Sfidare il capitalismo
- Autore: Bernie Sanders
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2024
Bernie Sanders ha una faccia simpatica, è un oratore di grande appeal che, non pago di essere al vertice della Commissione per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni, continua a scrivere saggi per rendere consapevoli i lettori che gli Stati Uniti sono in grande affanno per quanto riguarda i diritti base dell’americano medio, rivelando le vistose falle di una democrazia che tuttavia ha nella sua Dichiarazione di Indipendenza un baluardo di misure e diritti da far impallidire le nostre democrazie europee.
Soprattutto perché il cittadino statunitense annovera il “diritto alla felicità” che comporta anche dei doveri. Uno Stato che ti “obbliga” a essere felice è un azzardo, un concetto deriso dai politologi europei e inconcepibile in uno stato che sulla carta si dichiarava marxista, mentre ora è una oligarchia a tutti gli effetti, come la Cina.
Questo il punto di partenza del bellissimo saggio di Bernie Saunders, dal titolo Sfidare il capitalismo (Fazi editore, 2024, traduzione Nazzareno Mataldi e prefazione di Fausto Bertinotti), cui dovremmo la dicitura aggiungere “pamphlet”, in alcune sue parti.
Nelle parole scritte dal nostro politico è tale l’entusiasmo per le proposte annoverate che gli fa scrivere una parola ormai negletta e dimenticata, ovvero: “rivoluzione”.
Solo una lotta continua tra capitale e lavoro, con una tassazione sugli utili di questi miliardari che sanno come muoversi per nascondere parte del loro immenso patrimonio, può evitare che si vada verso una “catastrofe annunciata”.
Ma la delusione e lo sconforto di Bernie Sanders arrivano nel 2016, con la vittoria di Trump. Il politico non riesce a spiegarlo, non trova nemmeno le parole per dirlo. Come è possibile che milioni di americani abbiano votato per un miliardario, come se il “sogno americano” fosse diventato un incubo.
A un certo punto, nel saggio, Bernie Sanders fa una specie di decalogo facendo attenzione alle azione del presidente Trump (Sanders non scrive mai il nome del politico per esteso. Si limita al cognome, fino ad arrivare al concetto di “trumpismo”). Ne mettiamo una parte per capire lo sconcerto dello studioso, laureato in Scienze politiche, che ricorda cosa accadde in Gran Bretagna durante gli anni Ottanta del secolo scorso, quando il Primo Ministro Margaret Thatcher piegò i sindacati, lasciando i lavoratori in balia degli amministratori delegati dell’epoca.
Il politico studioso scrive:
Le enormi disparità di reddito e di ricchezza non sono una buona cosa, * Far pagare negli Stati Uniti i prezzi più alti al mondo per i farmaci prescritti dai medici, tra cui i salvavita come l’insulina non è una buona cosa, * Ignorare i bisogni dei più vulnerabili tra di noi - bambini - anziani - disabili, non è una buona cosa, * Razzismo, sessismo, omofobia e xenofobia non sono una buona cosa.
Ma la lista è lunga e in più punti addirittura drammatica. Come nell’ultimo anno di presidenza Trump, con l’arrivo della pandemia di Covid-19, quando si capisce benissimo che sono stati tagliati fondi in modo indiscriminato nella sanità. Gli ospedali americani, i dottori e le infermiere e i pazienti erano sprovvisti di mascherine e mancavano anche prodotti igienizzanti. Trump si mostrava orgogliosamente durante i comizi per le presidenziali del 2020, senza mascherina, dicendo che era tutto sotto controllo. I morti furono una cifra esorbitante già solo nel 2020. La sanità americana, che prevede polizze assicurative per assistere il malato, non copriva molte tipologie di pazienti, tra cui quelli affetti dal nuovo virus. Muratori, carpentieri, ma anche baristi e parrucchieri lavoravano di nascosto, per mantenere le famiglie e molti furono colpiti dalla nuova malattia, spesso con gravi conseguenze.
Lo stesso presidente Trump si ammalò di Covid, ma riuscì a superarlo. Per lui questa fortuita ripresa divenne un motivo più per dire che il Ministro della sanità esagerava nell’elencare il numero dei decessi.
La completa sconfitta del sistema sanitario statunitense e i vari comizi ormai vietati, mentre intanto cominciavano i primi timidi tentativi di spostare su Internet le discussioni politiche, forse, furono tra i motivi dell’arresto cardiaco di Sanders. Per fortuna riuscì a riprendersi, mentre comizi e domande ai candidati presidenti per le presidenziali del 2020, continuavano solo online, perché fu vietato qualsiasi assembramento, anche minimo, e non tutti i contadini e gli operai dell’Ohio o del Nevada avevano computer adatti per seguire virtualmente le discussioni.
Nel frattempo Sanders scriveva che era in atto un nuovo capitalismo, che non aveva precedenti in tutto il mondo occidentale. Circa il 90 per cento della ricchezza della nazione, a suo giudizio, è tra le mani di un solo uno per cento della popolazione statunitense.
Trecentomila persone possiedono più del restante novanta per cento, ma Sanders capisce che numeri e statistiche annoiano il lettore e quindi fa un esempio concreto:
Prima della pandemia, tre ultra miliardari - Jeff Bezos, Bill Gates e Warren Buffett, avevano una ricchezza quanto la metà inferiore della popolazione statunitense messa assieme. Durante la pandemia le fortune di coloro che erano già straordinariamente ricchi sono aumentate alla grande, dando luogo a una delle più rapide ridistribuzioni di ricchezza verso l’alto della storia globale.
E siamo nel 2022, Saunders dà l’appoggio come presidente a Joe Biden e alla sua vice Kamala Harris, mentre il presidente uscente, Trump, ha ormai accettato rassegnato la vittoria di Biden.
Sono tanti i problemi di questi anni, come il mantenere un basso profilo, mentre sono diventati illegittimi quasi tutti i provvedimenti di Trump, che sembra intenzionato a tornare sulla scena politica a giorni alterni. Intanto il partito democratico mette in conto un nuovo mandato presidenziale a Joe Biden, che a novembre compirebbe 82 anni. In questi quattro anni, tuttavia, in merito a cambiamento climatico ed energie rinnovabili si è fatto meno di quanto ci si aspettasse.
La più grande democrazia del mondo ha avuto la febbre e ormai sta meglio, ma nel libro di Bernie Sanders troverete altre risposte, anche domande che non trovano ancora una soluzione immediata e nemmeno nel breve termine.
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