Tutti in festa con Paperino. Le più belle storie Disney
- Autore: A.A.V.V.
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2024
Un topo e un papero, nemesi l’uno dell’altro. C’è poco da tirare a indovinare. Stesso imprinting (Disney), caratteri opposti. Topolino (ci avevate preso, vero?) è l’apollineo fatto roditore – perfettino, saputello, regolare, vincente, non proprio un campione di simpatia -, Paperino è anti-eroe quasi brechtiano, si parva licet: fallito fallisce, fallirà ancora, meglio e di più.
Probabile che da questa frustrazione di fondo discenda il suo carattere iroso. La tendenza a perdere le staffe che sotto sotto covano i buoni votati a subire i dispetti del destino. Maldestro, pigro, indebitato fino al collo, e però resiliente persino contro ogni evidenza, Paperino la spunta su Topolino, se non altro per empatia. Sarà perché ci assomiglia, e un Papero scansafatiche sonnecchia in ognuno di noi.
Novant’anni a giugno di reiterate iatture, e come se non bastasse una parentela castrante, a partire da uno zio ricco e taccagno (Paperon de’ Paperoni) – che da buon capitalista lo vessa e lo sfrutta come forza lavoro - e un cugino piacione & fortunato (Gastone) che spesso gli insidia persino la fidanzata storica. Novant’anni portati alla grande per la simpatia che sprigiona di albo in albo (in Italia viene pubblicato sul settimanale Topolino).
Dal primo episodio (1934) che lo vede presiedere un Circolo dei pigri, Donald Duck (in americano) è stato uno nessuno e centomila, come ogni star del cinema popolare degna di tal nome. Parodiando generi e contesti (fiabesco, storico, horror, fantascienza, western). Ronfando (zzz zzz, ronf ronf). Ruzzolando. Cogitando (mumble mumble). Mugugnando (sgrunt!). Sbraitanto (aaargh!) Gulpeggiando di sorpresa o timore (gulp!), sullo sfondo di una Paperopoli-mondo, e del mondo antropomorfo circostante. Coadiuvato-osteggiato dalla consorteria di amici e parenti arcinoti a loro volta. Dall’eterna fidanzata Paperina, ai pestiferi e saccenti nipotini Qui, Quo, Qua, per tacere del summenzionato despota Paperone, conservando la sua vocazione antieroica, che non gli ha impedito di meritarsi una stella sulla Walk of fame di Hollywood.
Più di 50.000 le malincomiche imprese paperinesche sparpagliate tra cinema e baloon. Cito ad esempio un trittico da recuperare, e - leggerete - non a caso: Paperino sceriffo di Valmitraglia (1948) dove il Nostro si improvvisa sceriffo sbruffone e inconcludente; Paperino e il mistero degli Incas (1949), dove scopre un’antica civiltà nel cuore delle Ande; Paperino nel tempo che fu (1951), dove, proiettato a ritroso nel tempo, giunge nella California del 1848.
Per compensare l’imbranataggine del personaggio, specie in avventure di tal risma, è spesso affiancato da Qui, Quo, Qua, nelle declinazioni di piccole pesti o di giovani marmotte intelligenti, a seconda della trama.
Zio premuroso e nipote inaffidabile e vagamente scavezzacollo (una doppiezza alla Jekill/Hyde, al netto di pozioni e manierismi), Paperino si impone insomma come simbolo di medietà: personaggio assimilabile e, al contempo, modello agevolmente superabile dal lettore.
Filosofo a suo modo (“La pazienza è come la pipì. La puoi trattenere ma prima o poi scappa”) e attaccabrighe non senza ragioni:
“Paperino è immerso nel quotidiano, ha caratteristiche a noi familiari: spontaneità, impulsività, ardore. E anche se non è autoironico, l’assistere alle sue peripezie, immedesimandoci in lui, stimola la nostra autoironia, ci fa ridere di noi stessi”. (Roberto Santillo, direttore creativo globale di Disney Publishing Worldwide).
Topoi personologici declinati in bella mostra nel volume celebrativo Tutti in festa con Paperino, che l’editrice Giunti edita in occasione dei novant’anni del papero dalle zampe arancioni e la blusa da marinaio.
Nove storie a colori (più l’inedita Paperino e le multipersonalità marinare) apparse su Topolino - dal 1996 (Dall’album di Paperina: il primo amore non si scorda mai?) al 2020 (Paperino e la sfida all’ultima moda) -, interamente a colori e restituite nell’elegante cartonato che ospita la collana Le più belle storie Disney dell’editore. Per i collezionisti, e i devoti - grandi e piccini - alle disavventure del papero scaturito dalla matita di Carl Barks un libro irresistibile, da non perdere.
Il sintetico identikit paperinesco che chiude questo articolo è tratto dalle note introduttive al volume. Credo possa tornare utile per il tratteggio ufficiale delle caratteristiche del papero eponimo del fallimento del sogno americano, prossimo novantenne:
Nome originale: Paolino Paperino (in inglese Donald Fauntleroy Duck)
Residenza: a Paperopoli, in una casa con giardino
Prima apparizione nei fumetti: nella storia “La gallinella saggia (in inglese “The Wise Little Hen”) nel giugno 1934
Carattere: simpatico, irascibile, un po’ sfortunato, pronto a vivere l’avventura, generoso e leale
Hobby: fare scherzi, rilassarsi sull’amaca, lucidare monete quando è costretto da Zio Paperone
La sua amata: Paperina
Famiglia: Zio Paperone, Qui Quo Qua, Nonna Papera, Ciccio, Gastone e Paperoga, ma l’albero genealogico della famiglia è molto vasto
Look: la mitica giacca di Paperino è nata perché in origine avrebbe dovuto essere un piccolo birichino e i vestiti alla marinara erano un outfit popolare per i ragazzini dell’epoca
Curiosità: in 90 anni Paperino è apparso in oltre 50.000 storia a fumetti che lo hanno reso uno dei personaggi più pubblicati al mondo
Alter ego: Paperinik e DoubleDuck
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