Gianni Rodari in una sua divertente filastrocca ci racconta una magia ancora più fantastica del Natale, una magia vera.
La neve al nord sta già imbiancando le strade e i tetti, solenne annunciatrice del Natale. E i bambini lo sanno, la guardano pieni di meraviglia come si osserva un incanto, un sortilegio compiuto proprio sotto i loro occhi.
Se cade la neve i più piccoli non possono limitarsi semplicemente a guardarla: sin dal suo primo apparire la scrutano con i nasi appiccicati al vetro delle finestre e chiedono a gran voce sciarpa, stivali e guanti, perché devono uscire subito! La neve deve essere toccata, lanciata, persino assaggiata per scoprire se davvero sa di latte e dunque ha un gusto dolce oppure no.
L’apparire del primo fiocco di neve ha sempre un certo fascino e non smette di stupirci, anche da adulti perché la neve contiene una promessa.
Come in un vecchio canto viene giù dal cielo lenta e ci dice: “è Natale ancor.”
Alla magia della neve il maestro Gianni Rodari ha dedicato una delle sue indimenticabili filastrocche, intitolata proprio Sulla neve.
Sulla neve di Gianni Rodari: testo
D’inverno, quando cade
la neve e imbianca il prato
e nasconde le strade
sotto il manto gelato,
ai bimbi, avventurieri
dal cuore senza paura,
non servono sentieri
per tentar l’avventura:
marciano arditi dove
la nevicata è intatta
aprendo strade nuove
nel deserto d’ovatta.
(Ma l’orme dei piedini
la neve serberà
per guidare i bambini
a casa, quando mamma chiamerà…)
Sulla neve di Gianni Rodari: analisi e commento
La filastrocca Sulla neve di Gianni Rodari è anche un elogio sconfinato all’immaginazione sconfinata dell’infanzia. Per i bambini la neve è magia ed è sinonimo di gioco, di avventura: sembra un regalo fatto apposta per loro. Mentre gli adulti borbottano infastiditi e si lamentano dei disagi alla viabilità, i bambini sentono che è giunto il loro momento: la neve è il trionfo della magia, della fantasia e dell’immaginazione, sembra sovvertire tutte le regole e dimostrare che in fondo c’è pure un pizzico di “polvere di fata” nel mondo reale.
La neve avvolge ogni cosa nel suo biancore e sembra mostrarcela sotto una nuova luce: facendo apparire diversa pure la scialba realtà quotidiana che vediamo ogni giorno. La neve ci dimostra che nulla è mai uguale, gioca a nascondino e ci insegna l’arte dimenticata del travestimento.
Ecco allora che i bambini si riappropriano del mondo: diventano intrepidi avventurieri, dice Rodari, dai “cuori senza paura”. La neve è il mondo dell’inifanzia che prende vita e d’improvviso sovverte le rigide regole degli adulti. È tempo di battaglie a colpi di palle di neve e di costruire giganti pupazzi con il naso di carota e i sorrisi sdentati. Un mondo altro prende vita lungo le strade immacolate.
La neve è un gioco che i grandi non possono capire, perché non vedono le “strade nuove” (ovvero i sentieri dell’immaginazione) che il manto bianco dischiude.
Ma attenzione, avverte Rodari, conoscendo bene la naturale imprudenza dei più piccoli. La neve può nascondere pericoli: bisogna stare attenti a non scivolare e ritrovare sempre la via di casa. La parola “casa” viene espressa da Gianni Rodari anche attraverso una perifrasi potente: “quando mamma chiamerà”, il richiamo materno. La mamma per i bambini rappresenta la “casa” e sarà proprio la sua voce a ricondurli al mondo reale, lontani dai sentieri inesplorati per ricondurli sulla strada di casa dove c’è riparo, calore e conforto.
La neve è una magia che dura pochi istanti, prima di sciogliersi al sole. È come la polvere di fata degli umani. Ma certe magie si possono capire, spiega Gianni Rodari, solo guardando il mondo con gli occhi trasparenti di un bambino.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sulla neve di Gianni Rodari: una filastrocca per l’inverno
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