Il 31 dicembre, la notte di San Silvestro è la più lunga che ci sia. C’è chi la festeggia dormendo, chi partecipando a un veglionissimo e chi si considera trasgressivo decidendo di aspettare il nuovo anno leggendo un libro.
Se appartenete a quest’ultimo caso, vi consigliamo “Racconti di uomini e fantasmi” (Elliot 2018, Collana “Raggi”, titolo originale Tales of Men and Ghosts, traduzione di Roberta Arrigoni, pp. 336, 18,50 euro), di Edith Wharton, (New York, 24 gennaio 1862 - Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937), raccolta di racconti che inizialmente fu pubblicata su “Scribner’s Magazine” e “The Century” e nel 1910 edita in volume.
Edith Wharton, scrittrice e poetessa statunitense, prima donna a vincere il Premio Pulitzer per il romanzo - capolavoro “L’età dell’innocenza” nel 1921, in queste pagine si presenta al lettore nell’inconsueta veste di maestra del genere fantastico e soprannaturale.
Celebre per la sua raffinatezza e abilità di penna, amica e confidente di Henry James, in questi racconti ambientati tra la vecchia Europa e il Nuovo Mondo, gli Stati Uniti, dimostra di essere una narratrice a tutto tondo. Non è da tutti gli scrittori saper spaziare da un genere letterario a un altro. Non solo “La casa della gioia”, “Ethan Frome”, “L’usanza del paese” e molti altri romanzi, ma anche racconti fantastici, gotici, che appaiono dei piccoli capolavori di scrittura popolati da mostri incompresi, spiriti vendicativi, artisti insicuri e uomini d’affari.
Edith, discendente di un’antica e ricca famiglia di New York, i Newbold-Jones, dama dell’alta società newyorkese che non aveva paura di criticare per le sue regole retrive, grande viaggiatrice innamorata dell’Europa, scrive questi racconti essenzialmente per due motivi. Il primo, come sottolinea nella sua autobiografia, “Uno sguardo indietro” (1934), perché nella sua adolescenza era stata ossessionata da un’assurda paura del soprannaturale. Il secondo motivo era dovuto al fatto che la giovane Edith, come per contrasto, era stata presa da fascinazione per prestigiatori, ventriloqui, illusionisti e maghi. Se è vero che per Edith Wharton, le storie di fantasmi ben orchestrate era indispensabile possedessero una “qualità termometrica: devono avere la capacità di far scorrere un brivido su per la schiena”, con questa raccolta di 10 racconti (La porta sprangata, Figlio di suo padre, La Diana di Daunt, Il debito, Al punto di partenza, La leggenda, Gli occhi, La bestia bionda, Dopo e Le lettere), l’autrice ha raggiunto il suo scopo.
I lineamenti del giovane erano tesi in un sorriso che sembrava la sutura di una ferita. Aveva il viso bianco e scavato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Racconti di uomini e fantasmi" di Edith Wharton per salutare la notte di San Silvestro
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