

Sostanza artistica della traduzione
- Autore: Emma Romanoni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
La traduzione di un libro si presenta come un lavoro da fare senza distrazioni e in silenzio, ma in realtà si ha l’immagine di un disordine totale, con dizionari ovunque, fogli sparsi, cancellature. Facendo le pulci a questo lavoro non pagato a sufficienza, perché uno sciopero di più mesi ci impedirebbe di leggere molti romanzi, saggi, racconti e biografie, si avvale dell’oggetto principe: l’opera nella sua quantità di pagine. Poi segue l’intertestualità, ovvero tutto quello che si sa dell’autore e dell’autrice del testo, dei possibili pregiudizi anche solo inconsci. È preferibile aver già tradotto altro dell’autore o dell’autrice, continua la Emma Romanoni in questo originale saggio dal titolo Sostanza artistica della traduzione. Con Inezie, atto unico di Susan Glaspell (Divergenze, 2024, curatela di Luisa Campedelli, traduzione di Emma Romanoni).
La persona che fa questo lavoro deve farsi carico del libro da tradurre, mettendoci un tono e uno stile che appartiene a chi ha scritto l’opera; non si può divagare o ampliare i sinonimi e i contrari. Si deve fare un patto di fedeltà tra chi scrive in un’altra lingua e chi traduce: si pensi a un romanzo di narrativa, col suo slang, con pezzi di scritto volontariamente intraducibili, su cui c’è un patto iniziale con lo scrittore. Ma non tutto è letteratura. Bisogna tradurre manuali tecnici, bugiardini, saggi politici e per questi ultimi vale ancora, per ora, the american dream, il sogno americano. Mentre per manuali medici bisogna tradurre parola per parola, pena la vita di un paziente. E in questo caso diventa durissimo "annullarsi" nel testo base. Per questo motivo i traduttori di narrativa sono sicuramente più creativi e conosciuti, mentre oscuri e misteriosi restano coloro che devono trovare la parola giusta per forza. Senza dimenticarsi che, nelle opere letterarie, il lettore col testo tradotto deve scrollarsi di dosso, secondo il filosofo statunitense Quine, che fa una distinzione tra ’home language’ e ’native language’.
Il linguaggio in casa e in famiglia può essere complicato; a parte parole inventate, la struttura dei dialoghi può essere stravolta, soprattutto nei casi in cui ci si limita a fare un grugnito, mentre la lingua burocratica tradotta potrebbe non tenere conto degli usi e costumi di chi scrive in quella lingua, nemmeno sottintesi e ironia.
La Romanoni traduce per il lettore un atto unico dal titolo Trifles di Susan Glaspell, scritto nel 1916, dove la traduzione in italiano non perde vigore; le donne in questo atto unico sono più intelligenti dei maschi. Un giallo perfetto di cui non diremo nulla, tranne che la traduzione è un atto fondamentale, importantissimo.

Sostanza artistica della traduzione
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