analisi
Due nuovi ospiti alloggiano dai Cavalena che per arrotondare si reinventano come affittacamere: Serafino Gubbio e Aldo Nuti. Il baronello giace a lungo febbricitante in uno stato di prostrazione psicofisica. Sembra più colpito dalla passione per la diva, che dal senso di colpa per il suicidio dell’amico Morelli. È Luisetta a vegliarlo con amorosa dedizione fino a quando non si rimette in po’ in sesto, pronto per il set. L’io narrante analizza in punta di piedi e tanta amarezza la metamorfosi della ragazza che, innamorata senza speranza, riceve lo smacco di una blanda gratitudine. Sa bene cosa significa non essere ricambiato, cioè subire la condanna dell’invisibilità davanti a chi ci sta a cuore.
Nel quinto quaderno, viene ripresa la critica della religione che non serve, dal momento che la vita - in preda al Caso -, non può essere spiegata:
“la ragione è nella vita, non può esserne fuori”.
Tralasciamo il rapporto tra Pirandello e la fede che meriterebbe un discorso a parte.
“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno sesto: analisi
Un trio dimesso si reca alla Casa di produzione: Serafino Gubbio, Luisetta Cavalena, Aldo Nuti ancora indebolito, pallido, alterato prossimo a imparare i rudimenti del mestiere. Il loro vincolo non ha il sapore della commedia e della favola pastorale dove A ama invano B innamorata di C che ama D che non ama nessuno! Su di loro incombe l’assenza della Nestoroff e la gelosia del Ferro, vagamente al corrente dello spasimante redivivo, tornato per amore o per vendetta. Quando viene convocato a sorpresa dalla Nestoroff, il cameraman dà l’ultima pennellata al suo ritratto psicologico. Dopo la disgrazia del Morelli, di cui conserva le tele a lei dedicate, ha deciso di mettere a punto il disprezzo per se stessa, frequentando il grossolano Carlo Ferro. Non è nata per meritare il sogno della vita onesta propostole a suo tempo dal pittore. Un altro cambio di scena ci riporta in campagna nel paese natale ora estraneo al protagonista. I luoghi non li riconosce perché è lui ad essere cambiato:
“io ero fuori di tutto, assente da me stesso e dalla vita”.
“Quaderni di Serafino Gubbio operatore”. Quaderno settimo: analisi
Il regista affida a Ferro la parte pericolosa del cacciatore che ammazza davvero la tigre. Però all’ultimo Nuti strappa facilmente la parte al rivale. Durante le riprese il barone, folle di gelosia, uccide la Nestoroff e non come da copione il felino che lo sbrana prima di essere freddato da un assistente.
L’intera sequenza, girata da un Serafino Gubbio pietrificato dal terrore, frutta un patrimonio alla Casa di produzione. Purtroppo lo shock lo condanna al mutismo.
Punti chiave:
- Pirandello anticipa lungimirante il mercato della spettacolarizzazione della morte, che Amélie Nothomb radicalizza in Acido Solforico del 2005.
- L’afasia tra patologia e simbolismo. La perdita della voce di Serafino Gubbio è sia un disturbo da stress post traumatico, sia ultima tappa di un processo esistenziale che trova la salvezza nell’indifferenza.
La stessa di Vitangelo Moscarda quando finalmente diventa nessuno. Serafino Gubbio, asservito a una macchina, perdendo la voce diventa macchina a sua volta.
A ben vedere, infatti, in quanto mano che gira impassibile la manovella non ha più bisogno dell’umanità di pensiero, sentimento, emozioni e voce.
Recensione del libro
Quaderni di Serafino Gubbio Operatore
di Luigi Pirandello
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” di Luigi Pirandello: riassunto e analisi quaderno per quaderno
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